| Il punto di osservazione dello 
      spettatore che conosce il romanzo rimane interdetto: gli attori che si alternano 
      sul palco nelle prime tre serate del reading non recitano. leggono. 
      ma lo fanno a mente, come se recitassero. e' un esperimento interessante: attori per lo + legati al mondo del cinema, 
      slegati quindi da una recitazione "autoimposta" dalla tecnica 
      teatrale, si alternano nel parlare di fronte al pubblico come fossero le 
      diverse voci che ognuno dei lettori costruisce nella propria mente sfogliando 
      le pagine del testo.
 e' un lavoro molto "baricchiano", per usare un termine forse non 
      ancora coniato: a tratti si puo' quasi definire cinematografico (al pari 
      della prosa dell'autore) per come dipana davanti al pubblico gli eventi 
      del libro costringendolo a saltare con lo sguardo da un'attore all'altro, 
      quasi come una cinepresa con i suoi stacchi di inquadratura.
 gli occhi dello spettatore diventano la prima sede di postproduzione e montaggio 
      dello spettacolo.
 non si respira lo stesso feeling che pervade le sale nella tradizionale 
      opera teatrale, nn si sente quel costruire insieme l'opera che accomuna 
      attori e pubblico, e sensazioni del pubblico.
 di fronte al City Reading Project si osserva, si sta con il naso all'insu' 
      a guardare ed ascoltare. come leggendo.
 
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