Originariamente scritto da day
ho appena ricevuto una mail dall'uni... è stato spostato l'altro esame. quindi non ho più problemi d'orario.
la la ringrazio comunque!
l'esame è confermato
l'altra sessione di settembre è il 27
appena torno a casa vi mando il comunicto dell'evento del 18.07 a cividale
conto sulla presenza di tutti!
a Cividale del Friuli, presso la Scuola di specializzazione in Storia dell'arte dell�Universit� di Udine (ex Monastero delle suore Orsoline in
Santa Maria in Valle, in Via Monastero Maggiore, 38)
si svolge l�incontro
Performing Media. Dal videoteatro all�interaction design
Una presentazione dei programmi di ricerca del Corso di Laurea in Linguaggi e Tecnologie dei Nuovi Media dell�Universit� di Udine, supportato da
una selezione di repertori video e multimediali da proiettare e commentare, condotto da Carlo Infante, con interventi di:
Angela Felice (Teatro Club Udine)
Marco Rossitti (docente di cinematografia documentaria e sperimentale -Universit� di Udine)
Gianluca Foresti (Presidente del corso di laurea in Linguaggi e Tecnologie dei Nuovi Media-Universit� di Udine)
Furio Honsell ( Rettore dell�Universit� di Udine)
Lo screening si basa su tre repertori:
1. selezione Teatro in video �Incivile� (serie di DVD)
2. navigazione guidata Cd-Rom �E-Motion. Dal videoteatro all�interaction design�
3. Index Videoteatro (DVD: 20�,1989)
il 17 posso venire a prenderla io in stazione.
Ancora però non mi è chiaro su cosa deve basarsi un eventuale elaborato e, soprattutto, se dobbiamo farlo tutti.
Originariamente scritto da Beppe
il 17 posso venire a prenderla io in stazione.
Ancora però non mi è chiaro su cosa deve basarsi un eventuale elaborato e, soprattutto, se dobbiamo farlo tutti.
beppe
l'esame sarà una conversazione ad personam
e poi x quanto ti riguarda un buon lavoro l'hai già fatto usato YouTube diffondendo i materiali del corso...
conto poi sulla presenza di tutti
il giorno dopo a Cividale
altra cosa:
chi verrà la sera del 17 al Mittelfest?
c'è il coreografo Nadj da non perdere
anch'io ci sono mercoledi! Ma.. a che ora partiamo? come ci organizziamo?
Domani io non ho l'esame, (per cui non faccio un recupero stile manu!), ma vedo se riesco a fare un salto lo stesso, così vedo come vi va... eh eh!
per domani sera non penso di riuscire
ciao
a proposito di "progetti" di video sorveglianza...leggendo un'intervista al doc....
«Non ho paranoia per il controllo totale. Anche se pensando al film "Nemico pubblico" di Tony Scott mi si rizzano i peli sulla schiena. Non c'è dubbio
che strutture come la National Security Agency statunitense rappresentano un costante rischio d'attentato non solo alla privacy ma al diritto di
cittadinanza a tutti gli effetti. E senza andare così lontano la Telecom di casa nostra di porcate ne ha fatte anche troppe. Si tratta di stare
all'erta e acquisire più competenza possibile, per rigettare con azioni pubbliche le intrusioni del controllo subdolo, come fa, nel film di Scott,
Gene Hackman che rivolge contro i controllori i loro stessi sistemi-spia. Dobbiamo usare i media per non essere usati. Mi viene da rilanciare
quell'emblematico slogan di Yello Biafra, il leader del gruppo punk Dead Kennedys che cantava “Non odiate i media. Diventate i media! ". La mia idea
di performing media trova lì il suo impulso, s'innesta su questo principio già avviato dal media-attivismo, cercando format sempre più efficaci di
azioni pubblica e creativa. Nel mio libro parlo ad esempio del movimento della "sousveillance", il contrario di sorveglianza: “sottoveglianza” (anche
se la parola non esiste) ma dopotutto prima non esisteva la necessità di far accadere qualcosa di simile. E' l'azione dal «basso» che gioca con la
sorveglianza video e telematica, creando performance sui marciapiedi delle città, davanti e sotto quelle telecamere che controllano la nostra
convivenza civile nella dimensione urbana. Uno dei primi a dare forma a questa idea è stato, nel 1996, Bill Brown, media-attivista di New York che
insieme ai Surveillance Camera Players ha addirittura messo in scena, davanti alle telecamere e ai loro addetti stupefatti, dei microspettacoli
ispirati a Samuel Beckett e ad Alfred Jarry (si parla, nel web, di un Ubu Re caustico e situazionista)».
Beh, ricordiamo che il regista Eric Steel ha filmato sei suicidi sei dal Golden Bridge di San Francisco, ne ha fatto un film di successo e
discussione. Macabra performace. Ad un certo punto citi Richard Florida, economista che ha parlato per primo della “classe creativa”, cioè quella
classe che sta lavorando da anni in Internet per rendere possibile un concetto, altrimenti astratto, come Società della Conoscenza.
Ancor prima di iniziare a seguire il corso, una delle cose che mi affascinavano di più riguardante le potenzialità offerte da alcuni nuovi sistemi di
comunicazione, era la possibilità (finalmente!) di rompere con i percorsi sequenziali già prefissati in partenza (libri, film e qualunque altro "bene"
nei quali si è obbligati a seguire un ordine precostituito da altri di inizio-fine).
La nascita dell'ipertesto ( http://it.wikipedia.org/wiki/Ipertesto e http://www.mediamente.rai.it/HOME/BIBLIOTE/intervis/g/garcia.htm ) e la sua evoluzione alla velocità che conosciamo, ha permesso la rottura con la
gabbia nella quale tutti siamo stati imprigionati dal sistema educativo (non per niente si parla di alfabetizzazione). Una gabbia per certi versi
utile, rassicurante, ma che lasciava (e uso il verbo al passato non a caso...) poco spazio ai possibili collegamenti e connessioni che per natura il
nostro sistema cerebrale è abituato a fare.
Un concetto, quello di intelligenza connettiva al quale se ne lega immediatamente un altro: IPERTINENZA.
"Le cose scritte in un blog - sostiene Derrick - non vanno fuori così genericamente verso tutto il mondo, come nell'informazione tradizionale. Hanno
invece una possibilità di connessione pertinentissima con le persone che hanno per esse un interesse specifico. Tutto il web ora va verso
l'ipertinenza" (C. Infante, Performing Media 1.1, pag 45)
A segnare la definitiva rottura della linearità di un testo c'è poi la possibilità, sempre più crescente, di "ibridare" le informazioni con altri
media (audio-video-grafica).
Un esempio classico di tutto questo è il video-blog ( http://www.0280.org/salento/home/blog.php ).
Ritornando dunque alla possibilità di seguire un proprio flusso di conoscenza come rabdomanti del "sapere nostro" (cioè di quello che sentiamo di
voler sapere e conoscere) si può provocatoriamente (ma neanche tanto) parlare più di un ritorno ad un antico modello di comunicazione e scambio
sociale, con l'utilizzo però di nuove tecnologie, che di un evoluzione del vecchio sistema comunicativo.
Si ritorna, per certi versi, ad antiche pratiche comunicative risalenti a prima dell'invenzione di alfabeto e scrittura, basate su semplici e
immediate associazioni mentali.
Ancora De Kerckhove: "Quando navigo in rete, la dimensione tattile del cliccare e penetrare strati e strati di informazioni è molto simile al processo
multisensoriale del pensare" (C. Infante, Performing media 1.1, pag 77). Le tecnologie diventano così PSICOTECNOLOGIE ( http://it.wikipedia.org/wiki/Psicotecnologia e http://www.mediamente.rai.it/HOME/BIBLIOTE/intervis/d/dekerc06.htm ) ovvero estensioni, amplificazioni o emulazioni del potere della nostra mente.
Gli ipertesti, sono psicotecnologie nella misura in cui inducono il cervello ad elaborare nuovi paradigmi cognitivi che modificano la nostra
percezione del mondo. ( http://www.repubblica.it/online/internet/mediamente/derrick/derrick... )
Spingendomi ancora in là e volendomi avvicinare ancor di più al concetto di associazioni mentali libere, auspico un futuro nel quale i nuovi sistemi
possano garantire maggior immediatezza, libertà di espressione e percorsi possibili, senza ancoraggi legati a costrizioni testuali, per arrivare,
chissà, alla caduta di tutti i filtri interposti tra il nostro pensiero e la nostra espressione.
Una visione ottimistica molto lontana da quel pessimismo generalizzato che come sempre circonda "il nuovo che avanza" e di cui abbiamo trattato a
lezione.