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LABORATORIO D'ARTE DELLO
SPETTATORE IN RETE

a cura di Carlo Infante, www.teatron.org
in collaborazione con Gian Luca Cane, Webmaster

E' lo spettatore che fa compiere il teatro: chiude il cerchio con il suo sguardo. Teatro (dal greco «theatron») significa infatti questo: il luogo dello sguardo. Con il laboratorio d'arte dello spettatore s'intende dare luogo a questo sguardo, creando nel web (www.teatron.org/scenariosensibile) uno spazio di condivisione culturale in più, parallelo al teatro del "qui ed ora", per dare forma, attraverso la scrittura on line, ad un ruolo attivo dello spettatore. Una serie d'incontri, rivolti ai ragazzi delle scuole superiori, cercheranno in via preliminare di stimolare le attenzioni verso alcuni temi centrati dagli spettacoli in programma, in particolare quelli inerenti i giochi di parole, la violenza giovanile, l'hip hop e i comportamenti delle nuove generazioni. In questo ambito si svilupperà così un lavoro che dopo i confronti e l'esperienza della visione teatrale produrrà una "scrittura connettiva" che tratti degli sguardi soggettivi e riveli quell'approccio partecipativo in grado di rilanciare il rapporto tra teatro e scuola.

Carlo Infante

Il laboratorio d'arte dello spettatore avrà luogo principalmente in tre ambienti. Uno scolastico, l'Aula Magna del Liceo Scientifico di Aosta, per gli incontri  con quegli studenti disposti a mettere in gioco il loro sguardo. Uno teatrale, al Theatre de la ville in occasione di due spettacoli in particolare, "Acido Fenico" di Koreja e "I polacchi" del teatro delle Albe. Uno telematico, su www.teatron.org (ovvero qui dove stai leggendo-navigando), dove verranno montati i vari frammenti raccolti dai molteplici sguardi in campo.

Il calendario degli incontri al Liceo Scientifico è:

Tutti dalle 15,00 alle 17,00. Mentre il 19 marzo e il 6 maggio, alla sera, a teatro, ci s'incontrerà per vedere insieme gli spettacoli e confrontarci anche un po', sul campo..

L'attenzione per il ruolo dello spettatore non è limitato solo a questo "laboratorio". C'è anche "l'orecchio mancante", un foglio in cui sono raccolte le impressioni degli spettatori che Valeriano ha saputo incalzare nel modo migliore. Vi si percepisce un buon clima, una diffusa adesione al progetto che sta alla base di questa rassegna teatrale che ha trovato una sua precisa visibilità anche in un convegno a Torino su "A sud del teatro. Territori e linguaggi".

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