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carlo
 
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laboratori sull'oralità con Ascanio Celestini. 
 
 
ecco 
qui 
depositiamo un po' dei nostri appunti pensieri sparsi  
elaborati durante i laboratori sull'oralità di Ascanio Celestini, sia quello all'Arboreto di Mondaino che quello alla Corte Ospitale di Rubiera. 
 
alcune tracce (sguardi soggettivi basati sull'esperienza diretta) 
che potranno essere utili  
in particolar modo al laboratorio alla Corte Ospitale di Rubiera 
dove l'uso del forum on line è contemplato come pratica di lavoro (e di gioco... la memoria ludico-partecipativa)  
 
ecco qui alcuni spunti su questa pratica 
 
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=134   
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carlo
 
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la narrazione mobile 
 
 
solo solo degli appunti sparsi 
presi durante il laboratorio con il mio palmare... 
 
siamo nel cerchio della narrazione continua  
è un gioco ed un esercizio sull'oralità intesa 
come pratica immediata di narrazione 
 
ci si passa la storia di Giufà  
come una palla 
anzi meglio  
viene portata via  
sottratta e poi dribblata 
in un gioco combinatorio e sincopato. 
 
L'elemento di riflessione portante risiede nello scambio d'energia immaginaria che intercorre tra narratore 
 e spettatore-ascoltatore. 
 
In questo senso è importante basarsi sul riconoscimento della storia 
 
conoscerla già 
 
e si pensa a come 
l'apprendistato del bambino nella fabula 
si basi su questo 
ama sentire sempre le stesse fiabe 
identiche 
è questa condizione che gli eprtmette di elaborare immaginario proprio 
 
fare la strada che conosci non ti  fa pensare la strada 
dice Ascanio 
ripetendo come l'imboccare la via del mandrione a roma 
la via di casa 
lo rilassi... 
 
il punto è 
cosa fare con quel risparmio di pensiero? 
 
cosa fa il bambino con quel risparmio? 
elabora immaginazione propria 
appunto 
 
 e mi viene in mente 
il valore dell'iterazione 
sia nelle narrazioni di ascanio  
come in certe musiche 
 
il raga indiano ripetitivo 
alimenta l'ascolto interiore 
 
la ripetizione avvicina a dio  
diceva antonin artaud 
 
altre musiche 
come la sinfonia romantica di Beethoven ad esempio 
descrive e risolve tutto fuori 
 
il fulcro del ragionamento riguarda quindi la capacità proprio dell'ascoltatore di farsi la propria storia basandola sulla propria identità 
ciò che è 
ciò che sa 
ciò che cerca 
 
e il gioco circolare della palla-storia carambolata tra i ragazzi 
continua 
 
la storia raccontata da chi l'ha ascoltata immaginandola 
 
e poi emerge un altro dato: 
registrare le narrazioni dell'altro 
 
rilevare la parola para-para 
sbobinando le registrazioni con tutti i tic di narrazione, le strane pause, le ripetizioni 
 
e poi si rilancia 
dando luogo alla parola echeggiata nell'immaginario d'ascolto 
 
mi piace chiamarlo 
il gioco della superfetazione narrativa 
 
tutti si passano la palla della narrazione echeggiata 
da ciascuno 
che lievita lievita e si trasforma come qualcosa di vivente 
mobile...
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paolofesti
 
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brevissimo contributo: le prime cose che mi ero appuntato ancora durante il laboratorio con ascanio sono state: 
la necessità e il successivo piacere dell'ascoltare (una storia, gli altri, gli altri che raccontano una storia, la propria voce, i propri discorsi
interiori, ecc), seguire le parole e il filo del discorso. 
ho focalizzato l'attenzione sull'ascolto, forse l'ho riappreso; 
prima di iniziare il laboratorio ho faticato a pensare a delle storie da raccontare, durante il laboratorio me ne sono venute in mente diverse. le
storie gemmano. 
vorrei infine sottolineare una frase scritta nella presentazione del laboratorio e più volte richiamata: si raccontano le storie che si ha necessità
di raccontare.
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mariasole
 
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confusione 
 
 
non sono sicura di essere nel non-luogo giusto...io credo nel teatro anche e soprattutto come parola recitata, meditata, vagliata. l'oralità come
spontaneità rimane come ha detto carlo al di qua del teatro . ma io voglio fare teatro. l'esperienza delle signore all'herberia è stata fortissima,
mi hanno intenerito, commosso e divertito, ma per "scriverle", per metterle in scena hanno bisogno di una struttura. amo la dimensione  orale nella
scrittura, ma penso che abbia ben poco di spontaneo. sono un po' confusa.
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carlo
 
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la confusione eccellente 
 
 
 | Quota: |  Originariamente scritto da mariasole 
non sono sicura di essere nel non-luogo giusto...io credo nel teatro anche e soprattutto come parola recitata, meditata, vagliata. l'oralità come
spontaneità rimane come ha detto carlo al di qua del teatro . ma io voglio fare teatro.  
(...) 
. amo la dimensione  orale nella scrittura, ma penso che abbia ben poco di spontaneo. sono un po' confusa.   |  
  
 
>>> 
una citazione: 
è grande la confusione sotto il cielo 
la sitazione è quindi eccellente 
 
chi vuole sapere di chi è? 
 
 
nota operativa: 
con il QUOTE è possibile rispondere nei termini dell'altro 
è molto utile x creare conversazione 
 
a volte quando gli interventi sono lunghi 
x non appesantire con testi ripetuti 
è legittimo fare dei tagli mettendo però (...) 
che rende esplicito il taglio 
 
 
x quanto riguarda le tue perplessità: 
sono chiare 
ti poni dalla parte del teatro, legittimo 
ma qui (nel lavoro di Ascanio, intendo) il valore del gioco  è + alla radice... 
riguarda la natura essenziale del comunicare interumano 
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maribleu
 
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scrittura orale 
 
 
Scrivi come parla, parla come magna! 'na parola! mille parole! Se non scrivo le virgole mi capisci uguale? E' corretto scrivere "uguale"? Mi capisci?
e se non capisci ciò costituisce un problema? Ma io scrivo per me, per te che leggi o per molti ma non per tutti come il sapore vero dell'avaro
montenegro? che nessuno ha mai letto che tutti conoscono attraverso l'oralità della publicità: ah ah ah! Non si cercano risposte, ma domande disse
un tal Ascanio..... Ascanio chi? Quello alto così (   ), col pizzetto così(   ), che gesticola in questo modo(   ), col vocione che fa.....Hai
capito? No? Non mi hai guardato? Ma cosa leggi! Guardami, ascoltami.
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potimi
 
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Stamattina alla Corte sempre più Ospitale 
 
 
La stessa voce di "Fabbrica", con meno irritazione per l'immobilità del corpo, perché "spiegata", "motivata" e quindi "compresa". 
Rivelazione di un sentiero comunhe: istintivamente cammino anch'io lì, ma con più paura e quindi distratta e trascinata via da altri che si
autoproclamano più sicuri. 
Una mano nella schiena che mi spinge a continuare e approfondire...
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potimi
 
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Oggi pomeriggio in cerchio con le signore 
 
 
Il cerchio delle donne come quello dei bambini. Anche loro, non abituati a essere ascoltati e a guardarsi veramente tra loro, rivelano e scoprono
voglia e bisogno di raccontare il loro occhio sul mondo, la loro storia... anche se oggi il fascino del tempo lontano mi ha  conquistato in modo
diverso.
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potimi
 
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Citazione 
 
 
Il libro dei mutamenti direi... già, viva la confusione eccellente, ma che voglia di chiarezza!!!!!
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fabioboni
 
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...voi ragazzi non vi divertirete mai come me quella sera a ballare....e senza consumare benzina perché noi andavamo a piedi...
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carlo
 
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i varchi e i nodi 
 
 
ecco al volo le mie schegge 
tratte dal palmare... 
quando sono lì nel  cerchio 
 e batto sui tastini del mio cell  
(quella specie di frigorifero... x quanto è grosso...)  
scarico un pò di parole ronzanti 
dentro e fuori di me 
 
 
entro arrivo in ritardo x il ritardo del mio treno e ascolto 
il silenzio assordante di 14 menti che elaborano lo sviluppo di una fiaba, la storia di cecafumo e dell'anello. 
 
immediati e sintetici,  sono i racconti popolari 
e anche voi, spero (penso) 
 
non è importante come vanno a finire 
le storie 
 ma raccontarle 
dice Asca 
 
 
riprendo al volo delle tracce di memoria... 
 
i nomi e le impressioni  
 
cecilia: l'anello hulaoop 
 
acsca, ribatte: 
e parla di cappuccetto rosso e degli oggetti distribuiti nello spazio della fiaba 
 
antonietta:fa teatro 
asca gli dice:non sovrapporre l'immagine del narrato alla tua.  
importante è 
partire da se 
 
marianna: la mimesi accentuata 
 delle sue mani 
 
fabio:la sintesi 
 
francesca: il racconto nel racconto 
 
chiara: romana ribatte i colori della voce di ascanio, troppo...  
 
giovanna: l'anello che vola 
 
delia: ...e muore contento 
 
> non mi ricordo il nome: anello che trasforma fratino 
 
paolo:  kafkiano 
 
marco: ripassa gli appunti. fratino mangia tutto anche la mano 
 
andrea: 20 tonnellate d'anello che schianta 
 
bernardino: il lupo di pietra 
 
 
note sul pomeriggio con le donne di rubiera, 
primi approcci x il progetto 
"il vestito della festa" 
 
una di loro dice: 
avrei ballato anche sull'acqua 
se non sbaglio è dolores, 
una macchina da guerra 
 
 
e ancora incita: dì che il ballo é bello 
 
e, decisionista nella scelta dei maschi c'informa che "c'era la sera da moroso" 
e poi quella del ballo 
  
18.4 mattina 
Asca parte con la 
la storia di giufà 
 
i nodi: 
i secchi che figliano e muiono 
 
lo schiaffo e il soldo 
 
 
e dice cose importanti: 
la velocità è una conseguenzaa non una scelta 
 
una volta che hai preso le immagini le liberi nel fluire del racconto 
 
i varchi e i nodi della narrazione 
si, è un pò come quella mia teoria sulla trama e l'ordito della narrazione 
ne parleremo... 
anche qui 
non solo nel cerchio 
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carlo
 
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Risposte: 2024
 
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tra scrittura e oralità: il paradosso bello della scrittura connettiva 
 
 
 | Quota: |  quote]Originariamente scritto da maribleu 
Scrivi come parla, parla come magna! 
 (...) 
 Non si cercano risposte, ma domande disse un tal Ascanio..... Ascanio chi? Quello alto così (   ), col pizzetto così(   ), che gesticola in questo
modo(   ), col vocione che fa.....Hai capito? No? Non mi hai guardato? Ma cosa leggi! Guardami, ascoltami.   |  
  
 
<<< 
bello 
è un esempio lampante  
il tuo 
di come è possibile 
scrivere come si parla 
parlando come si mangia (...vario...) 
una pratica che scrivendo in rete 
in ciò che definisco 
la scrittura connettiva  
( se me li chiedete vi rimando a link con un bel pò di miei testi a riguardo) 
si esplicita 
si è sollecitati a scrivere in rete con gli altri  x gli altri... 
 
 
tornano ai contenuti del nostro lab 
 
appena conquistate delle postazioni in rete 
scrivete 
> una nota sull'andamento del lavoro con ascanio 
>  e una sull'incontro con le signore di Rubiera al Teatro Herberia  
> e tutte quello che vi va  
in relazione a questo circolo dell'empatia che si sta attivando 
 
 
un riferimento infine ad alcuni stimoli circolanti ieri in auto  
mentre si andava a Fiorenzuola 
 
a proposito di un'altra citazione che ha molto a che fare con la qualità di ascanio 
 
"solo chi ha dentro di sè il caos 
può generare una stella danzante" 
 
vi metto anche un link 
http://www.teatron.org/dioniso/   
 
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ozzetta
 
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silenzio...silenzio per pensare, riflettere sul tanto parlare, penso a questo e subito mi viene da cancellarlo ma no, non lo cancello perchè dovrei?
perchè è "sbagliato?" siamo intrisi nella cultura del "parlo per dire la cosa giusta", oppure perlo del tempo perchè non so se sono in grado, se ho
la forza di mettermi in gioco. Giudizi e occhi puntati addosso spesso limitano così tanto! Scrivo quello che vorrei dire, così lo dico scrivendo e
forse però non ha alcun senso e di nuovo vorrei cancellare tutto, ma non lo faccio. Caos, sì forse molto caos, e forse sto sbrodolando parole per
cercare di trovare degli spiragli di senso nel percorso che sto facendo. HO bisogno delle parole, qui, in questi giorni sento quanto sono importanti
ma anche poliformi, per il suono, l'immagini e cui rimandano, ecco due questioni di fondo SUONO E IMMAGINI. Ma volevo anche proseguire il discorso in
un'altra direzione...bo, non so, mi tornerà dopo...suono e immagini, dicevo. Ascanio oggi parlava di come si racconta descrivendo delle immagini che
si hanno davanti, si "vedono" le cose, le situazioni, i luoghi e dal vedere nascono le parole, ho un dubbio su questo ma in questo momento mi sembra
così, e queste parole possono diventare musica assumere un ritmo ma in conseguenza, quasi che "le immagini suonino le parole". A questo punto però
mi pongo dalla parte dell'ascoltatore o "narratario" come lo definisce Ascanio e mi chiedo se invece per chi ascolta appunto, non sia il suono che
rimanda alle immagini???????? Ieri per esempio, nel vedere "vita morte e miracoli" a Fiorenzuola io ero trasportata dalla "musica del racconto", dalle
variazini musicali che lo muovevano e la mia attenzione era tenuta altissima da questo e a questo flusso seguivano le immagini"...scrivo e penso penso
penso...continuo a pensare, a risentire frasi, frammenti, penso questa cosa, penso...quell'altra che si è detta che è stata detta...curioso è che
comunque nel pensare continuo a parlare a me stessa...e l'oralità ritorna, è dentro...(?)sospensione
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berni
 
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depositare memorie 
 
 
Depositare memorie. Un luogo per sedimentare. Troppo breve ancora il tempo trascorso. Aspetto maggiore confidenza e tempo per leggere impressioni
altre. Vado. E' ora di iniziare. A dopo. Ciao.
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carlo
 
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Risposte: 2024
 
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vucciria 
 
 
è il momento di un piccolo giro di narrazioni proprie 
 
antonietta racconta del paesino tra i campi di grano in lucania e la festa della madonna e il ragazzino con il violino: quello del patto irrisolto
delle tettine 
 
altro giro 
si rimpallano la storia di giufà prima delle registrazioni e delle trascrizioni della narrazione para-para 
 
è un gran vocìo 
una vucciria come direbbero a palermo 
stanno provando 
asciugando quell'oralità che spesso gronda di "ordito" a discapito della trama  
(non voglio certo intendere x questo l'integrità della storia ma la sua ossatura, dove i nodi siano evidenti) 
 
asca li ascolta, li incalza li corregge 
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Fedra
 
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Aprire il cuore 
 
 
in realtà mi sarebbe piaciuto tanto essere la Madonna...è difficile dirlo a paroleORALI è più fecile RECITARE che DIRE....sei nudo,non hai
protezioni..niente di niente,se non te stesso e la tua anima NUDA.........Che strana cosa...dire..aprireIL CUORE?
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fabioboni
 
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mi manca proprio la capacità di narrare, sono abituato a raccontare con le immagini, qui invece devo raccontare delle immagini che non riesco a
trasferire in parole, ma va bene così, preferisco ascoltare, i racconti delle diversità delle persone e del mondo, seduti in un cerchio, dove si
respira aria buona 
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topogigio
 
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scrivere l'orale 
 
 
Che fatica scrivere quello che uno dice parlando, scrivere le pause, gli mmmh, 
nc, eeeeeeh, le ripetizioni smozzicate..... e i sospiri come si scrivono? 
 
E poi intervenire sui racconti degli altri... 
 
E poi... controllare il movimento... 
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Patbol
 
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Risposte: 1
 
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Costretta a scrivere oralità non ancora sedimentata per permettere alla mia memoria di continuare a germogliare. Non ci riesco. Quanto sta succedendo
in questi giorni è troppo intenso per poter essere scritto così, a caldo; ho bisogno di rielaborare, per fare luce nelle mie idee e di conseguenza
scrivere qualcosa di comprensibile per voi che ascoltate, o leggete (??). Ma a quanto mi si dice (...) questo forum si propone di affrontare un nuovo
approccio. Scusate, devo andare. A dopo. 
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Andrea Bertoni
 
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Risposte: 1
 
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Ecco, come dicevo... stavo scrivendo il mio messaggio impegnato e schiacciando due tasti insieme si è cancellato tutto... e mi tocca riscrivere tutto
e sarà anche diverso perché ci ho ripensato e probabilmente erano tutte cazzate... 
Cambio idea. E la cambio ancora. Comunque puoi cambiare idea di più quando scrivi o quando parli? 
Curiosamente si parlava di archivi e registrazioni stasera con molti. hihihihi... siamo un po' ossessionati noi da 'sta cosa no? registrare,
conservare, su un supporto fedele, limpido, diggitale (che a 'stà co' ccelestini mme viene aromana...) tutto lo scibile e l'esperibile? però è un
po' come col computer quando ingrandisci una foto tanto che arrivi a vedere i pixel... 
mi pare che non ci stiamo impegnando altrettanto sul TRASMETTERE, forse dovremmo anche prendere un po' di 'sti pezzi di vetro e farci una bottiglia,
che magari riesci a farci stare un po' di vino... 
Dentro Celestini di vino ce ne sta... 
Amen
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carlo
 
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Risposte: 2024
 
Registrato il: 10-3-2002
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"  "  citazioni da walter ong 
 
 
vi avevo promesso delle citazioni da "oralità e scrittura " (il mulino,1986) 
 
"platone pensava alla scrittura come a una tecnologia esterna, aliena, nello stesso modo in cui oggi molte persone pensano al computer. 
noi invece oggi l'abbiamo ormai interiorizzata così profondamente, l'abbiamo resa una parte tanto importante di noi stessi, che ci sembra difficile
pensarla come una tecnologia al pari della stampa e del computer" 
 
"le tecnologia elettronica ci ha condotti in un'era di 'oralità secondaria'. 
Questa nuova oralità ha sorprenmdenti somiglianze con quella più antica per la sua mistica partecipatoria, per il senso della comunità, per la
concentrazione sul momento presente (...)" 
 
 
per ora è tutto 
torno nel cerchio 
 
perdonatemi se ogni tanto mi sgancio 
 
dopotutto non sono del "gruppo" 
 
sono un satellite 
orbitante, teorico (ma vicino e sodale all'azione) e concentrato su un'attività parallela (ma convergente) che in questo forum possa ricreare anche a
distanza (nello spazio e nel tempo) 
un'eco di questa esperienza 
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carlo
 
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Risposte: 2024
 
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La spontaneità che si raggiunge verso la fine, non all'inizio 
 
 
attenti a non cadere nella parodia 
dice ascanio 
e anche a non adagiarsi sui personaggi. 
 
nuovo passaggio del lab 
 
con i testi trascritti e sbobinati escono le immagini della parola detta anche se alcuni cercano il racconto teatrale e letterario. 
 
ma l'oralità è altrove. 
 
sta nel far emergere la storia  
che è dentro. 
 
leggono le storie trascritte 
alcune di queste si affiancano all'ascolto delle registrazioni 
(quent'è forte la differenza la parola parlata dalla stessa trascritta) 
si gira e a quei accostamenti 
si combina anche la narrazione di nuovo dello stesso frammento. 
 
 
19.04 
nasce un personaggio: ermenegildo fregnetti 
e lo si presenta 
diventa un elemento di ludico disturbo 
un tormentone dentro la storia di giufà che riprende a girare come una trottola  
tra tutti 
 
se la passano  
anzi se la prendono 
e gira gira 
in un semplice e straordinario gioco della narrazione condivisa. 
 
il ritmo nasce dall'interno 
generato dall'intesa spontanea che inizia a sorgere. 
E' la spontanetà che prende forma 
 
la spontaneità non è all'inizio come viene da pensare 
ma verso la fine del percorso 
 
la si conquista attraverso l'abbandono delle sovrastrutture e delle mediazioni 
 
si sta capendo  
con il corpo 
cosa sia l'essenza dell'oralità. 
  
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mariovillani
 
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Risposte: 1
 
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dal seminario all'arboreto... 
 
con un po' di ritardo qualche appunto 
due immagini-totem essenzialmente, su cui ho cominciato a lavorare in altri progetti. 
 
- una è l'identità 
(il matto si sceglie l'identità - il paese ti dà l'identità) 
 
- l'altra è il perastro, la soglia, il limen (i luoghi delle morti violente, i fiori sul ciglio della strada, dove si aggirano i fantasmi) 
 
sulla soglia si perde l'identità... a metà strada, nel nonluogo, si perde l'identità... raccontando le storie affermo l'identità 
 
sto utilizzando un po' del materiale preso dal seminario di ascanio in un laboratorio con non-vedenti...  al primo giro di racconti sono venute fuori
reazioni sorprendenti proprio sul tema dell'identità...  
 
colloca le immagini nella foresta di simboli. riordina le tue immagini. riordina quelle della tua vita. rimettile a posto. inventa posti nuovi se
quelli vecchi non li trovi più. come fa zi' angelo, riraccontati la storia. dai, riraccontati la storia... 
 
p.s. da noi il personaggio buffo si chiamava barnaba domenichetti :-) 
 
saluti 
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carlo
 
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Risposte: 2024
 
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pensieri condivisi con le vostre azioni 
 
 
 | Quota: |  Originariamente scritto da mariovillani 
dal seminario all'arboreto... 
 
con un po' di ritardo qualche appunto 
due immagini-totem essenzialmente, su cui ho cominciato a lavorare in altri progetti. 
 
(...) 
come fa zi' angelo, riraccontati la storia. dai, riraccontati la storia... 
 
p.s. da noi il personaggio buffo si chiamava barnaba domenichetti :-) 
 
saluti 
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ben ritrovato mario 
il tuo intervento permette di capire anche un'altra potenzialità di questo forum  
interconnettere tra loro esperienze diverse 
come la tua svolta all'arboreto 
in relazione a  quest'ultima della corte ospitale 
 
 
cologo l'occasione al volo x fare gli auguri a tutti di buona rigenerazione pasquale 
 
che vi mangiate? 
è da stamattina che ascanio mangia coratella, come m'ha detto facendomi venire l'acquolina... 
io sto a carrara  e m'aspetto agnello fritto e panato (che adoro) 
 
stop. non buttiamolo su sto fronte che poi ci s'incarta con gli estremi biografismi 
 
piuttosto  
quando avete voglia  
riportate un pò delle vostre tracce d'esperienza diretta qui in questo forum che forse a qualcuno pare così alieno 
ma lo capirete... ha senso eccome... 
 
ho degli appunti sul palmare 
appena riesco ( sono in viaggio continuo...) a installare il software su un pc x portarli fuori li pubblico 
quel mio ticchettio sulla tastiera del telefonino erano pensieri condivisi con voi, 
con le vostre azioni... 
 
 
 
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gianluka
 
Junior Member
   
 
 
 
Risposte: 5
 
Registrato il: 22-4-2003
 
Utente offline
 Modalità: Not Set
  
 
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da qui dietro 
 
 
da qui slancio al mondo l'interassenza che mi lega al pensiero mio che m'abbandona... lo spazio scenico di fronte e in
mano, dal cellulare vivo e altero la morte. dalla tastiera il sogno di suonare il pensiero. come se le lettere digitate rifossero suoni che il
rabdomante-stato ha dissinnescato. insomma attraverso il polmone degli occhi, bevo luce e caccio fuori tensioni elettriche... anche se poi in fondo
vorrei che esistesse anche un modo reale di dire le cose. anzi il caso: partiamo da qui : parole come segni elettrici dai quali semplicemente si parte
per il bisogno dell'altro. ecco: il respiro incongruo, le mani tese dell'incomunicabile come un ponte sul mare di gente.
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