Il ruolo del regista

Che insegnare non significa trasmettere e apprendere non significa ricevere è ormai consapevolezza diffusa. Ma la scuola è ancora dominata da lezioni spiegate, da insegnanti che parlano e alunni che ascoltano (se ascoltano). E ascoltano (se ascoltano) ognuno per sé, comprendono (se comprendono) ognuno per sé, elaborano (se elaborano) ognuno per sé. Nella produzione del teatro partecipato il ruolo del regista è fondamentale, l’ipotesi di significazione del processo e della performance è sua, ma è un’ipotesi che si concretizza piano piano, con i contributi dei singoli attori e della loro interazione, e il regista è un bravo regista se sa utilizzare al meglio il contributo di ciascun attore per il significato d’insieme, se sa costruire spazi e contesti di lavoro dove ciascuno esprime al meglio se stesso, spazi e contesti di lavoro autogenerativi e maggioranti, dove il significato del tutto è molto più della somma dei significati parziali, ed è significato dinamico e modificabile, momento di una ricerca permanente e condivisa.
Se il regista non integra le parti, il processo è povero e lo spettacolo è scadente.
Se l’insegnante non fa come un regista, i processi restano individuali, autoreferenziali, limitati e parziali. Partecipazione e integrazione non ne fa l’insegnante che parla, la fa l’insegnante regista, che costruisce cornici di senso flessibili e dinamiche, e in esse sa colloca re, integrandole, le parti di ciascuno per i significati d’insieme.