Originariamente scritto da chiara
Trovarsi faccia a faccia con Luzzati mi ha riportato a pagine e pagine (tutte coloratissime) della mia infanzia.
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intendevo proprio questo che hai fatto, chiara.
L'ideale è coniugare l'evento pubblico con la chiave dell'esperienza privata che può portare in superfice gli aspetti più intensi della propria
partecipazione ad una manifestazione.
Non servono cronache
anche se ogni tanto occorrono informazioni che diano quadro di riferimento.
E' bensì attraente il gioco dei diversi sguardi soggettivi che, come un prisma, riflettono Arcastella in tanti modi diversi.<<<
Passeggiando per la mostra ho ritrovato tra i disegni e i collage dei colori, dei volti, degli animali e soprattutto delle sensazioni che mi portavo
dentro da quando ero bambina. E questi stessi colori e tratti oggi mi hanno raccontato qualcosa di nuovo; la vita ebraica è narrata con la stessa
grazia che caratterizzava i miei libri d'infanzia.
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narrare con grazia...<<<
Durante la presentazione della mostra è stato detto che Luzzati è innanzitutto un pittore. La sua risposta è stata: un pittore non ha bisogno di
sapere dove va a finire la sua opera. Io ho bisogno di sapere dove vado, ho bisogno di limiti. Trovarsi davanti ad un artista che reclama il suo
essere un "artigiano dell'immagine" fa riflettere, il resto scaturisce dalle immagini che, come ci ha ricordato Luzzati stesso, vanno viste più che
presentate o commentate. |