I presagi di Artaud
Alterita' del corpo e mutazione, tra scena e virtualita'
Una ricognizione teorica attraverso repertori video

L’interattivita' stana il corpo

Artaud presagi' quanto sarebbe diventato complesso, se non impossibile, esprimere un’emozione vitale in un mondo sempre piu' mediato, sempre piu' inautentico.

Allora , negli anni Trenta, la sua insofferenza veniva gridata contro le sovrastrutture della Letteratura e del Dramma borghese saturo di psicologismi. Il teatro che cercava Artaud (nato cent’anni fa, il 4 settembre 1896) tendeva infatti a radicalizzare la contraddizione tra fisicita' e sovrastrutture psichiche e culturali.

Un atto di estremismo vitale. Un "teatro della crudelta'" impossibile mai realizzato se non intuito in una trasmissione radiofonica mai andata in onda ("Pour en finir avec le Jugement de Dieu" censurata dalla radio francese) e nella partecipazione estatica alle ritualita' trance balinesi e tarahumaras.

Oggi, nell’era del virtuale, all’ultimo stadio della comunicazione mediata, il corpo appare come un estremo luogo dello scontro tra vita e finzioni, e Artaud non solo risale alla mente ma nuove forme di spettacolarita' lo evocano, rilanciandone l’estremismo vitale.

Carlo Infante

^

L’interattivita' stana il corpo

Teatro come luogo del paradosso condiviso

Il meme della mutazione teatrale

I richiami degli umori

Il nuovo paradosso dell'attore