Imparare giocando
Interattività tra teatro e ipermedia

di Carlo Infante
edizioni Bollati Boringhieri

Un libro nel web

E’ ancora troppo poco quello che, qui, dal libro passa al web.

Prometto, però, che sarà sempre di più, non solo in termini quantitativi ma qualitativi (per ipertestualità e connettività).

Una prima opportunità che intendo qui esprimere è l’informazione sulle diverse presentazioni che si svolgeranno in campo, dopo la prima, quella svolta a Polverigi per il Festival Inteatro all’interno la "scatola nera", la memoria di bordo on line che curo da anni e in cui coniugo pedagogia dello sguardo teatrale e dinamicità del gioco comunicativo, una delle piste che sviluppo nel libro.

Dal libro poi estraggo qui qualche frammento, ma non solo, inserisco infatti alcuni altri materiali che non vi hanno trovato luogo e che a pensarci bene funzionano meglio in rete che su carta. Non si può cliccare su un URL (indirizzo web) stampato, qui, on line, ci puoi arrivare direttamente.

Piano delle presentazioni

interviste e altre note

L'evoluzione multimediale delle comunità d'apprendimento

cercare il sapere/saper cercare

"rendere comprensibile il possibile/rendere possibile il comprensibile"

"imparare ad imparare"

Le tre parole chiavi della cultura digitale: Interattività, Ipermedialità, Connettività

Iperteca, mappa dell'educazione on line

Siti di orientamento

di Carlo Infante
(edizioni Bollati Boringhieri)
indice

L'evoluzione multimediale delle comunità d'apprendimento

Introdurre ad un approccio evolutivo con la telematica e la multimedialità nella scuola significa affrontare il problema della comunicazione, prima di tutto.

Comunicazione non significa solo scambiarsi informazioni ma creare contesti condivisibili.

Creare cioè un ambiente d'intenso scambio esperienziale, educativo nel senso più forte del termine.

Da qui si parte per andare a cercare la scuola del futuro. E anche quella del presente.

Ma ora, come conferma l'effervescenza generalizzata, la questione del futuro digitale, sta diventando la molla per far scattare in avanti tutto un sistema, come quello educativo, incagliato nelle secche di decenni di gestione burocratica e di astratta politica culturale.

Attenti, però, questo fatto di proiettarsi nelle tecnologie informatiche vedendole come dei passpartout, ovvero come ottimali nuovi strumenti per fare meglio le cose di sempre, ha un senso troppo relativo, ha il fiato corto. Com'è altresì limitato pensare di utilizzarle solo per confezionare applicazioni didattiche strutturatissime, con testing e certificazioni di qualità.

Dietro tanti ipertesti didattici si nasconde l'istruzionismo più rigido e operazioni frutto della somma addizionale di quelle nuove competenze informatiche che vengono espresse nel segno della peggiore tradizione meccanicistica. Ecco ho parlato di "somma addizionale" proprio per evidenziare la ridondanza di un modo in cui vengono utilizzate le tecnologie in quanto tecnologie e basta.

Se c'è una cosa che va detta con chiarezza e convinzione è proprio questa: non si deve concepire l'uso delle tecnologie come una somma di nuove funzioni ma come una moltiplicazione di opportunità.

Mi spiego meglio e torniamo al punto caldo, ossia la comunicazione.

L'avvento del digitale all'interno del sistema educativo deve essere colto come un fattore di sostanziale cambiamento dei modi di relazione tra i soggetti che vi operano. L'aspetto della didattica è quindi solo una componente dell'intero sistema di relazione e di scambio educativo che si crea all'interno della scuola.

In questo senso è opportuno inquadrare l'approccio con la rete Internet in quanto nuovo ambiente di comunicazione, individuandone anche delle applicazioni precise: sia per la collaborazione e formazione a distanza che identificare le possibilità di nuove forme di organizzazione interna, di relazione con gli studenti, le famiglie, l'ambiente sociale.

Prima ancora però trovo importante entrare nel merito dalla porta principale, quella psicologica e non quella tecnologica (per cui invece si tende a trovare risposte applicative alle domande funzionali per quanto nuove).

Uso quindi delle frasi che tendo a proiettare ( e a giocare con il loro rovesciamento) come degli slogan evolutivi; è sulla base di questi che articolo alcuni concetti dinamici utile ad entrare nella questione della riconfigurazione psicologica nei confronti dell'universo digitale.

 

"cercare il sapere/saper cercare"

Suona come un'ovvietà, forse lo è anche, come certi "uovo di colombo" epistemologici, ma è tutt'altro che banale.

Nella Società dell'Informazione siamo invasi da immagini e parole, in tutte le forme. Le informazioni vengono a noi in quantità, e anche in "qualità" dato che possono essere "spinte" (push technology) nei nostri computer, tant'è che uno dei problemi di fondo del nostro tempo è quello della sindrome da "overload", il sovraccarico di dati.

Se per millenni la nostra evoluzione culturale ha trovato un suo sviluppo grazie alla spinta di "cercare il sapere" oggi, sempre più, insorge la necessità di "saper cercare", selezionando, trovando le parole chiave per le nostre indagini, scegliendo il tempo e il luogo per averci a che fare. L'uso, in questo senso, dei motori di ricerca in internet è emblematico, lo è ancora di più tendere ad utilizzare i "motori" tematici piuttosto che quelli generalisti. Affinare la nostra selezione, sfuggendo agli automatismi o perlomeno condizionandoli sulla base delle nostre necessità, è uno dei principi per vivere e produrre nella Società dell'Informazione.

 

"rendere comprensibile il possibile/rendere possibile il comprensibile"

L'avanzamento tecnologico produce un problema psicologico diffuso ad ogni grado della quotidianità: un disorientamento provocato dal fatto che non si riesce a capire dove vada il mondo. Uno spiazzamento che fa interrogare su cosa fare di tutti quegli strumenti che ci propina l'offerta di tecnologie. Come usare, meglio: come tradurre in opportunità vitale la risorsa tecnologica?

L'offerta è ancora più forte della domanda, così non può funzionare neanche il mercato. Non a caso una delle indicazioni istituzionali più forti, passa attraverso quei nuovi servizi telematici pubblici in grado di creare valori d'uso dei sistemi informativi. Dare luogo alle possibilità intrinseche della comunicazione pubblica è uno dei modi per rendere comprensibili le potenzialità telematiche.

In questo quadro il mondo della scuola è il luogo privilegiato per testare queste possibilità, proprio perché una delle applicazioni più efficaci riguardano le modalità di un apprendimento che può diventare più dinamico e flessibile, in piena correlazione con il mondo in trasformazione.

Il rovesciamento di questo concetto appena assodato rilancia fortemente in avanti tutto il discorso: rendere possibile il comprensibile significa poter espandere ciò di cui si è consapevoli in ciò che s'immagina e si progetta. Comporta, in primo luogo, un ottimismo di volontà proiettiva che è sottilmente diverso dal determinismo tecnologico sul quale si è fondata tutta l'idea del progresso, propria della cultura occidentale. Fa pensare ad una strategia ideale in cui la migliore ricchezza sarà la risorsa umana impegnata a dare sostanza alle utopie, per attuare la progettualità creativa.

Lo so, suona un po’ come una bella fantasia. Ma c'è un senso. Si può realizzare. Anzi penso che qui, nell'inverare questa intuizione, si giocheranno le partite più importanti della civiltà futura.

 

"imparare ad imparare/imparare ad imparare"

E' buffo ma è così. Il concetto va in loop. Un anello che si morde la coda, come l'ouroburos alchemico.

L'accelerazione evolutiva in corso ci pone di fronte alla necessità di una riconfigurazione dei nostri assetti psicologici, una modificazione tale da non risolversi in una unica fase ma in una flessibilità che ci predisponga continuamente al cambiamento. Imparare ad imparare è il concetto motore di quella psicologia cognitiva che sostiene il "costruzionismo" come principio attivo dell'apprendimento: s'impara facendo, mettendosi in gioco. Una volta che si capisce e si realizza questo si può procedere. La dinamo cognitiva sarà innescata e sarà, tendenzialemente, in grado di affrontare la nuova complessità del futuro digitale.

 

Le tre parole chiavi della cultura digitale: Interattività, Ipermedialità, Connettività

Internet, la rete delle reti, sta crescendo popolandosi di persone che lavorano come i pionieri, attraverso la più antica forma di interazione uomo-mondo: l’esplorazione.

Alla ricerca di nuove frontiere nel web si sta così sviluppando la crescita spontanea di inedite forme di apprendimento .

Al semplice accrescimento delle conoscenze, attraverso la comunicazione con altre persone, si affianca una nuova trasmissione organizzata del sapere in una connettività telematica che espande una coscienza che tende a dare forma a ciò che si può definire intelligenza connettiva.

L’educazione nel nuovo ambiente digitale si coniuga con la comunicazione, rilanciando il senso che sta alla base del concetto stesso di navigazione interattiva, con una prerogativa non indifferente: la personalizzazione del percorso, l’autonomia della scelta. È per questo che oggi, con l’avvento delle nuove tecnologie digitali e delle reti telematiche in particolare, le procedure di apprendimento stanno cambiando vertiginosamente. In questo senso è opportuno che vengano riconfigurati gli assetti del sistema educativo perché l’istruzionismo non è più sufficiente a soddisfare la domanda di formazione.

E’ nel principio attivo che sta alla base della comunicazione che si può rilanciare il valore portante dell’ educazione oggi, trovando una stretta misura di relazione tra l’etimo della parola latina "educere" (educare) in cui è insita l’idea del "condurre" fino ad avvicinarla alla parola greca "kiber" per cui s’intende il "pilota" che conduce, appunto, per mare.

Pensando la rete come nuovo ambiente da esplorare, sarà infatti necessario riconfigurare il concetto stesso di educazione permanente, considerando che in futuro occorrerà condividere delle azioni oltre che nello spazio-tempo fisico anche in quello digitale.

La necessità è quella di "imparare ad imparare" ovvero quella di apprendere competenze duttili, in grado di affrontare la fluidità degli scenari tecnologici in mutazione.

Per misurarci con questi scenari sarà utile utilizzare tre parole chiavi: interattività, ipermedialità e connettività.

L’interattività riguarda principalmente il corpo in azione nell’ambiente digitale attraverso l’uso di interfacce. L’interfaccia è ciò che ci permette di svolgere quelle azioni: è sia lo strumento per intervenire in questo ambiente con estensioni fisiche (mouse, dataglove, etc) sia la soglia da attraversare per entrare in relazione percettiva e cognitiva con lo schermo del computer. Quest’ultima è l’ interfaccia grafica, che può essere individuata in due forme sostanziali: simbolica (quando è composta esclusivamente di parole e icone da decodificare nelle loro funzioni ) e immersiva (quando ricrea un ambiente, possibilmente tridimensionale, in cui si è invitati ad "entrare" ).

Altra parola chiave è ipemedialità, quella che sottende le forme non lineari del linguaggio e che sostiene il principio associativo sul quale si basa la nostra memoria.

Costruire artefatti cognitivi è il compito di chi esercita il linguaggio utilizzando le diverse tecnologie a disposizione, dal libro al cinema e ora al multimedia e alla telematica.

Nell’ambito informatico, con i software ipermediali, il linguaggio trova finalmente la sua forma più espansa, simile alla complessità psichica della mente sollecitata continuamente da libere associazioni e rimandi analogici. E' in questa espansione della capacità cognitiva che si abbraccia un aspetto storicamente sottovalutato dalla monomedialità della scrittura-lettura, la percezione audiovisiva. In questo senso l'ipermedia si apre alla mutazione delle sensibilità che in futuro sempre più tecnologico riscoprono il valore originario della comunicazione totale.

Altra, fondamentale, parola chiave è connettività, il valore che determina la condivisione nell’interrelazione comunicativa.

Il principio basilare su cui si sviluppa la nostra intelligenza è quello della connettività neuronale attraverso le sinapsi del nostro cervello.

Il fatto che le reti telematiche possano essere concepite come un isomorfismo della mente ci sostiene nella considerazione di un'emergente intelligenza connettiva

Nello scambio di comunicazione on line, grazie all'interattività e all'ipertestualità, si reinventano le modalità della produzione di linguaggio e di interrelazione sociale.

Il concetto di spazio e di tempo si ridefinisce e tendenzialmente il rapporto tra pensiero e azione si fa più serrato.

Iperteca, mappa dell'educazione on line

La mappa "anticipa il territorio" suggerisce Baudrillard, permette di prefigurare i percorsi, visualizzando in anticipo le traiettorie. Uno strumento utile quindi anche per il web dove spesso nella navigazione scandita da continui link si perde l’orientamento.

Un buon strumento d’orientamento sulle esperienze educative on line può essere quindi considerata l’"Iperteca" (www.gruppoentasis.com/iperteca, web che, al momento in cui scrivo però, non è aggiornato da tempo), definita "mappa cognitiva" proprio perchè i percorsi della ricognizione vengono commentati da brevi descrizioni e qualche considerazione teorica. Notazioni attraverso cui non solo definire quello che scorre sullo schermo ma contestualizzare alcune esperienze che fuori e dentro la scuola stanno creando significativi approcci con la rete. Questa mappa l'ho concepita, con Alessandro Rabbone, in occasione della manifestazione "L'educazione oggi: i fili e i nodi. Sulle tracce di Freinet" svolta a Torino dell'aprile 1997. L’idea dell’iperteca era nata ancora prima, per il progetto "Il Futuro Digitale" realizzato da Gruppo Entasis in occasione del Salone del Libro nel 1996, raccogliendo inizialmente ipertesti off-line realizzati nelle scuole per poi svilupparsi nel web come occasione di orientamento sull’educazione on line.

L’interfaccia grafica di quell’iperteca è tratta da una pittura aborigena australiana che ricrea la dimensione magica del "dreaming time", lo spazio-tempo del sogno che la cultura aborigena considera come un mondo parallelo da cui attingere indicazioni per una vita reale profondamente animista, concentrata sul rispetto dello spirito dei luoghi. La terra è per loro una fittissima rete di campi magnetici con cui interagire, da interpretare con le pitture del "dreaming time" e da attraversare cantando, rilevando quelle "vie dei canti" di cui parla anche Bruce Chatwin. Nel web nasce così un ambiente grafico d’evocazione ancestrale eppure vagamente futuro: è un segno affascinante e inquietante, che vede comporre figurazioni astratte (emblemi d’energia, cerchi concentrici e concatenati) o simboliche (animali sacri) con innumerevoli puntini ocra, rossi, gialli, marroni (i colori dell’"outback "australiano: straordinario concetto psico-geografico, il "fuori-dietro", proprio degli immensi deserti alle porte delle città). Un segno da futuro remoto.

Il disegno richiama così l’idea dei tanti link come tracce di un percorso possibile: una vera e propria mappa sensibile che prospetta linee d'energia, quali possono essere quelle della comunicazione nella rete dell'intelligenza connettiva.

Un aspetto da considerare è che nella rete tutto cambia con grande velocità, non è da escludere quindi che alcuni indirizzi telematici cambino e che certi siti perdano le caratteristiche qualitative che vengono, in un certo momento, rilevate.

La mappa può anche essere vista come una possibile tassonomia degli ambienti educativi in Internet, secondo uno schema che non intende però essere classificatorio.

In primo luogo viene posta una netta discriminante tra quelli realizzati all'interno del sistema scolastico (In Scuola) e quelli al suo esterno (Extra-Scuola). A loro volta questi vengono differenziati secondo le diverse caratteristiche educative: ovvero quelle più connotate per la Didattica o quelle che tendono a sviluppare il cosiddetto Edutainment, dando spazio alla dimensione creativa e ludica dell'apprendimento.

Da qui l’analisi intende cogliere le più diverse sfumature quali l’integrazione o meno ai programmi curricolari o l’autonomia creativa affidata agli studenti, sottolineando poi gli ambienti ipermediali più immersivi (in cui si privilegia la navigazione per attrazione sensoriale) rispetto a quelli più simbolici (in cui si privilegia l’uso del linguaggio alfabetico ad esempio o dove si fa molto uso di pulsanti convenzionali).

Sul campo dell’edutainment si intende poi dilatare la ricognizione verso gli aspetti più ludici, citando alcuni cyber-games in VRML (Virtual Reality Modelling Language) e le città virtuali in Active Worlds o i MUD , i giochi di ruolo on line, per sottollineare il fatto che l’esperienza stessa del giocare in rete può essere considerata come determinante training per le procedure collaborative del networking.

L’iperteca con la sua mappa seleziona così, in quanto strumento per l’orientamento, le esperienze non tanto sulla base della loro qualità intrinseca ma per tipologie.

E’ quindi da considerare un sito di siti, un pò come questi su cui si concentra la navigazione, definiti, nella mia toponimia, siti d'orientamento.

 

Siti di orientamento

Inizia la navigazione. Su alcuni siti si sviluppa una maggiore attenzione che su altri; su alcuni infatti si va veloci, certamente non per la loro densità ma perchè in ricognizioni come questa si tende un po’ allo zapping, al click facile, al surfing. Cosa dire poi delle tantissime risorse on line trascurate? Ce n'è talmente tante e di straordinaria qualità tra le non citate che si rischia l’imbarazzo. Eppure la rete è così, non è sistematica.

Il primo da incontrare per chi si occupa di scuola, e i nostri kyber-presidi non possono proprio farne a meno, è il web del Ministero della Pubblica Istruzione (http://www.istruzione.it); il sito ufficiale per la scuola italiana, talmente denso di documentazione istituzionale che sarebbe tedioso stare a descriverlo in tutta la sua estensione. Una delle informazioni importanti da raccogliere è però il rapporto di monitoraggio del Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche che è in via d'arrivo della sua missione quadriennale.

Si procede e oltre ad utilizzare la mappa dell’iperteca, si aprono tanti altri siti. In primo luogo quello che accoglie il nostro progetto formativo, dove è anche "editata" la mailing list di cui ho ampiamente trattato. E’ il web della Mafrau (http://atelierdellascuola.mafrau.it) che è articolato con diverse aree: Archivio Liste (dove vengono pubblicate le mailing list prodotte dai moduli didattici), Forum (la sezione rivolta agli interventi tematici), Siti formativi (un orientamento su altre risorse on line), Sicurezza (documenti su riservatezza, privacy e sicurezza informatica), Biblioteca (materiali documentativi su Autonomia Scolastica,Formazione,Integrazione, Europa, etc), e altre ancora denominate Comunicazioni, Progetti,ecc.

Si arriva a "Webscuola" (http://webscuola.tin.it) che, in attesa che entrino a regime i progetti editoriali di chi ha capito che il sistema educativo è uno dei punti di raccordo con il futuro telematico, rappresenta di fatto il portale più strutturato per la scuola italiana. Nasce da un protocollo d'intesa tra TIN (Telecom Italia Net) ed il Ministero della Pubblica Istruzione e si presenta come "comunità virtuale di apprendimento delle scuole". Tre i principali canali: Risorse didattiche con lezioni in forma ipertestuale; Professione scuola per gli operatori scolastici; e Aulaperta, che offre opportunità di incontro telematico, via chat, tra le comunità scolastiche di tutta Italia.

E' proprio quest'area a rappresentare qualcosa di particolarmente significativo per i "roleplay" i giochi di ruolo on line, dove ,indicato un canovaccio in cui sono accennati personaggi e situazioni, i ragazzi inscenano delle drammatizzazioni, estemporanee, sincroniche, on line.

Il sito della B.D.P. (http://www.bdp.it) è l'espressione della Biblioteca di Documentazione Pedagogica , ed è quello tra i web dedicati alla scuola più considerato perché istituzionalmente preposto alla documentazione del sistema educativo, fin dal 1974. Tre aree principali: "Risorse per la didattica", "rubriche e news" e "Servizi per gli utenti". Nella prima si possono trovare indicazioni bibliografiche, materiali didattici strutturati e riferimenti ai progetti pilota nazionali ed europei.
Qui si possono trovare quasi tutti gli indirizzi e-mail e web delle scuole di ogni ordine e grado (www.bdp.it/elenscre.html)
finalmente connesse Sono attivi inoltre link a siti di interesse "scolastico": i Sindacati, le associazioni impegnate in campo educativo, le Università, gli IRRSAE regionali. Un ulteriore reticolo d' informazioni su tutti gli istituti scolastici permette di individuarli per regione, provincia, località.

Importantissima poi la possibilità di scaricare in download diversi strumenti shareware o freeware : browser per Internet, programmi FTP e per chat, editor HTML, plug-in, vari, editor grafici.

La BDP concede poi spazi web sui propri server e mette a disposizione un client chat ,in download dal sito stesso.

Altro sito nato da un protocollo d’intesa tra Ministero Pubblica Istruzione ed ENEA, Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente è Internet — scuola - enea campus (http://campus.sede.enea.it/internetscuola/) che esprime un intento meno informativo ma più rappresentativo di esperienze come quelle sull'educazione ambientale.

Un web d’ampio respiro istituzionale è quello del Centro Europeo dell'Educazione (http://www.cede.it) in cui è insediato l’Istituto per valutazione del sistema dell’istruzione con un archivio specializzato per l’autovalutazione della scuola. Servizi decisamente avanzati che riguardano particolarmente l’attività dei dirigenti scolastici.

Parlavo di portali educativi. Ecco un qualificante progetto editoriale in tal senso, è attivo su www.garamond.it/default.htm, si tratta di "Atlante.Coordinate per le scuole in rete" che si annuncia come un nuovo portale per il mondo della Scuola. La garanzia di qualità arriva dal fatto d’essere realizzato dalla casa editrice Garamond, la più impegnata, dalla prima ora, sul rapporto educazione e nuovi media. Tra i propositi di Atlante c’è quello di rendere disponibile un repertorio di risorse didattiche consultabili in audiovisivo, formato "RealVideo" e quello di mettere in linea gli strumenti per pubblicare le produzioni multimediali delle scuole, nonché promuovere la comunicazione fra dirigenti, insegnanti e studenti sui temi che vanno dall'applicazione didattica delle nuove tecnologie e dell'autonomia, attraverso forum, mailing list, dibattiti in diretta e commenti sulle produzioni editoriali a stampa e multimediali.

Le sette aree di Atlante sono: didattica (dove sono catalogati 468 ipertesti e multimedia realizzati nelle scuole italiane che hanno partecipato alle edizioni 1998 e 1999 del

Concorso "School Toolbook"), formazione (dove un team di esperti e' a disposizione per progetti di teledidattica), condivisione (area destinata ad accogliere i lavori delle scuole), comunità (dove trovano luogo sia gli interventi sulle mailing list che recensioni di libri, CD-Rom, siti web e riviste e spazio per chatting e Active Worlds, un sistema di teleconferenza in ambiente grafico tridimensionale), connect (dove trova luogo l’omonima rivista e la rassegna stampa su scuola e nuove tecnologie).

Un'esperienza antesignana è quella di "Net-scuola" (www.netscuola.it/index.htm), un servizio per il sistema scolastico curato da Logo 2000 che oltre ad un elenco delle scuole italiane presenti in rete, offre numerosi link a diverse risorse didattiche in rete anche se tutta la parte informativa(news e rassegna stampa) è sospesa. Chi linka su queste opzioni viene comunque rimandato sul sito di Webscuola di TIN..

Recentissima è invece la realizzazione di "World Wide School" (www.wwschool.com) Un sito sponsorizzato da Fila che nasce come momento di orientamento educativo, rivolto fondamentalmente agli insegnanti. La redazione di WWSchool presenta con aggiornamenti trimestrali i più interessanti web educativi on line oltre ad una elaborazione originale sul rapporto tra cultura, formazione e nuovi media.

Una sezione particolare è quella dei Laboratori "CreAttivi", in cui si promuoveranno iniziative di supporto agli insegnanti delle scuole elementari e materne per le attività di creatività infantile

Consolidato da tempo è "Didaweb" (www.eurolink.it/scuola/didaweb), un sito che oltre a mettere a disposizione ipermedia da consultare; corsi di studi organizzati sotto forma di patti educativi; percorsi didattici finalizzati all'autoapprendimento si caratterizza per l'articolazione delle sue mailing list. Gli operatori scolastici vi pubblicano testi teorici per una didattica realizzata attraverso la rete e vi si incontrano in liste di discussione specifiche allo scopo di elaborare in modo collaborativo i materiali da pubblicare.

Altro punto di riferimento consolidato è "Educazione & Scuola" (www.edscuola.com) che si avvale di un aggiornamento quotidiano (Le notizie del giorno) e di un'ampia gamma di servizi, tra cui: una completa raccolta normativa con informazioni di carattere giuridico; l’analisi cronologica degli avvenimenti scolastici (Cronologia); una sezione sulla didattica; un sistema per la chat (Il dialogo in diretta con gli altri utenti); e un forum (Il dibattito in Rete).

"Tecnica della Scuola" (www.tecnicadellascuola.it) è la risoluzione nel web dell'omonimo giornale che da cinquant'anni rappresenta un buon strumento per orientarsi fra leggi, decreti, ordinanze e circolari. Vi si trovano news che aggiornano su quello che sta succedendo nel "pianeta scuola"; l'attività parlamentare; l'agenda con tutte le scadenze mese per mese ed infine una preziosa banca dati sulla normativa scolastica che raccoglie migliaia di norme, a partire dall'inizio del secolo fino ai nostri giorni.

"Oppi" è il sito dell'Organizzazione per la Preparazione Professionale degli Insegnanti (http://www.oppi.mi.it/) , una federazione di centri di ricerca per la formazione. Tra gli intenti di questa organizzazione c'è quello di "costruire percorsi di apprendimento che valorizzino gli stili cognitivi degli alunni", progettare formazione ed autoformazione , .sperimentare le valenze didattiche delle nuove tecnologie

ScuolaItalia (http://www.scuolaitalia.com/) è un network aperto per la scuola. Tra le tante risorse per studenti di ogni età, insegnanti e genitori si segnala: la pagina della scienza; il filo diretto con il Ministero della Pubblica Istruzione, con tutti i comunicati e i provvedimenti in materia scolastica; un'affollata mailing List; pagine dedicate ai più piccoli e alla scuola dell'obbligo e altre affidate agli studenti delle medie superiori.

Con i kyber raccogliendo le diverse segnalazioni di link che ci arrivano dalla mailing list dell'"atelier della scuola" andiamo poi ad individuare la neonata newsletter a cura del Forum per la Società dell'Informazione (Fsi) della Presidenza del Consiglio: (http://www2.palazzochigi.it/fsi/ita/archivi/new/newsletter14.htm) visto che tratta delle ultime novità provenienti dal consiglio dei ministri sull'informatizzazione scolastica.

E scopriamo che sono annunciati altri 450 miliardi di finanziamenti in arrivo.

Alcuni presidi avevano posto la richiesta di alcune puntate della trasmissione televisiva "Mediamente" dedicate alla scuola e quindi marchiamo nei "bookmark" (i segnalibri) il suo sito (http://www.mediamente.rai.it) che oltre a permettere un contatto con i suoi responsabili, va considerato come uno degli ambienti più densi d'informazione di qualità sugli scenari digitali.

Altri web da consultare, a proposito di RAI: http://www.educational.rai.it ,in cui ci si può iscrivere per partecipare al FORUM di discussione "La Scuola in Diretta", riferito all'omonima trasmissione che va sul satellite, e http://www.mosaico.rai.it, da cui si possono prenotare anche alcune trasmissioni televisive a tema, da videoregistrare quando verranno trasmesse da RAISAT.

Infine andiamo a dare un'occhiata ad alcuni dei tanti concorsi che in questi ultimi tempi hanno affollato il web e in particolare quelli inerenti l'esperienze scolastiche, anche perché tra i presidi serpeggia non solo curiosità ma la voglia di fare qualcosa in prima persona.

Quando saranno pronti, spinti dalla Autonomia Scolastica che induce alla più ampia pubblicizzazione delle attività, magari vi parteciperanno.

Individuiamo due progetti che ci vengono segnalati nella mailing list, confermando il principio sul quale si sta basando il nostro lavoro di navigazione: è necessario non solo aprire nuove piste ma battere, tracciare meglio, quelle che ci vengono indicate all'interno della nostra comunità d'apprendimento.

Rileviamo così "Internet scuola", organizzato dal MUSIS di Roma come concorso per ipertesti sulla scienza (http://www.ips.it:80/scuola/concorso.html) e "ThinkQuest",concorso internazionale sulla creazione multimediale degli studenti (http://www.thinkquest.org). Il regolamento in italiano per l'edizione del 2000 è disponibile all’indirizzo http://www.internetwork.it/egocreanet che riporta anche i nuovi vincitori recentemente premiati a Los Angeles. Questo web è a sua volta un altro grande snodo nel mare magnum della rete per l'educazione. Il network telematico di Ego Crea rappresenta infatti un caposaldo delle nuove politiche educative nel nostro paese e al suo interno abitano tante anime, in un arcipelago di esperienze che orbitano intorno al Laboratorio di Ricerca Educativa di Firenze.

La navigazione finisce qui, i kyber possono registrare i vari bookmark con gli indirizzi dei siti visitati su dei floppy; hanno tracciato, navigando, la loro mappa dell'educazione on line.

(estratti, ma non solo, da differenti paragrafi del libro "Imparare giocando", edizioni Bollati Boringhieri, aprile 2000 )

 

Carlo Infante