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'quella domenica...sulle calde onde di Radiopaz'
C'ero anch'io insieme a quelle voci. Ero parte di quel mondo misterioso. Entravo per la prima volta e in punta di piedi nella 'Terra del Rimorso', dove ogni cosa si assopisce, inebriata da volti e da espressioni che nessuno è in grado di spiegare. Quando penso a ciò che accade a chi 'viene morso', mi vengono in mente paesaggi assolati e deserti, dove il canto delle cicale regna sovrano e indisturbato, quasi a sottolineare ironicamente l'abbandono di questi posti e di questa gente, diventando un tutt'uno con la secca chioma degli alberi d'ulivo. Ascoltando le registrazioni di alcune testimonianze (mandate in radio dai prof. Infante e Santoro), mi vesto improvvisamente di sensazioni e di ansie a me sconosciute e rivivo con loro quegli attimi, in cui tutto è in preda all'oblio del raptus frenetico e liberatorio della danza delle tarantate. Così quella chiesa che ogni giorno, per una settimana, faceva da sfondo ai miei percorsi galatinesi, si anima di di volti attoniti e di urla disperate per ciò che accade. La chiesa di S.Paolo sembra quasi un sofferto punto di arrivo, un' ancora di salvezza per animi che non trovano pace. Cosa accade realmente? Cos'è che inquieta nel profondo questa gente e cosa si nasconde dietro al suono di quel tamburello percosso da mani così ansiose? La 'Terra del Rimorso' ci appartiene e ci descrive, evidenzia con forza le radici della nostra terra, una terra disperata, spaccata dal sole, 'morsa e nuovamente morsa' da una solitudine che affoga il cuore.
Francesca (III Anno Stamms) fleur
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