il FORUM di TEATRON.org

ArtLive a Torino

carlo - 11-1-2003 at 00:51

Attiviamo qui il forum in relazione agli eventi di ArtLive promossi da Musica90 a Torino presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dal16 al 19 gennaio

qui trovi tutte le info
http://www.musica90.net/ARTLIVE/ARTLIVE3/2003.htm

Questo forum vuole essere un'opportunità per raccogliere i diversi sguardi degli spettatori che seguiranno “Art Live” e per confrontarsi sulle diverse linee di ricerca messe in campo da artisti, musicisti e performer.

Eventi che c'invitano a misurarci con le mutazioni del corpo e della sua rappresentazione.

Un forum on line, inteso come ambiente di comunicazione e d’intelligenza connettiva, può sviluppare da parte degli spettatori un’attitudine selettiva basata più sull’individuazione delle proprie domande di spettacolarità che sull’analisi critica delle esperienze artistiche.

Il progetto intende infatti porre l’attenzione sul valore di partecipazione attiva degli spettatori agli eventi in corrispondenza alla propria sensibilità, ponendosi come protagonisti di quella dimensione di frontiera che rappresenta “Art Live”.

ARTLIVE

enrico - 12-1-2003 at 19:39

Mi fa molto piacere scoprire questa iniziativa.
Mi piacerebbe avere il biglietto per assistere soprattutto allo spettacolo SOXNO.
Inoltre vorrei vedere la performance di Sukran in quanto mette in luce realtà poco note e lontane.
Poi partecipa anche StudioAzzurro argomento frequente nelle nostre lazioni allo Ied.
Infine vorrei vedere l'artista ValentineLove, le sue BodyArtMutation.
Un saluto fiducioso...

TaFaNo! - 13-1-2003 at 00:35

sarei molto interessato alle serate di giovedi e venerdi...ma i 18 euri davvero sono un po' troppi e complicano le cose!
...con un biglietto aggratis invece ... sarebbe tutto piu' facile!! no?
sdeee

+ presenza di spirito + attenzione + consapevolezza

carlo - 13-1-2003 at 08:34

Quota:
Originariamente scritto da TaFaNo!
sarei molto interessato alle serate di giovedi e venerdi...ma i 18 euri davvero sono un po' troppi e complicano le cose!
...con un biglietto aggratis invece ... sarebbe tutto piu' facile!! no?
sdeee


okokok

ma bisogna meritarselo quel bigliettoagratis possibile

questo forum a differenza di quello
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=80
che svolge la funzione di palestra
"didattica" all'interno dello IED (Istituto Europeo del Design) x il mio corso sulla Cultura Digitale
è un forum pubblico
verrà visitato e partecipato

qui si tratta di tradurre in pratica alcune delle indicazioni già emerse
e usare toni + consoni (che non significa fare i seri a tutti i costi) ma metterci + presenza di spirito e + attenzione.

rilancio l'invito
che vale anche x gli studenti del DAMS di Bologna che vorrebbero venire o altri ancora

ancor prima dell'inizio di ArtLive andate a scandagliare il programma ( è linkato + su)
x individuare i fatti che v'incuriosiscono di +
e magari fatevi delle domande
( e pubblicatele qui)
da portare con voi...
m'interessa una maggiore consapevolezza della vostra funzione di spettatori
attivi, dinamici, empatici
http://www.teatron.org/punto_vista_vita.html


oltre l'equilibrio tra sonno e veglia

carlo - 14-1-2003 at 08:13

Soxno
la performance del collettivo On Ice
apre giovedì 16
Art Live con un'azione radicale
il performer dopo 3 giorni ( e notti) di non-sonno metterà in scena (in vita)
il suo corpo con l'orologio circadiano (quello che nella nostra fisiologia determina il mix ormonale tra endorfine e adrenaline) sabotato
essendo andato oltre l'equilibrio tra sonno e veglia
qui c'è un'intervista x saperne di +

http://www.lastampa.it/search/AlbiCerca/risultato.asp?IDarticolo=71... Live

Scusate il p.n. sfogo!

Alex4blu - 15-1-2003 at 09:20

Cosamiperdocosamiperdocosamiperdo!! 'Ca Miseria che paradosso in questo momento intollerabile [sono di Torino/ma vivo+studio+lavoro a Bologna=non ci sarà nessun ArtLive davanti ai miei occhi, nè intorno e attraverso i miei sensi]...scusate il piccolo nevrotico sfogo...MAFANKKKKK....ci voleva.

soxno e biglietto

fabiof - 15-1-2003 at 12:23

vorrei ricordare che il solo spettacolo soxno è gratuito, mentre gli altri rientrano nella formula con pass unico...
saluti
fabio

La casualità

erre - 16-1-2003 at 00:43

Allora, allora, allora, sembra che stia per realizzarsi a Torino un evento culturale di una certa rilevanza. Personalmente non conosco nessuno degli artisti che si esibiranno tranne Studio Azzurro e Diamanda Galas (eccovi un indirizzo abbastanza ricco su di lei), due nomi che hanno fatto prepotentemente drizzare le mie antenne.
É bastata la foto della Serpenta sui "totem" in giro per la città a farmi capire che mi trovavo di fronte a "qualcosa di grosso".
Ho però qualche perplessità e, di nuovo, l'inquietante presenza di Sua Serpentità mi aveva già fatto capire che ne avrei avute a iosa. Ma forse se non ne avessi avute nemmeno mi sarei interessato alla cosa.

Facendo un inciso, un sottotitolo come "Festival Internazionale di Contaminazioni" lo trovo decisamente di pessimo gusto. Che bisogno c'è poi di un sottotitolo? E infatti probabilmente non ce n'era alcun bisogno, ma visto che "s'ha da fare" glie ne hanno affibbiato d'ufficio uno brutto che più brutto non si può! "Art Live" mi sembra che spieghi già ampiamente quello che ci aspetterà: quell'orrendo sottotitolo non aggiunge proprio nulla, se non che magari chi ha organizzato il tutto ha le idee poco chiare. "Art Live" mi attira, un "Festival di Contaminazioni" mi sembra solo una frase priva di senso. Perchè sforzarsi di rendere inutilmente ridondante qualcosa che funzionava già di per sè?
Va bene essere artisti, ma fare gli "strani" a tutti i costi mi sembra ormai stra-passato di moda.
Per non parlare poi della banalità sconvolgente dell'opuscolo. Vabbè...!

Scusate ma sto divagando, non è di questo che volevo parlare. La mia presenza hic et nunc è in effetti dovuta ad un solo motivo: questa sera ho avuto la possibilità, del tutto casuale, di parlare con un vecchio amico dei miei che conosco da sempre. É venuto fuori che questo signore ha un legame di parentela moooolto stretto (preferirei non dire quanto, dal momento che questi non sa nulla del mio intervento) con il protagonista della performance "SOXNO".

Devo essere onesto: l'idea di quella performance mi era sembrata una cosa estrema e nuova, forse anche interessante ma l'avevo guardata con un certo distacco. Diciamo pure con superficialità! Parlarne con qualcuno che vi è in qualche modo coinvolto suo malgrado e che è seriamente preoccupato per la salute mentale e fisica performer me l'ha fatta vedere con altri occhi. Il mio pensiero è stato contaminato.

Ora mi domando: che senso ha una cosa del genere? La mia non è solamente una domanda provocatoria (ma che certamente qualcuno con la mente più aperta della mia troverà solo retorica).
Seriamente, che c'entra un'azione così insulsa, pericolosa, inutile con l'arte (sì, d'accordo, alla fine delle sue 85 ore di veglia Claudio Conti intraprenderà una performance che immagino di recitazione accompagnata da musiche ecc. ma questo mi pare un po' poco!). Cosa c'entra con la musica, la teoria, le immagini, la moda (parole chiave del sotto-sottotitolo della rassegna)? A chi interessa tutto ciò? Dov'è la contaminazione, dov'è la curiosità?

Da www.musica90.net apprendo che qualcun altro ha già fatto qualcosa di analogo e "avvertì progressivamente disattenzione, disinteresse per il mondo esterno, freddo, prurito e irritazione agli occhi, uniti alla sensazione del restringersi del cranio. Verso la fine comparvero chiari segni di psicosi accompagnati da allucinazioni."!!! E allora!? Sai che novità!

Dall'orrendo opuscolo scopro anche che "Si muore più velocemente di sonno che di fame"...!? Vantiamocene anche! Continuiamo così, facciamoci del male!

Cosa si tenta di dimostrare, che a non dormire si rischia nella migliore delle ipotesi di essere totalmente e pesantemente rincoglioniti?
Personalmente ci vedo ben poco di artistico. Cosa c'è di bello, di dirompente, di nuovo, di "contaminato", di interattivo, di protesta?

Se posso permettermi sembrerebbe quasi un'operazione da "Guinness dei primati" più che arte.

Forse rimettere i piedi a terra in casi come questo non sarebbe male. Ho l'impressione che ci troviamo di fronte (in questo caso specifico) più a un'operazione alla «'O famo strano?» di verdoniana memoria, che faccia parlare di sè piuttosto che a qualcosa che faccia aprire i nostri orizzonti culturali-mentali-immaginifici-ispirativi e chi più ne ha più ne metta...

Lo chiedo per favore: se ci riuscite fugate i miei dubbi!

cerca la risposta in te stesso, dopo l'impatto

carlo - 16-1-2003 at 10:41

Quota:
Originariamente scritto da erre
Allora, allora, allora, sembra che stia per realizzarsi a Torino un evento culturale di una certa rilevanza.
(...)
Facendo un inciso, un sottotitolo come "Festival Internazionale di Contaminazioni" lo trovo decisamente di pessimo gusto. Che bisogno c'è poi di un sottotitolo?

>>> ecco, vogliamo discutere in questo pre-ludio (prima dei giochi, prima della rassegna) di alcune tue perplessità?
facciamolo
non c'eri ieri alla lezione allo IED
ma è proprio sulle caratteristiche di questa operazione ArtLive che abbiamo trattato a lungo
x quanto riguarda poi il termine "contaminazioni" concordo con te (ma dire "pessimo gusto" mi sembra di pessimo gusto)
io trovo + opportuno usare "mutazioni"
(tant'è che un vostro gruppo di studio è centrato su ciò che ho definito Art Mutation)
e sinceramente non capisco xchè non l'abbiano usato...
Mutazione è + radicale
ma è proprio di radicalità che si tratta in ArtLive!
<<<



(...)
mi domando: che senso ha una cosa del genere? La mia non è solamente una domanda provocatoria (ma che certamente qualcuno con la mente più aperta della mia troverà solo retorica).
Seriamente, che c'entra un'azione così insulsa, pericolosa, inutile con l'arte (sì, d'accordo, alla fine delle sue 85 ore di veglia Claudio Conti intraprenderà una performance che immagino di recitazione accompagnata da musiche ecc. ma questo mi pare un po' poco!). Cosa c'entra con la musica, la teoria, le immagini, la moda (parole chiave del sotto-sottotitolo della rassegna)? A chi interessa tutto ciò? Dov'è la contaminazione, dov'è la curiosità?

>>>scusami,
scusatemi,
se taglio il testo "quotato" (rispondendo, cliccando su QUOTE, si richiama il testo a cui si fa riferimento rendendo più serrata e circostanziata la risposta. Fine dello spot didattico)
ma quel testo è troppo lungo...
insomma te lo sei detto un pò da solo:
sei un pò retorico
mi spiego
xchè questo forum è pubblico e non riguarda solo i miei 40 studenti di "cultura digitale" dell'Istituto Europeo del Design di Torino
è un problema che avevamo discusso intensamente
proprio sulla definizione di arte e cultura

in sintesi
ciò che definiamo arte e cultura non ha senso viverle come elementi prestabiliti,
tradizioni o linguaggi dati
e basta
ma è opportuno vederle anche come qualcosa che determina l'evoluzione dei comportamenti e dei modi di vedere il mondo
lavorare sul "limite" ha senso proprio x questo
da sempre

detto questo
è vizioso porre troppi pregiudizi
anche perchè la risposta l'avremo sempre dall'efficacia dell'atto
nella sua risonanza in noi stessi

e non mi si dica che efficacia significa bello
l'inquietudine, il disequilibrio, il patologico esprime un valore
Francis Bacon lo ha reso evidente
(vi attacco una sua immagine)
<<<


(...)
Ho l'impressione che ci troviamo di fronte (in questo caso specifico) più a un'operazione alla «'O famo strano?» di verdoniana memoria, che faccia parlare di sè piuttosto che a qualcosa che faccia aprire i nostri orizzonti culturali-mentali-immaginifici-ispirativi e chi più ne ha più ne metta...
Lo chiedo per favore: se ci riuscite fugate i miei dubbi!


>>>
dopotutto di questa operazione sono uno spettatore come te...
ho molti meno dubbi e perplessità
ma anche molte domande...
e le risposte le cercherò dentro di me dopo l'impatto con gli eventi.

bacon.jpg - 30kB

compassione

luis - 16-1-2003 at 22:07

una parola: compassione
mi faceva pena
chi?
lui
quello soXno
ma una bella pena
volevo essere con lui
non so perchè l'ha fatto
ma lo ha fatto bene,
con verità
è da questa cosa qui che viene la voglia di dire la mia
sono con lui
qualsiasi cosa gli diciate

ai confini della realtà teatro

carlo - 16-1-2003 at 23:41

questa serata d'apertura di ArtLive m'ha confermato il valore del gioco in atto
di cui per altro avevo già consapevolezza

si tratta di non andare a cercare nuove forme d'arte bensì di trovare il modo per liberare le nostre percezioni nei confronti di chi mette in gioco il proprio corpo,
al di là dei generi
+ o meno contaminati

si tratta di qualcosa che si attesta al di qua di ciò che regolarmente è stato definito teatro o per altri versi performance o ancora body-art

dopo le stagioni dell'avanguardia e delle ciber-performance credo che esperienze come queste
ai confini della realtà (teatro)
siano utili per resettare lo sguardo
sin troppo omologato dal rimore mediatico e dalle convenzioni prestabilite


nel caso di soXno
http://www.musica90.net/ARTLIVE/ARTLIVE3/artisti/onice/onice.htm
l'evento che ha visto Claudio alla fine di 80 ore di veglia estrema,
non è infatti possibile stabilire criteri di analisi scenica ma forse è possibile sperimentare il proprio grado di libertà di quel nostro guardare-partecipare.
Il mio sguardo in questo caso
mixa tra l'intensità del suo corpo squilibrato (con l'orologio circadiano rotto, dopo il sonno di 3 notti negato)
e le proiezioni elaborate che ne amplificano i particolari, frammentandoli in una decomposizione dell'immagine che evidenzia la condizione di rottura.

Non cerco + il centro dell'azione, non inseguo tra la piccola folla il performer nudo e fragile (eppure forte nel coraggio di una scelta che sa di patologico...) ma raccolgo sui diversi piani audio (la sua voce registrata, il buon sound del gruppo dal vivo... ) e video (con grandi proiezioni sulle pareti) la disseminazione degli indizi.

E penso quanto sarebbe stato ancora + interessante raccogliere + frammenti del suo diario al termine della notte...
quelle cose che ha scritto e registrato quando era da solo in quel box bianco senza tempo.

patologico?

luca - 16-1-2003 at 23:47

m'ha commosso quella solitudine di claudio
anche se il contesto un pò fighetto mìirritava un pò
penso non a musica90
ma a questa fondazione sandretto-rebaudengo che se non sbaglio fa parte della stessa famiglia del presidente dello stabile.
Comunque... non voglio parlare delle solite marmellate d'interessi che rischiano d'avvilire la vita culturale di questa città rendendola + piccola di quella che è.

volevo dire un altra cosa

m'ha colpito la parola
patologico che carlo ha usato nel suo intervento.

che volevi dire?

la mosca al naso

cesca - 16-1-2003 at 23:51

certo che quella ragazza circondata da mosche era strana assai
una forza pazzesca
come faceva a sopportare quelle moschine addosso tutto quel tempo?

e poi claudio
come un cristo...

ma mi dico
mi viene la mosca al naso
qualcosa mi dà fastidio

mi sembra un gioco d'azzardo
eppure mi affascina
è un pò come il sadomaso
che non capisco
ma che rispetto

coniugare l'alterità in risorsa vitale

carlo - 17-1-2003 at 00:10

Quota:
Originariamente scritto da luca
(...)

m'ha colpito la parola
patologico che carlo ha usato nel suo intervento.

che volevi dire?

>>>
ti rispondo usando il QUOTE
in un altro intervento+ su
spiego il senso di questa funzione del forum

ho usato la parola patologico
non per intendere chissà quale disfunzione psicologica del performer ( se non quella prodotta "ad arte" x l'occasione)
ma pensando a come ai tempi della postavanguardia teatrale già alla fine degli anni settanta
era emerso il concetto di "patologico-esistenziale" per definire performances come quelle dei Magazzini Criminali.
In cui la gestualità iterativa evocava la dimensione schizoide di una generazione che gridava la sua impossibilità ad essere normale.

Erano tempi di un altra radicalità
oggi è diverso
per altri versi il gioco è + rischioso
eppure credo che la dimensione del patologico possa essere attraversato
coniugando l'alterità in risorsa vitale.

mosche o non mosche?

patrizia - 17-1-2003 at 17:04


ho visto la performance dei T.B.C. come uno degli incubi più diffusi: quello di rimanere chiusi, sigillati, in un luogo da cui non si può fuggire anche se infastiditi fino allo stremo dal più fastidioso degli insetti, quello da cui vorremmo liberarci. E la performer con la sua silhouette asessuata ma immobile, percettivamente viva solo per il battito di cuore e per quelle onde del suo corpo fatte più per intensificare il movimento delle mosche che non per allontanarle. mi ha aperto a un'altra possibile reazione a quello da cui vorrei fuggire. L'incubo degli insetti diventa la capacità di rimuovere gli incubi. Non a tutti ha fatto questo effetto: una volta allontanata la performer, si sono visti distinti signori agitare spray per allontanare le mosche dai divani e dalle vetrine. L'incubo dell'igiene resta inalterato nell'epoca delle contaminazioni.

la poetica dello sguardo rivelatore

carlo - 18-1-2003 at 01:03

di questa giornata la presenza di paolo rosa di studio azzurro è il momento più prezioso.
La sua mappatura dei gesti e suoni concreti del mediterraneo in quel mosaico elettronico di facce e mani in azione è il manifesto mirabile che rilancia il senso del titolo dato a questa manifestazione: "stranieri".
Ma va a fondo, scava, va oltre l'idea di alterità. Cerca l'empatia. Lo scambio.
il mediterraneo nei secoli ha creato incroci di culture, esaltando la differenza nell'integrazione.

dallo schermo interattivo come in un sinottico gioco dell'oca, casella dopo casella s'aprono le botole che rivelano i mondi di una cultura materiale che il nostro tempo sembra aver rimosso.

Dalle tamorre napoletane ai mosaicisti maghrebini. cinquanta finestre video e sonore (straordinario il lavoro di ripresa dal vivo e ancor + la sua elaborazione nel campionamento) che consacrano la poetica dello sguardo rivelatore che paolo e la factory di studio azziurro sa esprimere come pochi.

Un forte segnale apollineo, armonico ed equilibrato, all'interno di un ArtLive dove invece ci si sarebbe aspettati più furore dionisiaco.

Una bella notizia.

il carotaggio delle immagini

cesca - 18-1-2003 at 14:37

m'ha fatto una gran bella impressione franceso jodice
uno che ha capito che fotografare significa speculare
e a quel punto ci ragiona su

forse troppo

ma a tratti il risultato è buono

il suo flusso d'informazione è tamente ricco che ho preso appunti e li riscrivo qui, per frammenti, flashes come dopotutto procedi il suo ragionamento

parla di carotaggio delle immagini
e dei 100 piccoli micromontaggi fotografici sui gesti quotidiani
concepiti come un atlante
una comparazione di investigazioni private

censimento sistematico dei caratteri umani
un lavoro approntato con l'attitudine dell'entomologo

diffidare della realta
dice che se in altre parole
mi piace

superare il folklore e il furore d sguardo

e poi parla di un progetto basato sull'idea di seguire persone casuali e pedimarle con una fotocamera digitale

la pista segnata da quelle persone gli rivelerà una città
una vissione ricostruita attraverso
la simultaneita dello sguardo
resa dalle retroproiezioni installate da cliostraat, gruppetto d'architetti torinesi e giovani
se non sbaglkio sono quelli che hanno messo un piercing ad un palazzo


il suo web
http://www.multiplicity.it

jodice e i suoi ha messo su un'agenzia
d' investigazione territoriale
in occasione di un'operazione
realizzata x la mostra "mutations" a bordeaux
segnala un catalogo da non perderee
gli editori sono spagnoli

qualcuno ( ehi te, fuori dallo schermo... ehi! c'è qualcuno?)
ha qualche indicazione in merito
m'interessa

altro progetto
solid sea
un'inchiesta sul naugrafio di un battello di cingalesi e pakistani anni fa e rimosso dalle istituzioni
il mare solido è il nostro meditteraneo pieno di navi, uomini be speranze naufragate

è stato usato anche un robot
il rov : remoted operated vehicle

alttro bel termine tra i tanti (forse tropi spesi nella sua autopresentazione fiume): mappa matrioska

una mappa che contiene cone le scatole cinesi ( o le bambolotte russe, le matrioske appunto) indizi su indizi, e narrazioni su narrazioni


fine degli appunti

ma le sue parole ancora ronzano
erano tante, troppe ok,
ma alcune erano ben pensate
e ben agite

le derive urbane e la vertigine analitico-concettuale

carlo - 18-1-2003 at 14:48

leggendo quegli appunti presi durante la conferenza di jodice si sono riattivati dei pensieri che stavo elaborando .

Uno riguarda la sua intuizione cardine che in qualche modo dà vita a quella "psicogeografia" di cui parlavano i situazionisti quanto trattavano di derive urbane e di azioni di spiazzamento nella città.

Mi piace quell'approccio
ma c'è un però.
Però si rischia l'autocompiacimento intellettuale.

In alcune delle esperienze percepisco quella sindrome che potrei definire del
"mise en abime" (è come mettere uno specchio davanti ad uno specchio)
che da l'idea di una vertigine analitico-concettuale che non trova destino, sbocco...
ma forse è solo un impressione.
E' forse un riflesso ad un atteggiamento quello di Jodice sin troppo propositivo, eccessivo...

ma che comprendo e che alla fine dei conti m'intriga assai
m'ha fatto pensare,
rincorrendo gli stimoli
succede raramente

un altro successo di ArtLive


artista o antropologo?

mirko - 18-1-2003 at 17:38

una delle vibrazioni principali e' stata quella sensazione di essere costantemente al confine
tra una tavola rotonda di antropologi
che indagano l'uomo nelle manifestazioni della sua (dis)umanita'
e invece una vera e propria performance dal vivo di artisti che partono dai significati
li codificano
e ce li propongono per la decodifica

alcune domande venute dal pubblico,
un pubblico performativo esso stesso in taluni elementi,
insistono proprio su questo...sembrano cercare di togliere l'*arte* da una specie
di esilio dorato per portarla nelle persone
identificandola con la loro stessa vita
(degli artisti dietro il tavolo, si' ma anche della platea)

e che fa l'*arte* di rimando?
chiude in una stanza asettica e iperilluminata il performer di soxno
ingloba i movimenti di una performer assalita dalle mosche

quasi volesse invitarci all'alterita' indicando l'inutilita' ultima di un punto di vista

croce

george - 18-1-2003 at 17:48

la sensazione di performatività diffusa l'ho avuta anche io...Sukran Moral e i suoi discorsi sono stati un esempio unico

quel suo italiano stentato (e senza nessun gioco di parole meschino pure *stentoreo* per certi versi) sembrava una specie di codice primordiale di comunicazione diretta fra arte e pubblico, arte e vita.

mi ha affascinato il racconto della performance in cui si é messa in croce come il cristo, dopo essere stata espulsa da questo paese.
una delle punizioni forse più umilianti ribattuta con una presa di posizione forte che solo la voce dell'artista può far udire lontano: il mettersi in croce.
cristo stesso fu inchiodato a quella croce per essere stato rifiutato politicamente,ci avete pensato?

mi incuriosisce scoprire come possa essere scattato nella mente di sukran quel collegamento con la storia di cristo, del simbolo della religione maggiore del paese che la cacciava...qui alterità mi sembra significare
un modo per far capire quanto ottusi siano gli orizzonti con cui ci si circonda
se infliggiamo la punizione che -condannando- portiamo appesa al collo a chi non rispetta l'ordine voluto

a. - 18-1-2003 at 18:00

Quota:
Originariamente scritto da carlo
di questa giornata la presenza di paolo rosa di studio azzurro è il momento più prezioso.
Ma va a fondo, scava, va oltre l'idea di alterità. Cerca l'empatia. Lo scambio.
il mediterraneo nei secoli ha creato incroci di culture, esaltando la differenza nell'integrazione.


studioazzurro mi ha affascinata, ancora una volta.

avevo visto alla triennale di milano la mostra su "Le città invisibili" di Calvino, dove compare anche una loro installazione e mi avevano colpito.
http://www.triennale.it

quei colori tenui, acquatici, quella vaga dimensione onirica.
ora li scopro in ruolo quasi di antropologi, come si diceva qualche post più in su, e trovo il loro lavoro seducente.
un montaggio calibrato alla perfezione con le immagini
(posso solo immaginare il lavoro di scrematura dietro le quinte, immane), la scoperta di come un suono "naturale" sia in realta' base ritmica per l'arte, per la vita di ognuno di noi.
il confine fra arte e vita arriva ancora una volta a sfumarsi quasi del tutto.
i lattonieri che per sopportare il frastuono danno un ritmo alle loro martellate, fondendo lo scopo di quelle percussioni con quelle dei musicisti di strada, senza riuscire a distinguerli.

questa è una ricognizione della cultura del mediterraneo che porta davanti agli occhi di tutti la magia della vita lungo le sponde di quello che in fin dei conti è un grosso lago

mirko - 18-1-2003 at 18:10

penso ancora al perfomer di soxno e alla descrizione di quello che lui chiama *esperimento* e noi arte

(anche la distinzione ha un senso)

ho ritrovato nelle sue parole quel concetto di alienazione che riporta il pieghevole di ArtLive: a parte l'alienazione fisica dovuta alla veglia
alienazione mi sembra il tentativo messo in atto di spezzare una delle cose più umane, come il ciclo del sonno.
determinato e costante è un meccanismo che ci avvolge ogni giorno, inesorabile.
il tentativo di dominarlo,
(impossibile)
mi fa pensare ad una sorta di ricerca dell'alieno, o meglio, delle potenzialita' dell'alieno all'interno di noi.
alienazione non solo come estraniamento, ma anche come spinta a superare i limiti dell'umano per indagare quelli dell'alieno-oltreumano

qualcuno chiedeva significati dalla platea.
di fronte a sperimentazioni artistiche che lasciano interdetti chiedeva la domanda a cui queste rispondevano, e non l'ha ottenuta.
non credo si debbano cercare domande e risposte, per forza.
fatto sta che e' da ieri sera che continuo a cercare una domanda per la risposta di soxno.

paolo rosa di studioazzurro diceva
che l'artista sa porre domande e dare a se stesso una risposta per quelle domande, che e' l'opera.
e' una visione affascinante e che lascia il giusto grado di mistero e interpretazione: quella risposta vale solo per una persona, l'artista.
ancora una volta arte-vita vita-arte...

il simbolo di tutto e'il ratto

fra - 18-1-2003 at 18:26

ciao
mi dispiace, non adduco scuse. semplicemente mi dispiace di non aver potuto essere ad artlive, ma senza macchina senza aver preso contatti mi sono trovata out. sorry. alla prox.

Jodice

agiovann - 18-1-2003 at 19:05

Al contrario di Francesca, a me Jodice non è piaciuto particolarmente. Và così, si sa, a pelle.
Ma senza ombra di dubbio il suo lavoro è molto interessante, è un generatore di idee. Adoro l'idea di sviscerare la città e i suoi abitanti. In qualsiasi modo, con qualsiasi strumento, forse anche per qualsiasi scopo
Adoro l'idea di lasciare che la città ti parli, attraverso i suoi abitanti, i suoi casuali accostamenti. Nessuna guida turisctica è migliore del citadino inconsapevole che, usandola, traccia i suoi percorsi, le mappe di usabilità dell'interfaccia, città. La fotografia, allora, come spesso è nella ricerca sociologica applicata, diventa una metodologia di ricerca potente, immediata, veritiera.
Un passò in più verso quelli che a piace definire i piani di riqualificazione virtuale della città. Un esempuio, andatelo a vedere Torinorama
http://www.torinorama.it/

Ancora una parola sulla Fondazione, che non avevo mai visto, davvero bella, Aa pare mio merita una visita

studio azzurro

agiovann - 18-1-2003 at 19:33

Studio Azzurro non si smentisce mai.

Ed anche questa volta porta un esempio davvero interessante di come la multimedialità possa addirittura migliorare la realtà.
Vale davvero la pena di spenderdci due parole. Solo per l'idea semplice e contemporaneamente geniale di mappare i gesti e soprattutto i rumori del mediterraneo. Dando alle immagini un ritmo e un timbro talmente avvolgente da sentire quasi l'odore di questi luoghi......
quasi meglo delle concerie di fes, quelle vere( ci sono stata per davvero)

kali

carlo - 19-1-2003 at 11:17

hai presente la dea kali,
la nera riconfigurazione di durga e parvati
del pantheon indù?

ho rivisto lei
in diamanda galas
l'altra sera ad ArtLive.

Non canta solamente
sposta
entra dentro
con strane vibrazioni
che reindirizzano le cellule dei nostri corpi pervasi da un suono che dalle segrete camere di risonanza che gestisce a meraviglia
piomba in noi come un virus alieno
o come una bomba di profondità che scoppia dentro e dopo.

E ci fa scoprire stranieri

quel suono cambia
trasforma
muta
altera.

E ne siamo felici
in tanti
in un apoteosi che appare come un manifesto politico-poetico di sensibilità diffusa e condivisa
partecipata

superata la soglia del dolore della radicalità della sua voce
si scopre una musicalità che esprime un altra coscienza
talmente fuori dagli schemi che sembra contenere
le tante forme di sperimentazione vocale degli ultimi decenni
(Buckley, Hammill, Morrison, il gospel, Berberian...) e anche, fondamentalmente,
le risonanze di una vocalità araba che sa mixare con tutto e x tutto


mirko - 20-1-2003 at 23:02

di rimbalzo alla visione di alterazione che propone carlo
lo cita anche lui del resto

jeff buckley e la sua *grace*
dove la voce arriva a toccare le corde dell'alterità umana
http://www.thei.aust.com/isite/buckhome.html

sottotono

holeideescure - 21-1-2003 at 03:41

volevo scrivere sottotono, anche perchè è tardi e c'è un mio compagno di monoloculo che dorme. per questo vi richiedo uno sforzo, pari a quello fatto per sentire una parola sottovoce...
artlive mi ha fatto girare i neuroni: ho ricevuto molti stimoli, molti positivi
tutto è cominciato con soxno
sono arrivato tardi, ho non ho visto quasi nulla della performance, c'era tanta gente. mi ha colpito l'estrema varietà di personaggi ed il loro variopinto modo di adobbarsi: etnico, tecnico, casual e a volte trash. odio le uniformi e mi son chiesto se, in fondo, non lo erano pure quelle...
Sukran Moral
c'è voluto un pò per capire che il video che stavo guardando era in realtà un loop, i lenti gesti degli attori, la musica straziante e le immagini che ritornavano mi hanno messo a disagio. non sono riuscito ad assistere fino alla fine. niente in confronto al disagio dei boat people. il loop delle onde del mare è sicuramente più distruttivo
Francesco Jodice
ovvero girare il mondo è bello, sponsorizzati è meglio
la prolissa presentazione di jodice è stata per me l'unica delusione di questa manifestazione. secondo me un artista non dovrebbe parlare del suo operato, come i giudici e gli arbitri. comunque di questo hanno già detto, meglio di me, mirko e paolo rosa...
a me i lavori di jodice sono risultati straordinariamente banali, a cominciare dai suoi ritratti scala 1:1 (che novità:l'italia è una società multirazziale!), passando per i suoi dittici e trittici iperfocali (il dettaglio di un panorama ci svela un mondo ibridato con pezzi di cina sparsi a parigi e campeggi di barboni in mezzo a tokyo, niente di nuovo), si possono ammirare morbosi pedinamenti per scoprire la vera identità di una città (una mia amica mi ha detto che lo faceva già un urbanista nel lontano 1964) oppure jodice ci svela il segreto di luoghi che a noi sembrano normalissimi e tranquilli ma che in realtà sono stati teatro di delitti efferatissimi (la normale apparenza può nascondere verità tragicissime, che grande scoperta!)
per finire con solid sea: unica idea interessante è stata per me quella di far ascoltare le 9 versioni diverse contemporaneamente, per il resto faccio i miei complimenti a repubblica, che ha dato il la a quest'inchiesta.
il tocco di classe però è stato raggiunto alla fine quando jodice ha illustrato il suo film, parlando del cinema come qualcosa di divulgativo (ha descritto il film in generale come qualcosa per tutti). mi è sembrato un pò riduttivo. ha confessato di aver fatto il film perchè ha ricevuto la sovvenzione dallo stato, ma che in realtà la sua idea era quella di fare un fumetto, secondo lui massima espressione dell'arte del ventunesimo secolo... se lo dice un fotografo... non è finita, ha concluso con una dichiarazione poetica: lo so che avrete da ridire ma per me è emblematica una frase di tozzi: "gli altri siamo noi". ci siamo forse dimenticati di de andrè e di 2000 anni di pensiero altruista? concludo questo capitolo citando il medesimo artista di jodice: "si può fare di più"
panico da genitali
ho fatto una lunghissima fila per assistere a questa performance, è stata la prima volta che ho avuto l'opportunità di vedere uno spettacolo per un singolo spettatore. le facce delle persone che uscivano, molte ridenti, alcune deluse, sono state un ulteriore stimolo a resistere. mi aspettavo un attentato ai genitali stile benigni invece mi sono trovato davanti una ragazza androgina che dopo aver sparato alla mia immagine con lo sfondo di una bandiera americana mi ha mostrato tutta la sua femminilità. in quel momento mi sono sentito a disagio, non sapevo cosa fare. all'uscita mi sono detto che probabilmente hanno pensato a gente come me quando hanno dato quel titolo alla performance. poi mi sono divertito a vedere i volti della gente uscire sapendo cos'era successo la dentro. provocazione riuscita, la sessofobia è qualcosa che ci portiamo nel midollo, difficile da sradicare, che ci rende bersaglio di chi, per fortuna, riesce ad andare oltre questi atavici pregiudizi.
dell'inconro con gli artisti ricordo la proposta di elena velena, un tentativo di girare la frittata riuscito a metà. forse perchè esistono veramente delle differenze tra artista e pubblico, l'artista dovrebbe essere più sensibile del suo spettatore, dovrebbe sapergli comunicare una realtà in divenire, difficile da rappresentare, complessa da comprendere. se tutti avessimo queste sensibilità l'arte e gli artisti non avrebbero senso di esistere. non si può ridurre tutto allo slogan "l'arte è vita", ha ragione paolo rosa, la realtà è un pò più complessa.
studio azzurro
finalmente! era da tanto che aspettavo il momento di assistere a qualcosa di studio azzurro, ne valeva la pena.
dice bene a. nel suo intervento in reply a carlo (a proposito... dov'è finito? ti sei autocensurato?). voglio solo aggiungere un paio di cose: si è partiti da un'associazione, il rumore ripetitivo e assordantedei lattonieri marocchini ha gli stessi ritmi dei tamburi di un gruppo che passa nelle strade del paese. tutto viene montato in un videoclip in cui il gesto è protagonista e il suono, seppur originariamente antico, assume un'identità contemporanea, ricorda ritmi industriali, da rave party. quest'idea diventa una mappa di gesti e di suoni che, lo riconosce lo stesso autore, hanno anche un valore antropologico (niente a che fare con l'entomologia di jodice), ma studio azzurro non si limita a questo e da un valore in più al documento, lo carica di una cifra artistica che accomuna i vari clip. così il ronzare delle api diventa la base su cui montare i suoni e le immagini a ritmo serrato di una cereria artigianale. a proposito di api paolo rosa parla della notizia datagli da giorgio celli, che ha fatto su di loro uno studio, scoprendo che in qualche modo sono dotate di un'intelligenza connettiva, che va al di là della somma delle singole capacità di ogni insetto. è come se le api in particolari momenti, sappiano fondersi in un organismo vivente superiore, una sorta di leviatano. una scoperta veramente interessante (vero carlo?), mi ha fatto ricrescere la voglia di fare l'apicoltore...
l'ultimo giorno Diamanda Galàs mi ha regalato emozioni fortissime. non ho mai sentito niente del genere: la sua escursione vocale è spaventosa, le vibrazioni che emana sono più forti di un martello pneumatico. ma non sono semplici doti tecniche le sue, ad una voce potentissima, velenosa, si aggiunge un repertorio fatto da canzoni di generi diversissimi che vanno dal blues al rock alla world music di origine araba, una sorta di viaggio attraverso i generi a cui diamanda conferisce il suo stile inimitabile, fatto a volte di toni cupi, vicinissimi alle note più basse del pianofortre con cui si accompagna, fino alle note più alte, quelle penetranti, senza una sbavatura. e se l'inizio è una sorta di dimostrazione la fine si dimostra essere il momento più intimo in cui i toni si fanno più riflessivi ed emerge il significato delle parole. anche i testi non hanno confine, la serpenta passa, anche qui, attraverso varie lingue con pochissime difficoltà. è stato un'evento speciale, mi sono venute in mente almeno due persone di cui però non ho più l'opportunità di godere un'evento simile: demetrio stratos con le sue investigazioni diplofoniche e criptomelodie infantili, e jeff buckley, un grande giocoliere della voce nonchè sensibilissimo scrittore di testi. mi è subito saltato in mente nella sua cover degli smith quando canta "mother i can feel the soil falling over my head" oppure quando prende in giro il suo pubblico parigini parlando in francese prima di cantare la sua ultima canzone: last goodbye [/color]

holeideescure - 21-1-2003 at 04:00

leggo solo adesso il messaggio di mirko e come vedi sono d'accordo, ma siamo sicuri che carlo parli di jeff e non di tim buckley (il padre)? a carlo la sentenza
anch'io metto qui un paio di link per chi volesse approfondire la conoscenza di jeff buckley
male non farà
[url=http://www.narni.it/silvio/jeff/mainit.html]un completissimo sito in italiano
[/url]e uno in inglese ricco di foto

chiara - 21-1-2003 at 14:06

Diamanda Galàs mi ha sconvolta. Volevo scrivere subito un pezzo e poi.. e poi non ce l'ho fatta. E' vero che scrivere "a caldo" fa trasudare le emozioni e le suggestioni nelle parole che si scelgono ma, a volte, vengono toccate delle corde intime e ci vuole tempo per metabolizzare. Lo scorso sabato sono stata totalmente rapita da una voce che mi ha trascinata in paesi diversi con forza, a strattoni, per poi ripescarmi con un'infinita dolcezza. La canzone che più mi ha colpita è stata quella cantata in spagnolo...il tempo è letteralmente volato via come le mosche che affollavano la sala. Le luci, che alternavano toni molto caldi a toni gelidi, avvolgevano la figurta di questa donna che è riuscita a farci sentire qualcosa dentro.

era il padre,tim

carlo - 25-1-2003 at 17:06

Quota:
Originariamente scritto da holeideescure
(...)siamo sicuri che carlo parli di jeff e non di tim buckley (il padre)?


bella domanda

in testa ho tim buckley
grandissimo e misconosciuto
http://www.aqs2000.com/sito/testi/fumetti/tim%20buckley.htm

è più noto il figlio, eccellente anche lui

ma è a tim che pensavo,
bene gio'
m'hai stanato

spettatori nell'auditorium

carlo - 29-1-2003 at 07:38

un'immagine

spettatori50.JPG - 31kB

Jodice in conference

carlo - 29-1-2003 at 07:39

un'immagine

jodice.JPG - 59kB

tatiana - 30-1-2003 at 11:30

Meglio tardi che mai, straniera in questa comunità appena scoperta, salve a tutti!

da appassionata di bodyart e performance devo confessare che l'operazione ArtLive3 mi ha irritato parecchio, e non per la mancanza di personaggi importanti e di una certa qualità (il caro Paolo Rosa sempre generoso di poesie visive, l'ormai conosciuta Betty Marenko con la semplicità di un romanticismo fatto carne, la supersimpatica Sukran Moral che regala al pubblico schietti sorrisi...e l'innominabile Diamanda con i suoi bodygard!) ma per la "bella" operazione di comunicazione mendace!!!
E' stata venduta una manifestazione di tre giorni di performance e di arte vivente....ma io ho visto soltanto gente che parlava! cristo santo ma se mi vendi nell'opuscolo installazioni/performance/azioni e poi quello che vedo è gente che parla dei propri lavori in un Auditorium... sinceramente un pò mi incazzo, e se sentire Paolo Rosa è sempre un piacere altro è verificare con la percezione della propria pelle le sue installazioni, e se Jodice qualcosa di bello lo avrà fatto pure sentirlo parlare per un'ora del significato dei suoi lavori sinceramente mi ha annoiato a morte. Insomma si trattava per lo più di incontri e questa cosa mi ha deluso, mi aspettavo la Fondazione piena di arte in ogni suo angolo...non è stato così, peccato!


punto della situazione

avatarkali - 27-2-2004 at 00:42

Il mio nome è per me
uno solo
ma per voi essi sono tanti.
tale è la natura
di cio che sono
in essere.
Sono qui
poichè mi avete chiamata
e poichè è il tempo
di tornare.
io presiedo il cielo scuro
nelle notti
i miei occhi
sono la volta che sovrasta
questa terra
chiamami quando la mia luna
è scura e mi sentirai.
poichè di me è la lussuria
di me sono le celate nudità dell'uomo.
non temere
io ti renderò libero.
colui che mi teme
è colui che teme se stesso.
al mio occhio è grato il vostro interesse
non pensare
esso non conduce a me
.sii.
chiamami bramoso
e dall 'alto
verso il basso
sarà il mio cammino
lungo le tue forme umane.
io sono qui.
la mia lussuria diffonde
sotto la volta notturna
ed io veglio
e bramando il mio seth
vago nello spazio
e pongo il seme
negli spiriti che lo accolgono.
non temere.
le parole che di me furono dette
non sono talvolta
poichè la natura divina
non è di umana comprensione
vieni a me bramoso
tale è la brama occulta degli umani
ed io sento
mia è la volontà
l'unica e la sola
la volontà del tutto
io sono con tutto e nel tutto
poni la mente a me
io non sono una donna
e tu non essere un uomo
avrai di me le gioie
non amarmi
come ami una donna
rinuncia all'umana natura
per assaporare il mio profumo
tale è una scelta
che tu devi compiere
poichè la volontà è tua.
io sono con gli altri
una e tutto
la mia è la nostra volontà
io non sono madre
io sono concubina
tale è che gli uomini mi adorano
ed essi sono gli schiavi più felici
non pensare
io sono.
l'insana via che non produce
è la mia preferita
quella che le donne
riservano per seconda
e per me è la prima
io conosco dell'uomo la natura
non porti a me con arroganza
io non verr

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