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Autore: Oggetto: Corso di Ipermedia e Teatro all'Università di Lecce
carlo
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[*] Inviato il 17-11-2002 at 01:44
link a studioazzurro


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Originariamente scritto da valeria
colpita dall'idea del viaggiatore multimediale, vorrei visitare la mostra di Napoli su studioazzurro e cercare di avere maggiori informazioni anche tramite questo nuovo forum


qui trovi
info sulle ambientazioni di studioazzurro
http://www.studioazzurro.com/currentevents/index.htm
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carlo
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[*] Inviato il 17-11-2002 at 01:51
teatri della memoria multimediale


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Originariamente scritto da Paola
(...)“I TEATRI DELLA MEMORIA MULTIMEDIALE”

Questa espressione mi piace molto.
Più volte mi è capitato di pensare al peso della memoria (...)


il tuo intervento da una gran bel contributo a questo dibattito
c'è molto da dire
per ora indico un link dove sviluppo questo concetto di "teatro della memoria multimediale"
http://www.teatron.org/agapow/virtual/testi/teatrmem.htm
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carlo
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[*] Inviato il 17-11-2002 at 01:58
foto e profilo di studi


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Originariamente scritto da Sabry
Sono sempre Sabrina e vorrei sapere per quale motivo quando accedo sul forum con un computer dell' università esce scritto che la mia password è errata. Per scrivere infatti ho dovuto registrarmi di nuovo con un altro nome.Dipende forse dal fatto che per accedere uso 2 computer?grazie,scrivero' tra qualche giorno!

probabilmente hai fatto un errore nel registrare la password
ma anche il server di questo forum delle volte fa le bizze...
bisogna avere pazienza...

colgo l'occasione x fare a tutti una proposta:
via di mettere su una vostra foto?
e di indicare ciascuno di voi quali sono le linee teoriche che vi piacerebbe sviluppare?
e magari qualche traccia di un vostro profilo di studi: per capire meglio quello che state studiando.

per quanto riguarda il progetto " per un'integrazione partecipata: quale teatro?"
metteremo nel web tra qualche settimana una prima release


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Paola
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[*] Inviato il 17-11-2002 at 15:25
SPUNTI DI RIFLESSIONE -LA RADIOATTIVITA' DI Eugenio BARBA-


Ancora ipnotizzata dalle vibrazioni e dalle suggestioni intense indotte dallo spettacolo “MYTHOS” dell’ODIN TEATRET, mi sembra utile riportare alcune considerazioni (su cui mi piacerebbe riflettere con voi) che Eugenio Barba ci ha regalato durante la conferenza tenuta in Ateneo il 13 novembre 2002.

Il titolo dell’incontro è “La mia casa del padre”.

…Questa casa non è un luogo ben preciso, spiega Barba, ma è nascosta nel subconscio dei propri sensi. E’ necessario molto silenzio per poterla ritrovare sepolta sotto le parole, le umiliazioni e le vittorie che si sono vissute...

…il teatro, infatti, non è nel momento creativo, o nel risultato, ma nell’incontro con persone che vivono la stessa condizione di isolamento…
…un isolamento fatto di rispetto e di profonda lealta’ per se stessi: unico filo che ci lega alla “casa del padre” personale, e che attraverso l’esperienza ci ha condotto a quello che siamo oggi…

…la diversità è una situazione che comunemente spaventa…

…eppure, vivere lontani, conoscere, viaggiare, sentirsi “diversi”, stranieri permette d’incontrare la grandezza dell’essere umano…

…ed è proprio l’incontro con la diversita’ che ha grandi conseguenze per se stessi e per il teatro…

…Quando non sai niente di chi hai di fronte e non conosci neppure la sua lingua, sono i gesti, il timbro della voce e il calore dell’intero corpo che ti parlano…

…Il teatro che viene prima del dramma non è l’edificio ma proprio quella voce e quel corpo…

…L’attore non è che un’architettura in movimento.
Il suo compito è quello di ricostruire le diverse realta’, e le diverse contraddizioni che compongono l’essere umano focalizzando sul SE’ l’attenzione dello spettatore.
Occorre sorprenderlo, stupirlo attraverso la “trasgressione” delle leggi che regolano il comportamento comune.
Il teatro, infatti, è un’arte morale governata da leggi. Per ogni sbaglio la punizione sara’ sempre la stessa, la DISATTENZIONE dello spettatore…

…Obiettivo importantissimo del teatro,infatti, è quello di disarcionare lo spettatore e di scoprire come questa caduta possa diventare uno STRUMENTO…

…Ogni azione prodotta nel teatro è RADIOATTIVA…

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gabriele
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[*] Inviato il 19-11-2002 at 08:46
tavolo


Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole e la luce del giorno ti divide la piazza tra un villaggio che ride e te lo scemo che passa e neppure la notte ti lascia da solo: gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro.
E se anche tu, andresti a cercare le parole sicure per farti ascoltare, per stupire mezz'ora basta un libro di storia io cercai di imparare la "tre cani" a memoria e dopo maiale, Majakowskij, malfatto continuarono gli altri fino a leggermi matto.
E senza sapere a chi dovessi la vita in un manicomio io l'ho restituita, qui sulla collina dorma mal-volentieri eppure c'è luce, ormai, nei miei pensieri, qui nella penombra ora invento parole ma rimpiango una luce, la luce del sole.
Le mie ossa regalano ancora alla vita, le regalano ancora erba fiorita, ma altra vita è rimasta nelle voci in sordina di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina, di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia "una morte pietosa lo strappò alla pazzia".
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saggio
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shocked.gif Inviato il 20-11-2002 at 15:47


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Originariamente scritto da gabriele
Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole e la luce del giorno ti divide la piazza......



>>>Ma può anche capitare che uno scriva delle cose, appunto, pasticciate e inutili (e questo accade sovente) e non se ne accorga o non se ne voglia accorgere, il che è ben possibile, perché la carta è un materiale troppo tollerante. Le puoi scrivere sopra qualunque enormità, e non protesta mai: non fa come il legname delle armature nelle gallerie di miniera, che scricchiola quando è sovraccarico.

Primo Levi, La chiave a stella


...Solo De Andrè...<<<

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carlo
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[*] Inviato il 22-11-2002 at 23:58
alias > maschere > nickname


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Originariamente scritto da saggio
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Originariamente scritto da gabriele
Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole e la luce del giorno ti divide la piazza......



>>>Ma può anche capitare che uno scriva delle cose, appunto, pasticciate e inutili (e questo accade sovente) e non se ne accorga o non se ne voglia accorgere, il che è ben possibile, perché la carta è un materiale troppo tollerante. Le puoi scrivere sopra qualunque enormità, e non protesta mai: non fa come il legname delle armature nelle gallerie di miniera, che scricchiola quando è sovraccarico.

Primo Levi, La chiave a stella


...Solo De Andrè...<<<



bell'intervento...
se la carta non protesta
non scricchiola sotto il peso delle parole
il web che fa?
regge tutto?
con il tuo alias (il tuo "doppio", ovvero la maschera che hai scelto x firmarti in questo forum) hai lanciato un bello input

sei uno studente del corso?

se si, svelati
questo gioco degli alias (o nickname o maschere...) a me piace molto
ma se vogliamo utilizzare questo forum come luogo di confronto ( e valutazione... concetto che vorrei rifondare...) esplicito
sarebbe opportuno rivelarci

a proposito
perchè non mettete in attach le vs foto?
e anche i riferimenti alle linee didattiche che ho delineato nel primo intervento?
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checco
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[*] Inviato il 24-11-2002 at 02:23


salve a tutti.... leggendo un pò gli interventi all'interno del forum non riesco a comprendere come la comunicazione o la gestualità, o ,in questo caso, gli ipertesti,possano eludere vincoli e barriere strutturalmente integrati nella società da sempre! Per esempio,abbiamo mai immaginato di organizzare una "mostra d'arte per non vedenti"? voi cosa fareste? p.s. mi fornireste un pò di materiale sull'esperienza acquisita da voi circa 30 anni fa?(primo incontro---- nome ospite---(?)
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saggio
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[*] Inviato il 24-11-2002 at 08:58


Quota:
Originariamente scritto da carlo

>>>con il tuo alias (il tuo "doppio", ovvero la maschera che hai scelto x firmarti in questo forum) hai lanciato un bello input

sei uno studente del corso?

se si, svelati
questo gioco degli alias (o nickname o maschere...) a me piace molto
ma se vogliamo utilizzare questo forum come luogo di confronto ( e valutazione... concetto che vorrei rifondare...) esplicito
sarebbe opportuno rivelarci<<<


“Nel gioco si manifesta lo slancio vitale della personalità che domanda di darsi e costituirsi” -Frochel-


Ci siamo detti, visto che il web offre forme di comunicazione diverse, perché non giocare?
Quanto possiamo essere più veri, sottraendoci a “noi stessi”?
Quanto, muovendoci su più piani di condivisione dell’attività ludica, possiamo scatenare reazioni emotive interessanti?

Così, un po’ per gioco, un po’ per provocazione abbiamo pensato di mascherarci per scrivere le nostre idee.
La possibilità di sfuggire alla logica dell’identificazione, è l’aspetto che ci ha intrigato di più!
Volevamo semplicemente osservare le reazioni senza avere il “peso della nostra identità”, volevamo dare e ricevere risposte senza “condizionamenti”.
E questo non per paura di confrontarci, ci mancherebbe altro, ma per sperimentarci da un punto di vista differente!
Paola, Vinicio.



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carlo
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[*] Inviato il 24-11-2002 at 11:22
solo chi ha dentro il caos può generare una stella danzante


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Originariamente scritto da saggio
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Originariamente scritto da carlocon il tuo alias (il tuo "doppio", ovvero la maschera che hai scelto x firmarti in questo forum) hai lanciato un bell'input
sei uno studente del corso?
se si, svelati(...)

>>>
Ci siamo detti, visto che il web offre forme di comunicazione diverse, perché non giocare?
(...) E questo non per paura di confrontarci, ci mancherebbe altro, ma per sperimentarci da un punto di vista differente!
Paola, Vinicio.


perfetto, è un bell'esempio di gioco
nel senso lato del termine
è quel fare finta d'essere qualcun altro
che nasce dal principio infantile del mascheramento (faccio zorro, spiderman, campanellino...)
è dopo tutto uno dei principi cardine del teatro
ed è di questo che si tratta nel nostro corso di frontiera tra multimedialità e teatro.
ma facciamo un pò d'ordine,
adesso
dopo che, finalmente,
un pò di caos e complessità sono entrati nel nostro lavoro...

una citazione:
"solo chi ha dentro di sè il caos
può generare una stella danzante"
vai a vedere (serve Flash!!!)
di chi è e che cosa ne ho fatto...
http://www.teatron.org/dioniso/

dicevo facciamo ordine:

> vi sto chiedendo di dare elementi di riconoscimento, con un vostro desiderio che delinei l'interesse sulla base del piano di studi che ho proposto nel mio primo intervento

> di recuperare gli appunti presi nella mia lezione, sia quella plenaria che quella particolare proiettata sul progetto sull'"integrazione partecipata"

> d'inserire una vostra foto e magari dei link a pagine web che vi riguardino
(farle e fare in modo che si facciano, coinvolgendo colleghi + esperti, è uno degli obiettivi di questo corso)

vedremo + avanti

> x quanto riguarda le dinamiche psicologiche, rappresentative e dissimulanti di questo forum
vi invito a farvi avanti:
vorrei selezionare figure competenti x lavorare su uno degli "skill" futuri:
l'animatore di forum-digital trainer.

per ora inizio io
a mettere una foto
...

vorrei arrivare al prossimo appuntamento di gennaio con almeno tre gruppi individuati:

1. animatori di forum e rilevatori delle linee di discussione, con report mensili (3)

2. raccoglitori degli appunti presi nella lezione plenaria su "Multimedialità, tra memoria e mutazione dei linguaggi" il 4 novembre nel teatrino (5)

3. raccoglitori degli appunti x il progetto "per un'integrazione partecipata:quale teatro" (7)

questa suddivisione sarà temporanea e non contempla esclusività

concentriamoci ora
prima d'entrare nell'acquiescenza natalizia
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Paola
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[*] Inviato il 24-11-2002 at 16:20


Quota:
Originariamente scritto da carlo
>>> vi sto chiedendo di dare elementi di riconoscimento, con un vostro desiderio che delinei l'interesse sulla base del piano di studi che ho proposto nel mio primo intervento (...)<<<

Sono Paola, ho 28 anni.

Mi piacerebbe sviluppare l’idea “rappresentazione” come LUOGO in cui avviene scambio di comunicazione;
un luogo in cui i segni possono aiutare a ricordare, possono stimolare il pensiero a produrre immagini, a usare linguaggi diversi dalle parole;
un luogo in cui il gioco diventa un elemento di sviluppo intellettivo ed emotivo di ciascun individuo (del resto le rappresentazioni teatrali erano definite LUDI SCAENICI);
un luogo in cui i ricordi (anche quelli di cui non siamo consapevoli), possono intervenire sullo sviluppo della personalità;
un luogo in cui lo spettatore non sia solo il senso della rappresentazione stessa.

Come tutto questo può “vivere” di bit?

P.S. La mia foto è in allegato (non è il massimo ma almeno ci sono!)
Mi riprometto di inserire al più presto gli appunti delle lezioni.






paola.jpg - 3kB
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carlo
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[*] Inviato il 24-11-2002 at 16:42
avevo dimenticato la foto...


eccola

nello sfondo c'è un'immagine che m'ispira molto

avete mai sentito parlare dei dervisci medvlevi...?

riguarda un ragionamento sull'alterità come risorsa vitale...

carlodervisci.jpg - 113kB
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carlo
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[*] Inviato il 24-11-2002 at 16:51
essere o non essere... in rete


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Originariamente scritto da Paola
(...)
Come tutto questo può “vivere” di bit?


paola, la dimensione digitale è una realtà in +: è una realtà che aumenta e non sottrae
detto questo la dicotomia reale/virtuale è un falso problema
sta alla nostra emancipazione trovare l'equilibrio: dopotutto vivere la vita quotidiana ci esclude dalla vita onirica ( e viceversa).
sappiamo distinguere anche la differenza tra reale ed immaginario, sia a teatro che al cinema...
qui, nel forum on line ( e nei prossimi tempi in frequentazioni sempre + estese ed intense nella rete) si tratta di saper giocare questa partita tra reale e virtuale,
individuando i punto dove finisce uno e inizia l'altro.
quando sono in rete, >>>sono<<< in rete...
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Paola
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[*] Inviato il 25-11-2002 at 00:10


Quota:
Originariamente scritto da carlo
>>>(...) la dicotomia reale/virtuale è un falso problema
sta alla nostra emancipazione trovare l'equilibrio(...)
sappiamo distinguere anche la differenza tra reale ed immaginario, sia a teatro che al cinema... (...)si tratta di saper giocare questa partita tra reale e virtuale, individuando il punto dove finisce uno e inizia l'altro<<<

Si, ovviamente! E questo lo so fin troppo bene!
...Credo di non essermi saputa spiegare: intendevo solo dire che mi interessa particolarmente il COME (materialmente) poter trasformare tutte le nostre emozioni -farle "vivere"- in un prodotto digitale per "i teatri della memoria multimediale".
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carlo
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[*] Inviato il 25-11-2002 at 00:26
condividere energia


Quota:
Originariamente scritto da Paola
(...)
mi interessa particolarmente il COME (materialmente) poter trasformare tutte le nostre emozioni -farle "vivere"- in un prodotto digitale per "i teatri della memoria multimediale".

dopotutto è come pensare di fare vivere le nostre emozioni in un libro, in un film, in un evento teatrale
tante forme diverse d'espressione
a cui va aggiunta ora anche l'opportunità digitale
alla fine dei conti conta la passione con cui lo si fa, lo si progetta, lo si pensa
è un ulteriore piano d'azione, questo del multimediale,
la qualità sta in noi: nella nostra energia e nella capacità di condividerla con gli altri
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Sabry
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[*] Inviato il 25-11-2002 at 13:43
UN PARADOSSO CURIOSO:LA MEMORIA DEL PRESENTE


La memoria del presente consiste nell' osservare e associare quello che si vede a nostre esperienze personali. La memoria del presente sarà composta quindi da tanti punti di vista sempre nuovi. Allora,in realtà, si potrebbe parlare di diverse memorie del presente?Proprio in questo processo di esplorazione,non ci sarà il rischio di "disperderci"?O é proprio questo che ci fa conoscere e di conseguenza ci mette in relazione?
Metterci in relazione:é questa la parola d'ordine per aprirci e per farci avanti senza inibizioni.
Quanto prima farò avere ai miei fan la mia foto...magari autografata!!!!
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carlo
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[*] Inviato il 25-11-2002 at 16:51
il rapporto pensiero/azione


quote:
Originariamente scritto da Sabry
La memoria del presente consiste nell' osservare e associare quello che si vede a nostre esperienze personali. (...)

>>>
allora,
un concetto come "memoria del presente" mi sembra ovvio
è stato posto da me come un paradosso...
ma in fondo viviamo in un mondo in cui i paradossi non mancano
la riflessione concerne il rapporto che c'è tra pensiero ( da qui alla memoria)
e azione (l'agire nel tempo reale)
nell'era delle reti questo rapporto si fa sempre + serrato.

questo è.
<<<
Quanto prima farò avere ai miei fan la mia foto...magari autografata!!!!
--------------------------------------------------------------------------------



niente fan
niente autografi

non banalizziamo una mia richiesta
normale
voglio associare le firme nel forum
ai visi...
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bea
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[*] Inviato il 25-11-2002 at 20:54


AVVERTENZA
A te, navigatore della rete
Il testo che stai leggendo l’ho prima pensato, poi l’ho scritto e riscritto con la biro blu, poi l’ho trascritto in word, infine col “copia-incolla” l’ho introdotto nella rete decidendo di occupare uno spazio nel forum “Tracce dal Laboratorio di libera espressione a Lecce” ed uno spazio nel forum "Corso di Informatica Multimediale. Teoria e tecniche del teatro in ambiente digitale".
Avrei voluto mettermi davanti al computer e riversare “di getto” i miei pensieri nella finestrella del “new reply” dopo aver fatto “logout” e poi “login”, quindi “invio”.
Ma nessuna delle parole che attivavano azioni su quello schermo vitreo mi risultavano amichevoli. Lo stesso monitor mi dava l’impressione di un occhio di vetro, freddo, cieco…
Insomma, avevo l’impressione di avere davanti un blocco di ghiaccio dentro il quale riversare emozioni, sentimenti, storie.
Poi ho riflettuto. Ed ho scoperto una cosa ancora più inquietante: in un qualche momento dovevo aver deciso che le storie più affascinanti, le frasi più belle, le emozioni e i sentimenti più vibranti, che emergevano nel corso delle attività del Laboratorio di libera espressione avviato nella mia scuola, le avrei tenute per me, nella cassaforte del mio diario di bordo.
Ora sto scrivendo, ma non riesco a liberarmi della fastidiosa sensazione che sto forzando zone delicate, pieghe che dovrebbero restare piegate.
Una violenza sottile che, se non sarà compensata con rapporti veri, incontri importanti, rischia di produrre solamente inutili piaghe.

Il lavoro nel Laboratorio li libera espressione nella Scuola Media GALATEO procede.
Sono stanca (fisicamente).
Molti pensieri mi attraversano la testa. Si tratta soprattutto di interrogativi, che producono altri interrogativi. Domande piuttosto che risposte. Incertezze piuttosto che certezze.

Da un po’ di tempo mi interrogo sul perché io continui a provare disagio nei confronti della scrittura on-line, sul perché non la consideri affatto una scrittura “creativa”.
Io, che pure riesco, a detta di tanti, a far scrivere testi straordinari e “creativi” anche a ragazzi solitamente demotivati, sprovveduti, disorientati…
Io, che credo fortemente ed ho sperimentato quotidianamente la forza incredibile della parola scritta sulla parola orale, il suo valore “terapeutico”…
Perché non riesco ad “essere spontanea”, “creativa”, a “scrivere di getto”, senza mediazioni, sul forum?
Ed invece ho bisogno di pensare, e poi di scrivere, di fissare sul mio diario i miei pensieri, per poi trascriverli ed inviarli on-line? …forse!

Sono ormai molti anni che uso il “diario di bordo” come strumento di lavoro per ascoltare, osservare, raccontare, ricordare, riflettere, confrontare esperienze…
E sono molti anni che chiedo ai miei alunni di ascoltare, osservare, raccontare, ricordare, riflettere, confrontare le esperienze vissute insieme.
Da quando abbiamo avviato il Progetto I.N.D.I.R.E. anche i miei colleghi, la mamma di Francesco, Cristina, la sua (?!) assistente, scrivono il loro diario di bordo.
E allora dov’è il nodo, la contraddizione? Perché continuo a provare disagio?

Il “diario di bordo” è strumento per la costituzione di un gruppo, è una scrittura intima che viene rivelata solo a chi ti è vicino, perché ha condiviso con te la stessa esperienza. Sei al riparo da ogni giudizio, perché il giudizio non ha senso.
Nel “diario on-line” dov’è l’esperienza in comune, se chiunque può “entrare” e “spiare” e “giudicare” e pretendere di dare risposte e di porre domande?
Che fine fa quella intimità che è il presupposto indispensabile per un diario?

Nella comunicazione che si realizza nel “diario di bordo” le esperienze attorno a cui si aggrumano gesti, pensieri, emozioni, parole, si fanno parola scritta, cioè “qualcosa di permanente e di morto”, per dirla con Borges, per rinascere immediatamente e diventare parola orale, raccontata, “qualcosa di alato, di lieve”, che incontra altre esperienze, altri gesti, altri pensieri, altre emozioni, altre parole. Un circolo virtuoso che si rigenera ad ogni nuovo incontro.
Nella comunicazione on-line è la nostalgia della parola orale che si fa parola scritta per diventare parola orale, che vola… ma dove? da chi? quali nuovi incontri potrà generare? o si disperderà in un nodo della rete?

L’unico modo in cui riesco a pensare di poter utilizzare, io, il forum è questo:
provare a trasferire alcune pagine dei nostri diari di bordo in uno spazio virtuale, in una piazza immateriale, e lasciare così delle “tracce”. Appena una galleria di ombre rispetto all’esperienza ben più complessa che nella nostra scuola (e nelle altre due scuole) stiamo portando avanti.
Sperando con questo di incontrare altre esperienze, ben consapevoli che dietro ad ogni esperienza ci sono gesti, pensieri, emozioni, parole… persone.


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Valentina
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wink.gif Inviato il 25-11-2002 at 21:39
Ritorno alla diversità


Probabilmente mi discosto un pò dalle ultime discussioni del forum, ma vorrei ritornare al discorso dei "diversi" e riportare un piccolo pensiero:
"la diversità è solo un posto oscuro del nostro modo di pensare che nasconde ciò che non si conosce o che non si vuole conoscere..."
Tra le forme artistiche il teatro è certamente quella più articolata e complessa e il fatto di poter dare la possibilità di esprimersi è per chiunque un momento di crescita e di conoscenza; è un terreno in cui non servono certezze, in cui si espongono dubbi, esplodono conflitti, consentendo di operare una "teatralizzazione" delle esperienze della vita di ognuno, una "uscita" al di fuori del proprio sè e del proprio corpo. Come ha detto Eugenio Barba nell' incontro di qualche giorno fa: "...basta riuscire a catturare un gesto, un' espressione, una vibrazione e trasformarla in movimento..."
Bisogna quindi affermare una nuova cultura dei "diversi", non visti come oggetto di assistenza, ma portatori di valori come la solidarietà, la creatività, il rispetto della disuguaglianza.

Purtroppo non ho ancora una foto in cui compaio da sola, ma spero di poterla inviare presto.
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carlo
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[*] Inviato il 26-11-2002 at 01:03
scripta volant


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Originariamente scritto da bea
AVVERTENZA
A te, navigatore della rete
Il testo che stai leggendo l’ho prima pensato, poi l’ho scritto e riscritto con la biro blu,
(…)

>>>lo so, capisco, è il modo migliore x farlo...
ma è un fatto diverso, scrivere di getto, con o mediazioni espressive e sintattiche
interpretando ciò che rappresenta la re: un fluire di comunicazione
<<<

Insomma, avevo l’impressione di avere davanti un blocco di ghiaccio dentro il quale riversare emozioni, sentimenti, storie.
Poi ho riflettuto. (...)
non riesco a liberarmi della fastidiosa sensazione che sto forzando zone delicate, pieghe che dovrebbero restare piegate.(...)

>>>è evidente che stiamo tentando il superamento di quella condizione naturale di scrittura soggettiva e intima.
il valore, credo, è proprio nel valore di questo superamento
la rottura di un'abitudine
lo schermo è freddo, la rete è elettrica
sta a noi forgiarla a nostra dimensione
ed è quello che stiamo facendo,
raggiungendo obiettivi che con il diario segreto non si sarrebbero raggiunti
<<<

(...)
mi interrogo sul perché io continui a provare disagio nei confronti della scrittura on-line, sul perché non la consideri affatto una scrittura “creativa”.
(...)

Da quando abbiamo avviato il Progetto I.N.D.I.R.E. (...)

>>>s'è delineat una nuova opportunità
sta a noi interpretarla
e condizionarla a nostra misura
quale?
quella di una relazione ulteriore che non esclude le altre
<<<

(...)
Nel “diario on-line” dov’è l’esperienza in comune, se chiunque può “entrare” e “spiare” e “giudicare” e pretendere di dare risposte e di porre domande?
Che fine fa quella intimità che è il presupposto indispensabile per un diario?
(...)

>>>certo quell'intimità è persa
ma forse è possibile acquistare qualcos'altro
anche a teatro accade qualcosa di simile...
è una zona di rischio, ci si mette in gioco
e gli sviluppi non sono prevedibili
<<<

(..)
Nella comunicazione on-line è la nostalgia della parola orale che si fa parola scritta per diventare parola orale, che vola… ma dove? da chi? quali nuovi incontri potrà generare? o si disperderà in un nodo della rete?

>>>
come dire
scripta volant
parole che volano nella rete
ma che possono spostare
far accadere qualcosa
e sta accadendo
<<<

L’unico modo in cui riesco a pensare di poter utilizzare, io, il forum è questo:
provare a trasferire alcune pagine dei nostri diari di bordo in uno spazio virtuale, in una piazza immateriale, e lasciare così delle “tracce”. (...)


ecco, si,
tracce
è uno dei modi migliori x trattare di questa esperienza
stiamo tracciando la mappa lungo il cammino
seminando parole che rivelano esperienza diretta
<<<
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carlo
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[*] Inviato il 26-11-2002 at 01:09
agire il pensiero


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Originariamente scritto da Valentina
Probabilmente mi discosto un pò dalle ultime discussioni del forum, ma vorrei ritornare al discorso dei "diversi"

>>>no
anzi
lo stai riportando nell'alveo principale
<<<


Tra le forme artistiche il teatro è certamente quella più articolata e complessa e il fatto di poter dare la possibilità di esprimersi è per chiunque un momento di crescita e di conoscenza; è un terreno in cui non servono certezze, in cui si espongono dubbi, esplodono conflitti, consentendo di operare una "teatralizzazione" delle esperienze della vita di ognuno, una "uscita" al di fuori del proprio sè e del proprio corpo. (...)


cercare un rapporto tra questo forum on line e i principi attivi del teatro
è l'altro cardine di questo nostro lavoro
continuare così contribuisce a costruire un percorso decisamente inedito nella rifelssione sul teatro e la sua valenza sociale: quella di forte interrelazione umana. Con queste parole.
mettiamo in azione il pensiero.
Non è una buona palestra?
Che cos'è dopotutto questo nostro contesto universitario se non un'opportunità per dare forma a tutto questo?
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Sabry
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[*] Inviato il 26-11-2002 at 11:03


Oh, mio Dio che cosa ho combinato!Non avevo nessuna intenzione di banalizzare sul fatto della foto, scusate se forse ho esagerato.
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De Paolis Livia
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[*] Inviato il 26-11-2002 at 11:12
UN ACCOGLIENTE PUNTO D'INCONTRO


Mi colpisce il fatto di poter creare e interagire con qualcuno nel mondo virtuale,mondo che mi e'stato da sempre sconosciuto e che sinceramente sto rivalutando completamente.Lo considero un"accogliente"punto d'incontro...E tornando sul fatto di COME far vivere e condividere le nostre esperienze in formato digitale io penso che proprio questo ci offre la possibilita'di "dire la nostra",di condividere, scambiare energia....Poter dire che è come pensare di vivere le nostre emozioni in un libro,in un film mi sembra un po'limitativo visto che questo modo di comunicare con gli altri lo vedo un po' a"senso unico", che ci vede passivi,senza possibilita'di esprimere le nostre esperienze ed emozioni...Quindi,forse spinta dall'entusiasmo, io direi che possiamo abbandonare tutte le nostre perplessita'circa il mondo digitale, basta riuscire a mostrare la nostra volonta' di riuscire bene "insieme"!!!!
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Sabry
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[*] Inviato il 26-11-2002 at 11:17
PARLARE é COME VIAGGIARE


Si, ora so. Che bello scrivere come se stessi parlando! Qualche attimo fa non era così: mi concentravo per scrivere i miei pensieri in forma elaborata. Ora, invece, scopro che in questo forum si deve"parlare", diventa più immediato e mi sa più di viaggio!
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Sabry
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[*] Inviato il 26-11-2002 at 11:39
EMOZIONI NEL DIGITALE?Sì, BASTA VOLARE!


Ci sono, forse un pò tardi, ma ora ho capito. è un viaggio in cui si"vola con i piedi per terra" quello che devo intraprendere nei meandri più nascosti e, magari misteriosi, della multimedialità. "Vivere e volare" è il mio motto, a cui mi ispiro ogni giorno. Quando si vive è come se si volasse, perchè ogni momento di vita è scandito da forti emozioni, belle o brutte che siano. Volare con i piedi per terra, perchè il viaggio lo si intraprende stando seduti davanti ad un computer. All' inizio non capivo come far abbracciare il mondo digitale con la radioattività del teatro. Ora so che è un' avventura tutta da scoprire; ora so che il mistero di cui è dotato il digitale mi ha incuriosito come un gioco e ancora adesso continuo ad esserne affascinata.
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