Stagione in corso / Seppellitemi in Piedi / 3
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Seppellitemi in Piedi

/ appunti per...


C'è un teatro a cui una comunità non dovrebbe mai rinunciare: il teatro in cui la comunità mette in scena se stessa, si tasta il polso e cerca di capire se è ancora viva.
E' il cosiddetto teatro di impegno civile, che non va inteso come una forma di servizio sociale, ma come una proposta di arricchimento delle chiavi di lettura della realtà.


In effetti il teatro svolge una propria funzione sociale nella misura in cui non serve a niente. Nel senso letterale del termine.
Il teatro, se è vero teatro, non è asservito a nulla e a nessuno che non sia il teatro stesso. E non intende rendere la vita facile a nessuno. Semmai ce la complica, arando la crosta di indolenza quotidiana che ci fa spesso affrontare gli orizzonti mutevoli della vita con gli occhi colpevolmente rivolti soltanto al nostro giardino privato.
Di fronte alla complessità della realtà che ci sta di fronte e al proliferare indiscriminato di analisi, di informazioni, di commenti, di proposte che ormai generano confusione e incertezza, il teatro ha la capacità di osservare il mondo e trasformarlo in racconto.

Come se fosse una pausa di riflessione da offrire alla ragione perchè la elabori tenendo conto delle emozioni attraverso la parola che si fa racconto.

Oggi, a volte, questo genere di teatro è fuori Luogo.
-Non è questa la sede adatta!- è la risposta che viene naturale
-Non è la sede adatta-
La stessa risposta che si sentono salire dallo stomaco tutti gli amministratori comunali che incapparono negli zingari di Via Cuneo.
- Di problemi ce ne sono tanti, non ditelo a noi, ma non è questa la sede -

I problemi stanno sempre nell'intercapedine tra due sedi deputate a risolverli. Stanno sul confine senza avere una sede. I problemi del nostro presente sono per natura fuori luogo, e altrettanto fuori luogo si sentono le persone che dovrebbero risolverli.
La maggior parte delle vicende umane che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno sono cominciate da un'altra parte, fuori dai nostri luoghi. Sono cominciate alle periferie della globalizzazione per finire nelle periferie delle nostre città.
Se resti fermo, guardi le cose dalla tua finestra non capisci più niente. Adesso più che mai le storie vanno inseguite, siamo costretti a diventare zingari per non vivere fuori luogo nelle nostre dimore.
Per questa ragione ci siamo convinti che gli zingari di via Cuneo possano parlarci del nostro disagio oltre che del loro. Che possano spiegarci la nostra stanzialità in crisi con il loro nomadismo in tramonto.


Seppellitemi in Piedi

tratto da:
Fuori Luogo di Marco Revelli

scritto da:
Remo Rostagno, Beppe Rosso, Filippo Taricco

regia:
Beppe Rosso

interpreti:
Beppe Rosso, Miki Paunkovic, Milan Paunkovic

 
               
 

 

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