Laboratorio per una nuova produzione

UOMINI E DONNE
Conflitto Uomo-Donna nel lavoro di Punzo? Anche lui ci si è messo con il suo Laboratorio basato sul tema della Cattiveria: i giovani partecipanti hanno potuto sperimentare pratiche (controllate) di sadomasochismo eterodiretto, con l'unica attenuante della vittima bendata che quindi non poteva guardare in faccia, diretto, il carnefice e sopratutto il suggeritore e ancor di più il tutor del suggeritore : insomma un insieme di gruppi basati su rapporti gerarchici a quattro, immersi nella fossa azzurra di una Piscina vuota, come nuovi schiavi teatrali del neo Circo contemporaneo, con critici e neofiti che dagli spalti avrebbero potuto urlare: " ancora, ancora" ! e poi inesorabili mostrare il pollice verso che avrebbe permesso al carnefice di finire la vittima. Ma per fortuna dolci musiche diffuse alleggerivano l'ambiente, e trasformavano il vuoto in un acquario sperimentale effettivamente affascinante. Ragazzi e ragazze, maschili, femminili, omosessuali, bisessuali, sperimentavano in vitro, in acqua, a secco, la ricerca di SE e degli altri, attraverso i corpi, gli odori, i suoni, le pelli. Quante storie per una carezza ! (Gianguido P.)
DENTRO LA PISCINA VUOTA
Ricordo, ricorderò sempre, quelle corse attraverso i boschi, bendato.
Era una delle tante prove che gli stalker del Teatro delle Sorgenti curato da Jerzi Grotowski ci proponevano in un training paradossale, a-teatrale, teso alla ricerca di quelle tecniche originarie che stanno alla base, prima, dell'espressività. Un lavoro centrato sulla conoscenza di sé, sulla propria percezione, sui livelli di attenzione sottile, per sfuggire alla gabbia degli automatismi. Era vent'anni fa, in un bosco polacco, tra zanzare e fango.
Oggi all'Isola di San Giorgio ritrovo quello spirito, quella tensione che s'interroga sulla necessità di un teatro fuori dal teatro. Lo ritrovo nel Laboratorio di Armando Punzo che dal sodalizio con gli ex stalker grotowskiani , allora stabiliti a Volterra nell'ex Ospedale Psichiatrico, è partito per la sua avventura (pensa, si chiamava proprio L'Avventura quel gruppo). Per anni ha condotto un lavoro importante nel Carcere di Volterra ed ora a Venezia sta dando vita ad un progetto che coinvolge anche delle prostitute nigeriane. E' un'avventura attraverso l'alterità, alla ricerca di quell'energia sepolta dentro di noi. I ragazzi che partecipano al laboratorio vagano bendati per i prati dell'isolotto lagunare in un gioco sadico che vediamo poi esteso ai mènage triangolari in fondo, dentro la piscina vuota della Fondazione Cini.
Osserviamo dall'alto, dalla superficie, mentre loro i ragazzi sono immersi in un mondo non rappresentato ma vissuto intensamente, intimamente. Punzo si avvicina ad alcuni di loro e gli dice qualcosa all'orecchio.
Cosa gli dirà? Glielo chiediamo nell'incontro che abbiamo avuto ai bordi della piscina, in superficie.
Per altro canto un'attrice veneziana che ha partecipato al laboratorio ha scritto per noi una sua memoria che ho titolato "Esplorare la propria energia", un elemento per cogliere alcuni aspetti di quel lavoro intenso e intimo. (Carlo I.)