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il diario di bordo

'Sassi...solo sassi...'

'Sassi...solo sassi...' , non riesco a scordare questa frase, ormai è parte di me...è nella mia mente a ricordarmi che qualcosa è cambiato. Quella sera a Galatina eravamo proprio uno, nessuno e centomila a condividere quel momento che concludeva un intenso viaggio di vita.
'Antonio...io ho male' diceva con voce stanca e rassegnata Salvatore e noi, in silenzio, a guardarlo con il cuore lacerato da una realtà che, da anni, è sempre la stessa. I sassi sono sparsi un po' ovunque, fanno parte di noi, segnano percorsi incerti, testimoniano le difficoltà che incontriamo nel nostro cammino...sono domande disseminate per terra, che attendono una risposta, risposta che forse non arriverà mai. Si può sperare, si, si può sperare ancora in un mondo diverso, dove ogni cosa, come l'acqua, prende la forma più giusta. Per capire ciò che voglio dire, basta guardare Simone che gioca rapito dalla semplicità di una piuma, ignaro di tutto ciò che lo circonda. Lui ha occhi solo per lei ed il suo mondo è racchiuso in quell'attimo in cui con premura materna, cerca di non far cadere la piuma per terra, perché il contatto con la realtà non è facile...meglio dunque restare per aria, a danzare dolcemente. E ancora Giorgio, che abbandona la sua sedia per raggiungere quelle ali che lui tanto desidera per librarsi in volo e per essere finalmente libero dagli occhi impietositi della gente. Cammina su un tappeto 'vivente', trascinando con sé il peso della sua sofferenza. Solo così, per pochi istanti, quel tappetto può provare il dolore così spietato con cui Giorgio è costretto a fare i conti ogni giorno della sua vita. Ma non basta e, soprattutto, non serve la commozione del pubblico e i grandi applausi per porre fine al suo disagio. Lo spettacolo si conclude, le luci si spengono e tutto è andato bene, ma le difficoltà del vivere resistono e diventano più pesanti, proprio come quei sassi che sparsi nel 'non luogo' del teatro, non hanno voce per urlare al mondo la loro rabbia. In noi, a farci compagnia, resta la speranza che tutto ciò sia servito a qualcosa e che 'le ali di Caterina' possano essere un punto di partenza e non di arrivo.
Fleur (III Anno)



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