carlo
 
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110973.Un altro 11 settembre,30 anni fa 
 
 
qui possiamo confrontarci 
a proposito di uno spettacolo teatrale che si rivela emblematico pretesto per riflettere sull'11 settembre 
quello di trent'anni fa 
che ha provocato un golpe pilotato dalla CIA in Cile 
primo atto di una scia di abusi che trova sulla sua rotta anche l'azione delirante dell'11.09.01 
 
qui trovi info dsull'evento 
http://www.teatron.org/110973/cstampa.html   
 
 
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luca
 
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non c'ero ma sento 
 
 
sento il peso di quella cappa di supercontrollo USA 
talmente assurda 
da essergli crollata addosso con tutte le torri 
odio di chi ha provocato quel terriile atto terroristico 
ma odio anche l'idiozia politica di un paese come gli USA che non capisce che non può abusare della liberta degli altri 
 
non ero ancora nato l'110973 
ma sento lo starsco di quell'eco d'infamia 
non si azzera una democrazia 
come quella poi 
non-sovietica 
libertaria 
ottimistica 
 
hanno immesso un virus nella politica internazionale 
ne è rimasta ammalata 
ancora oggi dpo trent'anni
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Fabrizio Pecori
 
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Un teatro di solidarietà 
 
 
Partecipazione è certo una delle parole chiave del teatro. Aprire una parete per comprendere con empatia questo nostro essere, la nostra storia, i
nostri sentimenti e le loro ragioni. 
 
Aprire uno spiraglio, proprio quell'11 Settembre, che troppe volte è stato caratterizzato dall'odio e dal furore di ragioni politico-economiche
troppo occidentali (si pensi alla tragedia cilena del 73, ma anche al risentimento senza tregua che ha caratterizzato la risposta all'assalto delle
Twin Towers), significa anche dare voce e dignità a qualcosa che reclama la nostra attenzione. 
 
Ecco perché reputo importante l'emergere di manifestazioni di un teatro di solidarietà che non vuole cavalcare l'emozione di un giudizio inorridito,
ma riesce a recuperare la scomoda eredità di un Cile che quotidianamente continua a cercare la propria strada di autodeterminazione. 
 
Un teatro che possa e sappia ridare un senso profondo all'operato di Salvador Allende perché: 
para vencer al hombre de la paz 
tuvieron que congregar todos los odios 
y además los aviones y los tanques, 
(dal Poema "Allende" di Mario Benedetti) 
ma certo gli "uomini della pace" non possono essere dimenticati. 
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carlo
 
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riattivare le coscienze 
 
 
 | Quota: |  Originariamente scritto da Fabrizio Pecori 
Partecipazione è certo una delle parole chiave del teatro. Aprire una parete per comprendere con empatia questo nostro essere, la nostra storia, i
nostri sentimenti e le loro ragioni. 
(...) 
 
ma certo gli "uomini della pace" non possono essere dimenticati. 
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ben detto fab 
è proprio qui il punto 
 
si tratta di dimostrare almeno 2 cose, tra le tante 
 
una: 
in un mondo così intriso di rappresentazione inautentica 
il teatro di partecipazione 
fondato sull'empatia 
può riattivare delle coscienze 
 
due: 
in un era in cui la politica ha perso gran parte del suo senso 
agire la memoria (che non significa commemorare) ha un valore proprio: 
quello di indicare dei modelli possibili di comportamento etico, 
saldo nei principi ed ottimista 
come il modello "allende" aveva dimostrato 
anche se sconfitto, 
anzi violato dall'abuso di potere
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mirko
 
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 | Quota: |  Originariamente scritto da luca 
...non si azzera una democrazia 
...  |  
  
 
bellissima frase luca. 
e mi fa venire in mente che il teatro e la democrazia sono intimamente legati. 
la grecia, le prime forme di democrazia della storia moderna, avevano proprio il teatro come veicolo di valori, di contenuti, di etica. 
ed era qualcosa che nasceva autenticamente, fin dall'inizio, perche' nasceva dall'incontro di diverse sensibilita' umane, senza filtri. 
attori sulla scena, spettatori, il fil rouge del coro sullo sfondo. 
 
mi chiedo se oggi il teatro non possa tornare ad avere un ruolo importante, fondamentale direi, nel mantenimento e nella salvaguardia non della
democrazia, no, ma dello "spirito" democratico: quell'attitudine al confronto, alla dialettica, al recepire stimoli che vengono da altri, ad
ascoltare. 
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SaraMC
 
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Risposte: 1
 
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 | Quota: |  Originariamente scritto da Carlo 
anche se sconfitto, 
anzi violato dall'abuso di potere   |  
  
non sono d'accordo ... Allende ha vinto e lo ha fatto davvero in grande stile ... e non si può dire che siano riusciti a violarlo anche se ci hanno
provato ... perchè la sua figura e tutto ciò che è riuscito a realizzare rimarranno per sempre impressi nel ricordo di ognuno di noi, nella storia
di questo mondo e nella speranza di un futuro migliore ... è il martire della libertà e della democrazia ... ed è nelle nostre mani la
responsabilità che la sua memoria non sia violata portando sempre nel nostro cuore tutto quello che ha fatto e tenendo alto il suo nome sulle nostre
labbra ... 
 
sarò un po' idealista ma lo spettacolo l'ho portato in scena e lo sento davvero tanto vicino ... è stato un lavoro duro ma pieno di soddisfazioni e
pensare che abbiamo aiutato la gente a non dimenticare mi fa sentire davvero felice e seriamente utile ... 
 
citando il nostro regista Ninni questo è "teatro civile" ... e sarebbe ora che si ritornasse a farlo ... proprio come qualcuno ha già detto dovremmo
tornare al teatro della grecia antica ...
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carlo
 
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la partita truccata 
 
 
 | Quota: |  Originariamente scritto da SaraMC 
 | Quota: |  Originariamente scritto da Carlo 
anche se sconfitto, 
anzi violato dall'abuso di potere   |  
  
non sono d'accordo ... Allende ha vinto e lo ha fatto davvero in grande stile ... e non si può dire che siano riusciti a violarlo anche se ci hanno
provato ...  
 
<<< vediamo un pò... 
prima cosa: ho partecipato all'evento in Villa Bonaccorsi 
un fatto teatrale basato sulla starordinaria tensione di un gran bel gruppo dei ragazzi guidati da un regista che sa creare le condizioni per lavorare
insieme e bene 
e sono contento 
ne ho colto tutta l'intensità 
 
seconda cosa: 
il fatto che Allende sia stato sconfitto allora ( e con lui gran parte dei sogni di una rivoluzione democratica) 
non esclude il fatto che nella memoria quell'esperienza possa essere rilanciata in positivo 
 
cerchiamo di non essere retorici 
 
quando si perde si perde 
anche se la partita era truccata 
grazie ai soldi della CIA 
 
<<< 
 
(...) 
sarò un po' idealista ma lo spettacolo l'ho portato in scena e lo sento davvero tanto vicino ... è stato un lavoro duro ma pieno di soddisfazioni e
pensare che abbiamo aiutato la gente a non dimenticare mi fa sentire davvero felice e seriamente utile ... 
 
citando il nostro regista Ninni questo è "teatro civile" ... e sarebbe ora che si ritornasse a farlo ... proprio come qualcuno ha già detto dovremmo
tornare al teatro della grecia antica ...   |  
  
 
evviva è proprio qui il punto 
la memoria non è solo un fatto emotivo o informativo... 
c'è bisogno d'esperienza 
bisogna fare qualcosa 
per voi 
(ma anche x noi spettatori) 
il fatto stesso d'aver ricostruito la situazione-limite dello scontro finale alla Moneda è stato forte 
 
anche se non catartico 
x fortuna
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chilo
 
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il dramma cileno e il lutto americano 
 
 
ieri sera per la prima volta (per quanto mi riguarda) ho visto al telegiornale un servizio dedicato alle vittime  dell' 11/9/1973. 
 
ho apprezzato il gesto, non so se la televisione italiana abbia fatto la stessa cosa, e ancor più ho apprezzato la schiettezza delle parole, nessuna
falsità. tutto quello che c'era da dire è stato detto. 
 
poi ho visto un servizio sul lutto americano. 
 
hanno fatto il loro minuto di silenzio. 
 
e delle carneficine che hanno fatto loro nessuno si ricorda, nessuno piange, nessuno fa un minuto in più di silenzio (anche perchè se fosse per loro
dovrebbero stare in silenzio in eterno). 
 
a me sta bene, ma almeno che qualcuno si ricordi che di attentati sempre ce ne sono stati e, purtroppo, sempre ce ne saranno, e non solo in palestina,
in cile, nei paesi asiatici, in india, in africa, ma nel mondo intero. 
 
quindi per cortesia smettiamola di piangere un paese che è tutto tranne che santo, con una politica che è tutto tranne che pulita, con della gente
che è ancora favorevole alla pena di morte e gioisce per la regola "occhio per occhio, dente per dente"(anche se non apertamente), che ha della gente
che crede che il migliore modo per salvarsi dai problemi sia tenere una pistola sotto il cuscino, e chi più ne sa più ne metta. 
 
grazie 
 
 è un momento confuso, non sono nemmeno riuscita a parlare del teatro o a tirar fuori paroloni da dizionario, è tutto cio che il mio cuore un po'
triste riesce a tirare fuori.  
uno brainstorming in piena regola. non ho nemmeno il coraggio di rileggerlo, non voglio cambiarlo. 
 
 
 
comunque sia grazie mille per per aver ricordato l'11/09/73. 
 
 
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Sabry
 
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FAR CONOSCERE 
 
 
Sarò anche io fondamentalmente un’ idealista, ma trovo molti punti in comune con Sara. 
Sono dell’ 82 e faccio parte di una generazione che ha vissuto la scuola con il solito libro e i soliti prof. che “ vanno sempre di fretta con i 
programmiâ€; per questo non sono mai riuscita a conoscere fino in fondo la storia degli ultimi anni del ‘900. Di conseguenza sono andata da sola, e
solo adesso purtroppo, a vedere “ trascorrere†gli avvenimenti dagli anni ’60 in poi. Sui libri di storia interi capitoli sono dedicati alle
guerre mondiali, ai totalitarismi, eppure alla voce Cile ho potuto trovare solo 10 righi che descrivevano il coraggio del sopravvento e la buona
volontà ( almeno così io l’ ho visto nel leggere) di un uomo che ha dovuto combattere per i propri ideali contro l’ economia di un Paese in
dissesto, contro l’ ostilità degli USA ( onnipresenti) e contro la borghesia ( veterani signori uomini che si distinguono da una particolare
caratteristica: l’ egoismo nel DNA). 
Nella realtà il mio libro parla di sconfitta di Allende, ma in verità anche io insieme a Sara e tutti credo nel suo sacrificio e farò sempre
riferimento alla sua memoria. 
Mi fa piacere la presenza di questo forum di discussione, perché credo fermamente che capire, conoscere e constatare determinate cose, aiuti un po’
tutti a farsi un’ idea, a riflettere e ad evitare. 
Come ho sempre sostenuto, il teatro può fare… tanto per cominciare può far conoscere per poi far parlare, per poi agire. 
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carlo
 
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la storia siamo noi 
 
 
 | Quota: |  Originariamente scritto da Sabry 
Sarò anche io fondamentalmente un’ idealista, ma trovo molti punti in comune con Sara. 
Sono dell’ 82 e faccio parte di una generazione che ha vissuto la scuola con il solito libro e i soliti prof. che “ vanno sempre di fretta con i 
programmiâ€; per questo non sono mai riuscita a conoscere fino in fondo la storia degli ultimi anni del ‘900.  
 
<<
quando penso che la tua generazione è di fatto condizionata da un sistema informativo e formativo che non sa e non vuole mettere in relazione la
storia con la vita 
penso a quanto la mia abbia avuto la fortuna (con tutte le contraddizioni, laceranti...) di metterla si troppo in relazione 
la stioria con la vita... 
c'era anche un buon titolo di uan canzone che diceva 
"la storia siamo noi" 
<<< 
 
 
(...)alla voce Cile ho potuto trovare solo 10 righi che descrivevano il coraggio del sopravvento e la buona volontà ( almeno così io l’ ho visto
nel leggere) di un uomo che ha dovuto combattere per i propri ideali contro l’ economia di un Paese in dissesto, contro l’ ostilità degli USA (
onnipresenti) (...) 
 
<<< 
si 
non devi mai smettere di cercare 
<<< 
 
 
Mi fa piacere la presenza di questo forum di discussione, perché credo fermamente che capire, conoscere e constatare determinate cose, aiuti un po’
tutti a farsi un’ idea, a riflettere e ad evitare. 
Come ho sempre sostenuto, il teatro può fare… tanto per cominciare può far conoscere per poi far parlare, per poi agire. 
   |  
  
 
<<<è proprio così 
il teatro permette di fare esperienza diretta 
anche se x simulazione 
è uno dei modi migliori che conosco x far cortocircuitare le informazioni con le emozioni 
<<<
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Fabrizio Pecori
 
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La storia ed i suoi 
 
 
 | Quota: |  | alla voce Cile ho potuto trovare solo 10 righi che descrivevano il coraggio del sopravvento e la buona volontà ( almeno così io l’ ho visto nel
leggere) di un uomo che ha dovuto combattere per i propri ideali contro l’ economia di un Paese in dissesto, contro l’ ostilità degli USA (
onnipresenti) (...)  |  
  
 
La storia del Cile, come almeno gran parte delle storie che dividono il mondo e che il mondo troppo spesso dimentica di condividere, purtroppo tende
ad usare fili molto lunghi per tessere i propri disegni. Se guardato attentamente ogni piccolo pezzo di stoffa tende a rivelare lo schema dell'intera
tappezzeria. 
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mirko
 
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# carlo:  
citi "la storia" di De Gregori...anche io ci pensavo leggendo questa conversazione tra persone che per vari motivi tendono a non rimuovere le cose
dalla memoria, o a non volerlo fare. 
 
beh, quella canzone dice 
 
"la storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano" 
 
cercare quindi. le cose ci sono, le cose si trovano, anche se - come dice sabry - non ci vengono presentate. 
 
il teatro e' senz'altro un potente e snello motore di ricerca che abbiamo noi che non vivemmo quel periodo a cavallo dei '60 e dei '70, in cui la vita
respirava politica. 
 
usare il teatro come usiamo google ogni giorno, come un nostro agente intelligente che fa saltare fuori dal flusso, dalla versione ufficiale, le cose
che vogliamo sapere. 
 
e' un cortocircuito, come lo chiama carlo, che funziona. 
penso anche ad esempio al teatro di Marco Paolini  
se non le avete viste cercatevi le sue serate  
sul Vajont 
(sabry, nei sai qualcosa? io non ne sapevo niente prima di vedere Paolini) 
su Ustica  
 
e guardate domani sera raitre, prima della nuova stagione di Report ci saranno delle pillole 
di teatro di Paolini che portano alla ribalta casi scottanti.
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carlo
 
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x una futura incursione nell'immaginario TV 
 
 
 | Quota: |  Originariamente scritto da mirko 
# carlo:  
citi "la storia" di De Gregori...anche io ci pensavo leggendo questa conversazione tra persone che per vari motivi tendono a non rimuovere le cose
dalla memoria, o a non volerlo fare. 
(...) 
e' un cortocircuito, come lo chiama carlo, che funziona.(...) 
e guardate domani sera raitre, prima della nuova stagione di Report ci saranno delle pillole 
di teatro di Paolini che portano alla ribalta casi scottanti.   |  
  
 
<<< questo riferimento a Paolini su Report (domani sui RAI3) 
mi fa pensare al fatto 
che  x l'operazione sull'110973 avrei voluto 
un'incursione nell'immaginario dominato dalla TV 
 
si pensava ad una diretta via satellite su un canale dedicato 
come quello che è dietro il progetto Iride TV 
http://www.iride.tv/  
che è stato poi nominato DSChannel 
ma non s'è fatto nulla 
 
abbiamo anche coinvolto Andrea Soldani (il regista di Santoro e mio vecchio compagno di strada) che ne sta tenendo le sorti registiche dal Festival
Nazionale dell'Unità a Modena 
ma niente diretta 
 
si sono fatte delle belle riprese 
ne nascerà un DVD e forse altro... 
si vedrà 
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..........
 
Junior Member
   
 
 
 
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perchè piangere le torri gemelle? io non verso lacrime per chi le le fa versare alla povera gente. perchè piangere i poveri americani? nessuno si
ricorda dei bambini africani; dei palestinesi morti per una terra ecc... l'usa e getta se la sono cercata... e trovo quanto meno squallida la raccolta
di fondi fatta dai paesi dopo l'11 settermbre.
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carlo
 
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massimo rispetto ai morti delle torri 
 
 
 | Quota: |  Originariamente scritto da .......... 
perchè piangere le torri gemelle? io non verso lacrime per chi le le fa versare alla povera gente. perchè piangere i poveri americani? nessuno si
ricorda dei bambini africani; dei palestinesi morti per una terra ecc... l'usa e getta se la sono cercata... e trovo quanto meno squallida la raccolta
di fondi fatta dai paesi dopo l'11 settermbre.   |  
  
 
attendo a non cadere nel baratro degli equivoci 
 
l'attentato di New York è uno dei peggiori capitoli della storia 
anche se 
e questo progetto vuole ricordarlo 
c'è chi negli USA (la CIA ad esempio) 
è tragicamente responsabile dell'odio che ha prodotto quell'atto 
in trent'anni di abusi di potere 
 
tutto qua 
 
per il resto  
per quanto mi riguarda 
massimo rispetto ai morti innocenti delle torri
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Sabry
 
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 | Quota: |  Originariamente scritto da carlo 
 | Quota: |  Originariamente scritto da Sabry 
Sarò anche io fondamentalmente un’ idealista, ma trovo molti punti in comune con Sara. 
Sono dell’ 82 e faccio parte di una generazione che ha vissuto la scuola con il solito libro e i soliti prof. che “ vanno sempre di fretta con i 
programmiâ€; per questo non sono mai riuscita a conoscere fino in fondo la storia degli ultimi anni del ‘900.  
 
<<
quando penso che la tua generazione è di fatto condizionata da un sistema informativo e formativo che non sa e non vuole mettere in relazione la
storia con la vita 
penso a quanto la mia abbia avuto la fortuna (con tutte le contraddizioni, laceranti...) di metterla si troppo in relazione 
la stioria con la vita... 
c'era anche un buon titolo di uan canzone che diceva 
"la storia siamo noi" 
<<< 
 
 
(...)alla voce Cile ho potuto trovare solo 10 righi che descrivevano il coraggio del sopravvento e la buona volontà ( almeno così io l’ ho visto
nel leggere) di un uomo che ha dovuto combattere per i propri ideali contro l’ economia di un Paese in dissesto, contro l’ ostilità degli USA (
onnipresenti) (...) 
 
<<< 
si 
non devi mai smettere di cercare 
<<< 
 
 
Mi fa piacere la presenza di questo forum di discussione, perché credo fermamente che capire, conoscere e constatare determinate cose, aiuti un po’
tutti a farsi un’ idea, a riflettere e ad evitare. 
Come ho sempre sostenuto, il teatro può fare… tanto per cominciare può far conoscere per poi far parlare, per poi agire. 
   |  
  
 
<<<è proprio così 
il teatro permette di fare esperienza diretta 
anche se x simulazione 
è uno dei modi migliori che conosco x far cortocircuitare le informazioni con le emozioni 
<<<   |  
  
 
Sarà strano o forse solo particolare, ma il suo intervento l’ ho “ sentito†davvero, proprio io che credo nel confronto via web, ma non in un
incontro di emozioni! Ho avvertito le sue parole come lezioni di vita… “ non devi mai smettere di cercareâ€â€¦ e io sono un tipo curioso, che
gira e rigira fino a che non arriva al piacere della scoperta! 
Non sono soddisfatta della mia generazione, di una scuola che ha impiegato ben 8 anni per farmi capire quanto è importante leggere, quanto è
importante avere coscienza di sé, sentirsi un’ unica Sabrina, con i propri ideali e i propri valori costruiti sulla base di esperienze, di libri,
di occhi aperti… sulla base della MIA VITA, della MIA STORIA che è parte della STORIA DI TUTTI… 
ho trovato la bellissima versione di F. Mannoia e F. De Gregori della canzone “ La storia†che cito con tanta emozione dentro: 
“ La storia siamo noi nessuno si senta offeso, siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo, 
la storia siamo noi nessuno si senta escluso, siamo noi queste onde del mare, 
questo rumore che irrompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare. 
… La storia entra dentro le stanze e le brucia, la storia dà torto e dà ragione 
… è la gente che fa la storia… quelli che hanno letto un milione di libri insieme a quelli che non sanno nemmeno parlare 
ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare, 
la storia siamo noi padre e figli, siamo noi bella ciao che partiamo…†
 
             UN GRAZIE PARTICOLARE ALLA MUSICA CHE DA SEMPRE FA VIVERE... VOLANDO, ANCHE NEI SOLI RICORDI, TUTTI GLI INNOCENTI CHE HANNO SUBìTO LE
VIOLENZE PER CONTO DI COLORO CHE SI NASCONDONO DIETRO IL POTERE
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mirko
 
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 | Quota: |  Originariamente scritto da .......... 
perchè piangere le torri gemelle? io non verso lacrime per chi le le fa versare alla povera gente. perchè piangere i poveri americani? nessuno si
ricorda dei bambini africani; dei palestinesi morti per una terra ecc... l'usa e getta se la sono cercata... e trovo quanto meno squallida la raccolta
di fondi fatta dai paesi dopo l'11 settermbre.   |  
  
 
la domanda che ti faccio e': credi che le migliaia di morti delle torri avessero in qualche modo pianificato il colpo di stato in cile? 
 
per favore, siamo seri... 
 
come dice  sabry citando De Gregori, nella storia ci sono "quelli che hanno letto un milione di libri, insieme a quelli che non sanno
nemmeno parlare". 
puoi dirmi che non hai compassione di fronte a coloro che progettarono alcune azioni politico-militari statunitensi scriteriate per le loro
conseguenze, e oggi piangono i morti dell'11/09. 
ma che senso ha dire che i morti cileni, o palestinesi,  contano piu' di quelli ebrei o americani? 
un desaparecido aveva forse + diritto d vivere dell'uomo che tutto  il mondo ha visto cadere dalle torri? 
avevano diritti identici tutti e due, ed e' una logica assurda quella che tu proponi, secondo me. 
il punto triste, sempre secondo me, e' che una parte consistente della sinistra italiana, o comunque dell'antagonismo a "questa" destra che oggi ci
troviamo di fronte, la pensa come te...
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Sabry
 
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Ancora non mi faccio una ragione del perché, nella storia, per il volere di uno o di pochi, tanta gente abbia subìto gravi conseguenze. Perché
nessuno ha mai detto una parola contro Hitler? Perché nessuno ha creduto di avere pari dignità per rispondere ai voleri del potere, sempre in
disaccordo con i popoli? Perché chi la pensa diversamente ha sempre vinto contro milioni di persone? Perché la nostra triste storia non ha insegnato
a tutti il male della guerra? 
In molti ormai abbiamo capito i pro e i contro di ogni situazione, di ogni esperienza e, di conseguenza, anche di ogni evento storico. In molti
abbiamo compreso il dolore della morte e la ricchezza della vita, ma ancora molti altri non si curano del loro tesoro, del tesoro di chi è accanto a
loro. Credo che sia per questo che nel mondo non si riesca ad andare avanti, ci sono sempre nuovi ostacoli da superare, c’ è sempre qualcuno che
pur di non seguire gli altri, è capace di dire sempre il contrario tanto per sentirsi diverso; c’ è qualcuno che ancora, nonostante le esperienze
di guerre mondiali dove avranno conosciuto la morte anche i loro nonni, crede nella violenza, crede all’ occhio per occhio, dente per dente, crede
nell’ intramontabile egoismo “ che ti fa stare beneâ€, piange solo per la morte di alcuni e non per quella di altri 
 
ANCHE DI FRONTE ALLA MORTE E’ CAPACE A FARE LA DIFFERENZA 
 
E L’ ESSERE UMANO? 
 
Mille differenze tra i ceti sociali, mille altre tra diversi e normali, mille ancora tra bianchi e neri 
 
PIANGERE E’ SOFFRIRE, SOFFRIRE E’ MORIRE PER L’ ALTRO, CHE SIA BIANCO O NERO, CHE SIA PALESTINESE O AMERICANO, QUESTI INNOCENTI SONO MORTI MORTI
MORTI 
 
Sono stata ad un funerale semplicemente per fare la corista, non sapevo chi fosse, non sapevo cosa avesse fatto nella sua vita, ma “ piangevo
dentroâ€â€¦ mi bastava sapere che fosse un uomo che aveva conosciuto la vita, che l’ avesse assaporata e che ora non lo potesse più fare. 
 
Ho fiducia nella vita ed ho fiducia nel fatto che prima o poi tutti questi “ qualcuno†che non fanno andare il mondo avanti possano un giorno
guardare la verità con i propri occhi, prendere coscienza e agire per il bene dell’ umanità. Utopia?!
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Sabry
 
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 | Quota: |  Originariamente scritto da mirko 
 
... il teatro e' senz'altro un potente e snello motore di ricerca che abbiamo noi che non vivemmo quel periodo a cavallo dei '60 e dei '70, in cui la
vita respirava politica. 
 
usare il teatro come usiamo google ogni giorno, come un nostro agente intelligente che fa saltare fuori dal flusso, dalla versione ufficiale, le cose
che vogliamo sapere. 
 
e' un cortocircuito, come lo chiama carlo, che funziona. 
penso anche ad esempio al teatro di Marco Paolini  
se non le avete viste cercatevi le sue serate  
sul Vajont 
(sabry, nei sai qualcosa? io non ne sapevo niente prima di vedere Paolini) 
su Ustica  
 
e guardate domani sera raitre, prima della nuova stagione di Report ci saranno delle pillole 
di teatro di Paolini che portano alla ribalta casi scottanti.   |  
  
 
caro Mirko mi è stato impossibile guardare Report, ho cercato informazioni su Paolini ma ancora non sono riuscita a vedere nulla anche se ho la
recensione dello spettacolo su Ustica. sono d' accordo con te, il teatro fa saltare fuori dal flusso e, aggiungerei, non solo ciò che vogliamo
conoscere, ma anche ciò che al momento non ci aspettiamo di sapere... 
spesso capita di andare a vedere uno spettacolo tanto per la cronaca o perchè ci vanno tutti o altro e poi va a finire che  ti lascia il segno: è
questo, credo, lo scopo sublime del teatro!
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mirko
 
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 | Quota: |  Originariamente scritto da Sabry 
 ho cercato informazioni su Paolini ma ancora non sono riuscita a vedere nulla anche se ho la recensione dello spettacolo su Ustica. 
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se ti puo' interessare, lo spettacolo sulla tragedia (evitabile) della diga del Vajont, lo trovi in videocassetta in edizione Einaudi in tutte le
librerie un po' grosse: Feltrinelli, Mondadori, Fnac, etc.
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francy_s
 
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Risposte: 41
 
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NON DIMENTICARE 
 
 
Non era certo la tremenda sorpresa seguita allo schianto di due aerei 
contro le Twin Towers, ma la conferma che la rivoluzione pacifica 
era arrivata a un crocevia dove l'attendeva la violenza.  
Poco più di un'ora dopo, aerei militari bombardavano il palazzo 
presidenziale con precisione meticolosa e qualche minuto più tardi i 
sostenitori del presidente spodestato venivano arrestati, messi in carcere, 
torturati, perseguitati, fatti sparire. In poche ore, come è successo a New 
York, l'11 settembre cileno apriva una crepa in un terreno fino ad allora 
sicuro, e introduceva una divisione insolita, inedita nella società cilena, 
fra oppressi e oppressori. La divisione tradizionale fra conservatori e 
progressisti, fra gente di destra e gente di sinistra, doveva considerarsi 
superata dal momento in cui le bombe e le pallottole si erano sostituite 
alla discussione e al dialogo.  
(   I cileni raccontano di come al musicista Victor Jara furono amputate le mani di fronte a una folla nello stadio di Santiago. Prima di sparargli, i
soldati di Pinochet gli gettarono addosso la sua chitarra e lo schernirono ordinandogli di suonarla.   )   
Possiamo ritenere la destituzione di Allende uno in più fra cento episodi 
fatidici che attraversano la storia contemporanea. Lasciamo stare la 
passione, diciamo solo che Allende aveva sperimentato la via cilena al 
socialismo, cioè il percorso di una rivoluzione originale capeggiata da un 
presidente marxista. Il quale, nella legalità delle istituzioni, si 
proponeva di rendere più consistente la democrazia.  
Questo progetto, nuovo e pacifico, suscitava l'attenzione della Spagna, 
dell'Italia, della Francia, Paesi in cui, ancora, i gruppi più progressisti 
della società non avevano accesso ai rispettivi organici di governo.  
In quel mattino dell'11 settembre 1973, in Cile, si praticarono senza 
limiti la violenza e la brutalità. Furono giorni di sofferenza, settimane 
che inaugurarono un lungo terrore incapace di affievolirsi per anni ed 
anni. Nonostante i rischi, i partiti democratici si sono lentamente 
ricostituiti e forze nuove li hanno ingrossati, fino a trovare la strada 
per sconfiggere, alle elezioni del 1988, la dittatura di Pinochet.  
Migliaia di persone in tutto il mondo sono rimaste esterrefatte per 
l'incredibile coincidenza: il disastro dell'11 settembre a New York è 
avvenuto un martedì e alla stessa ora dell'Apocalisse cilena del 1973.  
Quelli che allora ebbero compassione per i cileni democratici e quelli che 
hanno costruito la loro formazione politica spinti dalla brutalità con la 
quale fu infranto un sogno di giustizia, sentono che l'11 cosmopolita degli 
Stati Uniti, l'11 che si è trasformato in un festival delle comunicazioni 
di massa, l'11 che ha reso "democratico" il terrore nel mondo, ha steso un 
manto di dimenticanza su quell'11 cileno, umile, nascosto dietro le Ande.  
Certo, qua e là qualche giornalista ha menzionato la coincidenza e l'ha 
analizzata con dolore, ironia o distacco. Eppure il ricordo del Cile non ha 
bisogno di una data precisa per essere attuale in ognuna delle persone che 
ha partecipato, molto o poco, alla resistenza che ha condotto alla 
democrazia. Può essere che la spettacolarità tragica del "nuovo" 11 ci 
abbia rubato parte del simbolo che il Cile è stato nel mondo. Ma il 
fatto sostanziale, il linguaggio della solitudine, la tenerezza, la 
fraternità nei confronti delle decine di migliaia di emigranti che hanno 
raggiunto l'Europa, rimane una chiara e rotonda vittoria che ha contribuito 
a formare, politicamente e umanamente, generazioni intere.  
Con queste virtù nei nostri cuori non vedo perché contendere alle Twin 
Towers, e al terrorismo fanatico, la spettacolarizzazione del suo 
protagonismo.  
 
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Cristian Kim Ceresoli
 
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Quello che nemmeno il buon Dio può fare o Lettera a una giovane idiota 
 
 
Quello che nemmeno il buon Dio può fare o Lettera a una giovane idiota 
 
Quello che nemmeno il buon Dio può fare, può il teatro. La scrittura. Sono i luoghi dove la vita accade una seconda volta. 
Magari con una pressione atmosferica più violenta – il bene è più bene, il male è più male – l’11 settembre delle torri gemelle e quello di
Allende. 
 
Il lettore, o lo spettatore occasionale, si indigna. Piange la sorte degli eroi, e non ha quasi più importanza che essi siano di carne o di nulla,
partoriti dalla stessa intima matrice che da secoli genera le favole. 
 
Le favole, l’immaginazione, l’ultima possibilità che abbiamo per capire, capirci come siamo fatti, noi uomini, imperfetti, orribili, capaci di
generare l’atroce e di partorire i figli. La musica. 
Noi. 
Così involontari. 
Volubili e sopraffatti. 
 
Certo che una morte ha valore diverso, perché gli uomini sono diversi, il peso delle loro storie è differente, il vecchio nonno che muore beato
nella sua campagna pesa diversamente dal bimbo falciato dalle mine. La morte dell’uomo che ami genera, vedi, un lutto intollerabile. 
 
Alcune morti ci sono accanto, altre, le molte, vivono una seconda volta nei teatri della televisone e dell’informazione, si ripercuotano con
un’onda devastante - l’uomo che scivola per piani nel vuoto, i ribelli giustiziati di spalle - ma poi ci sono le ragazze consumate
dall’anoressie, il Texano dal colesterolo, e la bimba che attraversa la strada proprio mentre un camion… 
Altre morti. 
 
Le morti causano dolori differenti, ed è vano, e poco onesto, affermarne il contrario. 
 
A volte, poi, piccole ingiustizie feriscono più di un eccidio. 
 
A volte, nei nostri piccoli atti di superbia, o egoismo, sta la radice di quel male oscuro che prende i nomi differenti di potere e odio tra i
popoli. 
 
La voce, adesso, pesa. 
Ora, è urgente. 
 
Il creato stesso non avviene senza una voce. 
La lingua delle sacre scritture è immediatamente carne, luce. 
 
Allende, alla radio, poco prima di esplodere sventrato da un aereo, di una morte enorme. 
 
‘La storia es nuestra Y la hacen los pueblos 
Viva Chile - Viva los trabajadores’ 
 
Nessuno ha vinto. Nessuno perde. 
 
Questa non è una competizione. 
 
 
kim 
 
 
 
 
 
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