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Autore: Oggetto: II anno_DAMS-Salento: Ipermedia e Teatro_05
Ale e Silvia
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[*] Inviato il 21-3-2006 at 19:42
Società dell' informazione



La nostra è definita da tutti " Società dell' Informazione". E' però necessario dare senso a questa definizione poichè rischiamo di entrare nella SOCIETA' DEL CONTROLLO e dell' AUTOMATISMO PSICHICO, uno dei pericoli che riguarda soprattutto i più giovani , naturalmente attratti dai sistemi interattivi, cellulari, videogame ecc. E' necessario x questo trasferire l' intelligenza culturale in questi ambiti, che vanno considerati ad alto rischio sociale talmente importanti da non poter rimanere in mano a mercanti ed informatici, poichè altrimenti si rischia di inondare il mondo di tecnologie che ci daranno talmente tante risposte da far dimenticare le domande, e senza domande non si va avanti, infatti,come dice anche il nostro prof."NON C' E' CRESCITA SENZA CRISI". Le crisi sono necessarie per chi deve misurarsi con il mondo che cambia.
Oggi il cellulare non è più un semplice telefonino, ma è un sistema di comunicazione molto più "SMART", intelligente, simpatico, amichevole. Sulla base degli scambi di SMS (di comunicazione scritta) nascono delle relazioni e delle strategie di auto-organizzazione. Gli sms rappresentano sia un fenomeno di comunicazione che sta rivoluzionando la pratica della scrittura, sia una nuova attitudine che sta cambiando il senso del comunicare. Si parla di "SMART MOB" in cui la parola "Mob" può indicare sia la folla che il "mobile", la telefonia mobile e il Wirless (senza fili). Mob er stato inteso dall' etologo Lorenz come declinazione del verbo to mob "assalire", per indicare l' attacco di uno stormo di uccelli contro un predatore più grande, deciso a insidiare il nido.
Si tratta di COMUNITA' VIRTUALI che non stanno più ferme davanti allo schermo ma che si muovono nel territori, moltitudini che iniziano ad usare le tecnologie mobili per far accadere degli eventi intelligenti, ludici e creativi, infatti sono tanti i casi di feste o di raduni convocati solo x gioco.
Sia sms che videogame, però, non vengono ancora contemplati come campi d' intervento culturale, perchè gli "statuti dell' estetica" non hanno gli strumenti per valutarli, per considerarli come dei nuovi linguaggi capaci di esprimere, in modo compiuto, il mondo che cambia! Questo avanzamento tecnologico impone la necessità di uscire dal "torpore delle politiche culturali" che non sanno intercettare le istanze comunicative delle nuove generazioni, a partire dall' ambito educativo!
Un modo per intervenire è, dunque, quello di iniziare a progettare interventi Ludico- creativi che stimolano la partecipazione ATTIVA dei ragazzi, degli studenti, a partire dai più piccoli, già dalle elementari, per dare forma a quella pulsione che gli attrae verso i nuovi MEDIA INTERATTIVI. Perciò il mondo della scuola e degli insegnanti necessita di EVENTI DI COMUNICAZIONE, che attraverso l' uso di Ipermedia e creazioni web dimostrino che insieme al mondo dell' arte, del teatro, del cinema e del video, esiste anche una condizione propria della CREATIVITA' MULTIMEDIALE in cui si sviluppa una sorta di EMPATIA ON LINE e dove si cerca di rendere condivisibile, creativo e dinamico il mezzo di comunicazione.

http://www.teatron.org/impararegiocando/
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Grazia
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[*] Inviato il 21-3-2006 at 20:08
ATTORE O SPETTATORE?


Attore o Spettatore?

Continuando a riflettere sull’interazione tra attore e spettatore, ho letto che il primo happening, ossia un avvenimento artistico cui lo spettatore è chiamato a PARTECIPARE ATTIVAMENTE, diventando lui stesso attore, è stato quello di Allan Kaprow nel 1959 e s’intitolava “18 HAPPENING IN 6 PARTS”.
In sintesi si chiedeva agli spettatori di spostarsi da uno spazio all’altro della scena. Le pareti di questa erano rivestite di una plastica trasparente che permetteva di vedere cosa accadeva dall’altra parte.
Lo stesso invito annunciava quello che sarebbe successo nello spettacolo:”…lei sarà simultaneamente attore e spettatore…”
L’arte dell’happening nasce dall’idea di ARTE CONCETTUALE (non importa quello che si rappresenta, dicevano gli artisti di questo filone, quello che conta è il concetto) che è contro la mercificazione dell’opera d’arte.
In sostanza è quello che accadeva già nel DADAISMO con Marcel Duchamp (massimo esponente).
Come sappiamo, il dadaismo è contro tutto ciò che si è fatto passare per bello; è contro l’arte, la poesia e la letteratura. Le serate che si svolgevano all’interno del famoso “Cabaret Voltaire” erano all’insegna della pura provocazione; unico scopo era quello di spiazzare la borghesia.
Gli spettacoli di Kaprow sono tutti caratterizzati da questo suo interagire con lo spettatore e, molti altri artisti hanno intrapreso, come lui, questa direzione; infatti, la ricchezza comunicativa dell’happening, lo spiazzamento dello spettatore, le diapositive e le proiezioni fanno parte del nuovo teatro di ricerca.


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Onerom
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 08:40
Musicita o tecnico?


"Senza il computer non sono niente... il computer è il mio complice... è lui che mi permette di fare musica..." (Antonio De Santis)

Sax84 sono giustificabili i tuoi quesiti e anch’io (non da musicista ma da appassionato) mi chiedo se ora i veri artisti sono i cantanti stessi o i tecnici del suono. Ad esempio vogliamo mettere a confronto un artista moderno con Ray Charles o con lo stesso J.Coltrane che tu hai citato??? Però per certi aspetti e ad una prima considerazione, la distanza tra tecnologie digitali e creazione artistica, appare senz'altro vasta e difficilmente colmabile. Le prime, appaiono, per l'appunto, "tecnologie": strumenti "freddi", basati su assunzioni e metodologie rigorosamente, matematicamente definite e che presuppongono, nella sostanza, un corrispondente rigore nel loro utilizzo. Tale rigore sembra difficilmente conciliabile con la "libertà espressiva", con "l'intuizione" insita nella creazione artistica, e l'utilizzo di strumenti digitali può apparire, anzi, una fonte di limitazione delle possibilità espressive dell'artista. Tuttavia, al tempo stesso, bisogna osservare come l'uso delle tecnologie digitali renda possibile una totale "virtualizzazione" dell'opera, fornendone una rappresentazione come semplice collezione di informazioni all'interno di una memoria digitale, rendendola quindi indipendente da qualunque supporto fisico. In tal modo, l'opera viene ad acquisire una natura "soft", immateriale, simile alle componenti software di un qualunque sistema informatico. Tale virtualizzazione comporta, come conseguenza immediata, una illimitata possibilità di manipolazione - cosí come di creazione - dell'opera, non più vincolata all'utilizzo di materiali e quindi alle limitazioni inerenti alle caratteristiche fisiche di tali materiali. Cosí, soluzioni espressive che sarebbero precluse dalla "fisicità" dell'opera stessa (il suo essere "dipinto", "scultura", "musica" generata da strumenti musicali classici, "scena di teatro"), diventano applicabili se si "riducono" ad un trattamento digitale di informazioni. Questo fenomeno, che rende possibile una continua ricerca di nuovi stili di espressione artistica, non è in realtà caratteristico degli anni più recenti, segnati dalla crescita dirompente dei sistemi di trattamento digitale delle informazioni; in ambito musicale, ad esempio, la ricerca di nuove modalità espressive per mezzo di strumenti elettronici mediante un trattamento analogico dei segnali, risale ad alcuni decenni fa, prima della diffusione delle tecnologie digitali. La produzione musicale continua a rappresentare un importante settore di applicazione delle tecnologie digitali alla sperimentazione artistica, dove, nuovi suoni, timbri, tonalità non producibili per mezzo degli strumenti usuali, possono essere sintetizzati digitalmente e successivamente elaborati in vari e innumerevoli mo

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carlo
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 09:41
ci avete trovato gusto, bene


sono molto contento di questa vostra partecipazione al forum
talmente intensa che non riesco a starvi dietro (vorrei farlo, ma nel forum di Performing Media, quello di quest'anno... ci conto...)

credo che questa vostra veemenza on line vada ormai ben oltre l'esame

avete capito (credo,spero) che queste dinamiche di cooperazioen educativa on line
sono esperienza vostra: apprendimento dinamico x mettere a misura ciò che avete scoperto e avete fatto vostro

bene, bisogna tirar fuori le cose x vederle


ora, x intenderci
ed essere funzionali all'esame
(sarò schematico)
1. mettete negli interventi il vostro nome e la foto con l'avatar (ho già messo le indicazioni)
2. dite anche ai vostri colleghi che devono far l'esame,
di usare questo forum x farsi avanti (altrimenti verranno valutati poco e male)
3. incollate in vostro intervento finale i vari post che avete fatto nel forum (con realtive date)
4. entro venerdì mattina, poi sarò in viaggio
5.portateli stampati all'esame

e a te, Onerom:
dove hai trovato quella dichiarazione di De Santis, è un musicista informatico che collabora con l'IRCAM di Parigi
e che ho conosciuto ( x una trasmissione che conducevo x la RAI) nel 1981 e di cui avevo perso le tracce...

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Grazia
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 11:02
Intelligenza artificiale


“Siete soli nella stanza, se si eccettuano due terminali di computer baluginanti nella penombra. State usando i terminali per comunicare con due entità che si trovano in un'altra stanza e che non potete vedere. Con l'unico riferimento delle risposte alle vostre domande, dovete decidere [...] chi è umano e chi la macchina. [...] Se non riuscite a distinguere la macchina intelligente dall'essere umano intelligente, il vostro fallimento prova, riteneva Turing, che la macchina è in grado di pensare.”

Il test consisteva in una persona che poneva delle domande tramite una tastiera, rivolgendosi sia ad una persona che ad una macchina intelligente.
Turing era convinto che se, dopo un ragionevole periodo di tempo, la persona che poneva le domande non fosse stata capace di distinguere le risposte della macchina da quelle dell'altra persona, la macchina in qualche modo si poteva considerare "intelligente".
Allan Turing, padre dell’informatica, riteneva possibile la costruzione di una macchina in grado di pensare.
Turing è stato una dei pionieri dello studio della logica dei computer, così come la conosciamo oggi, ed fu il primo ad interessarsi all’argomento dell’intelligenza artificiale.
Ciò che Turing intravedeva era una macchina che riusciva a fare tutto, cosa che oggi diamo sicuramente per scontata.
Turing era dell’idea che si potesse creare una MACCHINA INTELLIGENTE seguendo gli schemi del cervello umano.
Qualcuno diceva che costruire un cervello non organico è lo scopo dell’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
Nel 1997, per la prima volta, un computer sconfisse a scacchi il campione mondiale e da quel momento si riconsiderò l’idea che si aveva sui computer e si gridò alla nascita di una “MACCHINA CHE SA PENSARE”.
La macchina, giocando a scacchi, dispone di una velocità impensabile e, allo stesso tempo, esamina tutte le eventualità del gioco; il cervello umano, invece, analizza il futuro ad una velocità inferiore, ma utilizza, al contrario della macchina, esperienza, memoria ed intuito.





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carlo
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 11:18
non amo gli esercizi di stile


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Originariamente scritto da Grazia
“Siete soli nella stanza, se si eccettuano due terminali di computer baluginanti nella penombra. State usando i terminali per comunicare con due entità che si trovano in un'altra stanza e che non potete vedere. Con l'unico riferimento delle risposte alle vostre domande, dovete decidere [...] chi è umano e chi la macchina. [...] Se non riuscite a distinguere la macchina intelligente dall'essere umano intelligente, il vostro fallimento prova, riteneva Turing, che la macchina è in grado di pensare.”

Il test consisteva in una persona che poneva delle domande tramite una tastiera, rivolgendosi sia ad una persona che ad una macchina intelligente.
Turing era convinto che se, dopo un ragionevole periodo di tempo, la persona che poneva le domande non fosse stata capace di distinguere le risposte della macchina da quelle dell'altra persona, la macchina in qualche modo si poteva considerare "intelligente".
Allan Turing, padre dell’informatica, riteneva possibile la costruzione di una macchina in grado di pensare.
Turing è stato una dei pionieri dello studio della logica dei computer, così come la conosciamo oggi, ed fu il primo ad interessarsi all’argomento dell’intelligenza artificiale.
Ciò che Turing intravedeva era una macchina che riusciva a fare tutto, cosa che oggi diamo sicuramente per scontata.
Turing era dell’idea che si potesse creare una MACCHINA INTELLIGENTE seguendo gli schemi del cervello umano.
Qualcuno diceva che costruire un cervello non organico è lo scopo dell’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
Nel 1997, per la prima volta, un computer sconfisse a scacchi il campione mondiale e da quel momento si riconsiderò l’idea che si aveva sui computer e si gridò alla nascita di una “MACCHINA CHE SA PENSARE”.
La macchina, giocando a scacchi, dispone di una velocità impensabile e, allo stesso tempo, esamina tutte le eventualità del gioco; il cervello umano, invece, analizza il futuro ad una velocità inferiore, ma utilizza, al contrario della macchina, esperienza, memoria ed intuito.




molto interessante, troppo...
e si rischia di salatre il bersaglio

qui il problema è che ci si sta sbilanciano su temi che vanno oltre quelli dell'esame
mi spiego
con tutta la stima x Turing
nelle teorie che espongo nel libro
relativizzo l'intelligenza artificiale
x invitare a porre + attenzione all'interazion sociale con i media

c'è da cogliere questo aspetto se volete
confrontarvi in modo qualificante con me

ciò non significa che doppiate aderire totalmente alla mia linea di pensiero
ma impostare una dialettica pertinenete ai temi che pongo

non amo gli esercizi di stile di quelli che vogliono apparire come i primi della classe ( e si fanno vivi solo alla fine x l'esame...)

grazia
seguirai il mio corso di performing media?
rilanceremo lì questi temi sull'intelligenza artificiale se vuoi
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Grazia
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 12:24


Ha ragione...forse mi sono sbilanciata un pò troppo. Il fatto è che fino a questo momento tutte queste cose (da Turing alla cyborg e oltre...) mi erano totalmente sconosciute. Facendo delle ricerche ho scoperto di essere interessata a questo genere di cose, forse, solo perchè fino alla sorsa settimana non conoscevo nemmeno l'esistenza (quando imparo qualcosa di nuovo mi capita di parlare sempre di quello!)
Cercherò, nei prossimi interventi, di rimanere in tema.
A presto.
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carlo
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 13:09
e gli altri?


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Originariamente scritto da Grazia
Ha ragione...forse mi sono sbilanciata un pò troppo. Il fatto è che fino a questo momento tutte queste cose (da Turing alla cyborg e oltre...) mi erano totalmente sconosciute. Facendo delle ricerche ho scoperto di essere interessata a questo genere di cose, forse, solo perchè fino alla sorsa settimana non conoscevo nemmeno l'esistenza (quando imparo qualcosa di nuovo mi capita di parlare sempre di quello!)
Cercherò, nei prossimi interventi, di rimanere in tema.
A presto.

scusami x l'intemperanza di prima...

il fatto che queste cose siano x te una scoperta... mi spiazzano,
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è la cosa + importante

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minito666
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 14:08
salve


Girando in rete,leggendo sul forum ho trovato un concetto che mi piace e mi interessa:la body art.
Il corpo come figura principale,utillizzato o trasformato in forma d'arte.Come gia detto piu volte si inzia negli anni 60 sino ai 90.L'uso del corpo come linguaggio ha raccolto molti pittori e scultori contemporanei.Una nuova maniera di fare arte:perdita di identita,rifiuto di vedere la realta .L'uomo è ossessionato dalla necessita di mostrarsi per potter essere.Al pari di Artaud ,vogliono provare tutte le possibilita che ci sono date per conoscerci tramite il corpo e la sua globale conoscenza.La messa a nudo di questo diventa l'estremo tentativo per conquistare il diritto di metterci al mondo di nuovo.E' un affrontare la morte attraverso la vita;sperimentando la morte si riesce a saperne un po di piu.La psicoanalisi e le sue scoperte agiscono sull 'arte e sull' artista come una forza sociale.Tutto puo diventare arte,basta volerlo,l'importante è che il nostro pensiero venga ascoltato da qualcuno, visto e capito.
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Onerom
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 14:30
Prof


Prof. la citazione sul Maestro Antonio De Santis non l'ho trovata da nessuna parte, mi è stata riferita da un mio amico di beni musicali e subito dopo ho fatto una personale ricerca (con qualche difficolta). Mi sembrava adatta per aprire il discorso tra musica e tecnologia!
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scazzarriello
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 14:49
Dal teatro alla realtà virtuale


scusate se mi rifaccio viva solo dopo tanto tempo.qui a Lecce non ho il computer con me!Quindi.....
In rete ho trovato un vostro saggio "scena immaginaria".Ecco il link http://www.idra.it/cyberia/ScenaImm.htm

Con lo "svilupparsi dell'arte , in tutte le sue forme,si è cercato di creare un "dialogo" ,trasmettendo sensazioni di ogni genere e tipo,tra l'artista e lo spettatore.E' straordinario percorrere l' evoluzione di questa "materia" e accorgersi che alla base c'è l'irrefrenabile voglia di creare un sempre maggior coinvolgimento tra l'ideatore e il suo pubblico.Questo trova fondamento se analizziamo un percorso che va dal teatro classico sino ad arrivare all'avvento della tecnologia .
Fin dalle origini il teatro era un luogo nel quale operavano personaggi vogliosi di trasmettere e coinvolgere chi gli stava di fronte.Con la nascita della prospettiva,con l'essere capaci di poter svilupare un negativo e quindi l'avvento della fotografia ,si arriva alla creazione di personaggi in movimento su uno schermo e quindi all' avvento del cinema.Quest'ultimo con la sua capacità di inglobare effetti sonori visivi è il mezzo che riesce ad attirare di più l'attenzione dei suoi interlocutori, a volte estasiati o spaventati da ciò che gli accade di fronte.Un ulteriore salto di qualità è stato fatto con la nascita della multimedialità,della virtualità interattiva,capaci di simulare un nuovo spazio all'interno del quale lo spettatore viene proiettato mentalmente, provocando la sensazione di esserci anche fisicamente.In questo nuovo modo di concepire le cose arriviamo ad un vero e proprio ribaltamento del principio originario del teatro,per il quale si può fare di uno spazio mentale una simulazione fisica.Esempio di tutto ciò può essere uno spettacolo di Frederic Flamand e Fabrizio Plessi,"EX MACHINA".Alla base della ricerca di Plessi vi è il rapporto mimetico tra l'acqua e il fluire cangiante del video,introducendo un altro livello nel rapporto tra azione e visione.Nella ricostruzione,attraverso l'uso del computer,della piscina è l'occhio dello spettatore a correre da un punto all'altro,sino ad un tuffo emozionante. Il suono è lo strumento che permetterà di amplificare il suono dell'acqua,portandoci all' interno della piscina stessa.Ed è possibile quindi credere di essere dentro a ciò che si sta vedendo.Si è arrivati in questo modo ad una totale immersione all'interno di ciò che si sta vedendo,sino a credere che lo spettatore diventa lui stesso protagonista del "video".
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alchimista
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 16:03


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Originariamente scritto da Grazia
Attore o Spettatore?

Gli spettacoli di Kaprow sono tutti caratterizzati da questo suo interagire con lo spettatore e, molti altri artisti hanno intrapreso, come lui, questa direzione; infatti, la ricchezza comunicativa dell’happening, lo spiazzamento dello spettatore, le diapositive e le proiezioni fanno parte del nuovo teatro di ricerca.




Una installazione mi ha colpito in questo senso leggendo il libro:
"IL POZZO DEI DESIDERI" di Presotto nata nell'ambito della ricerca nazionale promossa dall'Osservatorio dell'Immaginario sui desideri dei bambini che coniuga teatralità attenzione pedagogica e utilizzo ludico dei media elettronici e il cambiamento di prospettiva da parte dello spettatore.



IL POZZO DEI DESIDERI (Cartello N.3)
ISTRUZIONI PER L'USO
1- ENTRARE UNO ALLA VOLTA NELLA STANZA DEL POZZO
2- AFFACCIARSI E GUARDARE LA PROPRIA FACCIA RIFLESSA
3- DIRE DENTRO AL POZZO I TRE DESIDERI PIU' GRANDI CHE ABBIAMO
4- (MI IMPEGNO
A NON MOSTRARE MAI IL NASTRO DEI DESIDERI
ALLE MAESTRE, ALLE MAMME, ED AGLI AMICI DI CHI HA PARLATO NEL POZZO,
NEANCHE SE MI TORTURANO,
firmato Carlo Presotto)
5- USCIRE, CHE MAGARI C'E' QUALCUNO CHE ASPETTA FUORI!

La funzione della telecamera posta in fondo al pozzo sotto uno strato di acqua ribalta la prospettiva frontale della visione dell'azione scenica portando verso una percezione ludico-creativa dello spettatore che diventa attore.Il tutto viene videoregistrato e i desideri vengono letti sia dal punto di vista verbale sia da quello del metalinguaggio.
Da questo lavoro sono nati un video e un laboratorio condotto da Paola Rossi: "gesti e riti dei desideri".

si è giunti ad una dematerializzazione dell'oggetto artistico che determina una fruizione da parte dello spettatore fatta di interazione e percezione sensoriale in perenne trasformazione e che cambia per ogni soggetto.Rispetto ai bambini in questo caso vi è forse un ulteriore alterità in divenire che si pensa di dover educare e non a cui accostarsi per per poter in questo modo riceverne un dono.
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alchimista
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 16:31


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Originariamente scritto da carlo
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Originariamente scritto da Grazia
Ha ragione...forse mi sono sbilanciata un pò troppo. Il fatto è che fino a questo momento tutte queste cose (da Turing alla cyborg e oltre...) mi erano totalmente sconosciute. Facendo delle ricerche ho scoperto di essere interessata a questo genere di cose, forse, solo perchè fino alla sorsa settimana non conoscevo nemmeno l'esistenza (quando imparo qualcosa di nuovo mi capita di parlare sempre di quello!)
Cercherò, nei prossimi interventi, di rimanere in tema.
A presto.

scusami x l'intemperanza di prima...

il fatto che queste cose siano x te una scoperta... mi spiazzano,
in bene

mi piace la tua euforia x l'apprendimento

è la cosa + importante

e gli altri?


credo che la posizione di grazia sia condivisibile dalla maggior parte di noi o almeno da me che partecipando a questo forum sto venendo a conoscenza di tante cose che non facevano prima parte del mio bagaglio culturale. Leggendo il suo libro, ricercando, navigando,incamerando tante nuove informazioni per cercare di farsi delle opinioni è possibile a volte perdersi ...
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Grazia
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 17:40
EUFORIA...dice bene!!!


Non si preoccupi...tuttavia sono contenta che mi abbia fatto capire in cosa sbagliavo. Talvolta, come dice alchimista, è molto facile perdersi con tutte queste notizie!
Inoltre, conto di seguirla nel suo corso di Performing Media. Intanto continuo a leggere il suo libro.
A presto.
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carlo
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[*] Inviato il 22-3-2006 at 18:05
emergono altri riferimenti


Quota:
Originariamente scritto da Grazia
Non si preoccupi...tuttavia sono contenta che mi abbia fatto capire in cosa sbagliavo. Talvolta, come dice alchimista,

<<<
certo,
come ci si fa a trovare se non ci si cerca?
bisogna perdersi x cercarsi

o no?
<<<
è molto facile perdersi con tutte queste notizie!
Inoltre, conto di seguirla nel suo corso di Performing Media. Intanto continuo a leggere il suo libro.
A presto.


vedo poi che curiosi

ExMachina di Plessi-Flamand l'ho fatto vedere in video anni fa nel mio corso d'allora
e voi dove l'avete pescato?

ne seguii la genesi in belgio...

magari lo riproporrò nel corso
ricordatemelo nel forum nuovo!!!
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gianluca caterina
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Risposte: 6
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 09:46
l'importanza della rete oggi


E' assurdo pensare quanto sia cambiato il significato del PC da quando l'utilizzo della rete è diventato più accessibile e alla portata di tutti. Diciamo la verità...il PC senza connessione Internet NON ha, ormai, alcun significato. La nostra vita è cambiata con le chat e le mail istantanee e nonostante ciò non riuscuamo a sfruttare a pieno le risorse della Rete delle Reti. Molte volte può risultare difficile utilizzare Internet in modo produttivo. Quante volte è successo che stando a casa, senza aver nulla da fare, davanti al pc, abbiamo aperto il browser di Explorer e una volta arrivati alla prima pagina non avevamo idea di cosa cercare? Troppe!!! Comunque basta prenderci un po di confidenza e tutto scorre via...
Ultimamente mi sono soffermato a pensare a come Internet, le chat, i forum e i blog, hanno cambiato il norstro rapportoi con la società e i rapporti interpersonali. Si sono accorciate le distanze, i tempi e anche il nostro modo di interagire e approcciare. Mi spiego...qualche anno fa, quando internet era ancora riservata a pochi, o meglio, non era ancora così diffusa, i nostri rapporti interpersonali erano vincolati da luoghi, orari e da un fattore fondamentale: la presenza, in un determinato luogo, di 2 persone!!! Oggi tutto questo non ha più valenza. Il luogo è diventato virtuale e gli orari possono non coincidere; supponiamo di chattare con una persona in Australia o in america o in Estremo Oriente. Quando ero piccolo ricordo che durante le feste di Natale, aspettavamo una telefonata da Manhattan, da parte dei miei zii che vivono li. La telefonata era un evento!!! Miseriaccia!!! Il fatto di essere stati in comunicazione con l'altro capo del Mondo era una cosa che non capitava tutti i giorni e lasciva il segno. Oggi invece, sono in camera mia, mia madre gira per casa con una pila di vestiti da riporre nei cassetti e mi fa:" che fai? ". E io:" Chatto con Theresa da Manhattan". E mia madre:"ok salutamela...". MA VI RENDETE CONTO???? Sfido io che quasto avrebbe cambiato IL MONDO!!!!
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cazzato anna maria
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 10:11
I My Media


E' vero Gianluca, è proprio così!!! Anzi se dobbiamo essere precisi, oggi con l'avvento del Gprs e dell'Umts e dei telefonini che sembrano delle vere e proprie unità multimediali, il nostro rapporto con la rete si è rafforzato. pensare di poter essere per strada e di essere collegati ad internet può renderci la vita più facile. Pensandoci, non è cambiato solo il nostro rapporto con le persone e con la società, ma anche con le macchine stesse!!!
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Ale e Silvia
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 11:17
Via ludico-partecipativa al futuro digitale


Il gioco e il teatro in particolare, da sempre affina quelle qualità che vanno sotto il nome di socializzazione, prima di tutte quella della condivisione dello spazio-tempo comune. E’ in fondo questo il primo approccio che un bambino stabilisce con il mondo esterno per apprendere. Sulla base di questo principio, l’edutainment tende a rappresentare una delle politiche, sia formative che editoriali, di maggiore potenzialità. Questo argomento è un buon punto di partenza per intendere la via ludico-partecipativa all’apprendimento. Apprendimento non solo di materia e discipline, ma di “mondo”: mondo che cambia e che arriva ad esprimere nuove funzioni come quella di cittadinanza digitale. E’ qui che il sistema scolastico può aprirsi al suo esterno, negoziando sul ruolo di agenzia formativa aperta al territorio per i ragazzi-cittadini futuri.
Accanto al mondo della scuola, sta emergendo una nuova generazione di figure istituzionali fatta di operatori culturali, intellettuali, ecc., tesa ad espandere le possibilità di partecipazione pubblica ai sistemi informativi associati a quelli formativi. Possono emergere politiche culturali capaci di creare un sistema di “interdipendenza positiva” tra scuole, biblioteche, teatri, musei, e altre istituzioni culturali, utilizzando piattaforme telematiche funzionali allo sviluppo di queste nuove interazioni.
Introdurre ad un approccio evolutivo con la telematica e la multimedialità nella scuola, significa prima di tutto affrontare il problema della comunicazione, che non vuol dire solo scambiarsi informazioni ma creare contesti condivisibili, cioè ambienti di intenso scambio esperenziale. Da qui si parte per cercare la scuola del futuro. La questione del “futuro digitale” sta diventando la molla per far scattare in avanti tutto un sistema, come quello educativo, incagliato nella gestione burocratica e nell’astratta politica culturale.
Educare un cittadino futuro significa superare la dimensione stretta della didattica per operare con metodologie più aperte, più dinamiche, più coinvolgenti, attuando una via ludico- partecipativa al futuro digitale, che contribuisca a reinventare il ruolo della scuola. Un processo in cui far interagire la facilità- fluidità della condivisione con il piacere di sperimentare nuovi linguaggi che modulino le nuove tecnologie in espressioni libere di creazione, sfuggendo così a un qualcosa che rischia di basarsi esclusivamente sugli automatismi cognitivi indotti dalle tecnologie interattive, usate senza creatività e personalizzazione. In questo modo sarà possibile tradurre le potenzialità tecnologiche in opportunità per il bene comune, sottraendoci all’ involuzione tecnocratica e operando per una società dell’ Informazione. L’avvento del digitale all’interno del sistema educativo deve essere colto come un fattore di sostanziale cambiamento di modi di relazione tra i soggetti che vi operano. L’aspetto della didattica è quindi solo una componente dell’intero sistema di relazioni e di scambio educativo che si crea all’interno della scuola.
In questo senso è opportuno inquadrare l’approccio con la rete INTERNET in quanto nuovo ambiente di comunicazione.
Internet, la rete delle reti, sta crescendo popolandosi di persone che lavorano come pionieri, attraverso la più antica forma di interazione uomo-mondo : L’ESPLORAZIONE. L’educazione nel nuovo ambiente digitale si coniuga con la comunicazione, rilanciando il senso che sta alla base del concetto stesso di navigazione interattiva, con una prerogativa importante, cioè la personalizzazione del percorso, l’autonomia della scelta. E’ per questo che oggi, con l’avvento delle nuove tecnologie digitali e delle reti telematiche in particolare, le procedure di apprendimento stanno cambiando vertiginosamente. In questo senso è necessario che vengano riconfigurati gli assetti del sistema educativo perché l’istruzionismo non è più sufficiente a soddisfare la domanda di formazione.

http://www.teatron.org/impararegiocando/
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alchimista
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 11:59





Il libro “L’Isola e i teatri” prende il nome da Isola vicentina, un paese poco lontano da Vicenza, sulla tradizione e sulla memoria del quale Giuseppe Sbalchiero ha scritto gustosi racconti. Da sei racconti di una delle sue raccolte Carlo Presotto ha ricavato altrettanti temi per sviluppare delle scritture sceniche: ha compiuto, quindi, un’operazione di drammaturgia, proponendoli come esperienze di laboratorio.

La prima parte del libro, in un contesto introduttivo, traccia la geografia di un fenomeno recente, che chiamiamo della ‘narrazione’ in palcoscenico, nel quale sono emersi attori come Marco Baliani, Laura Curino, Marco Paolini, che negli anni 1990 si sono fatti conoscere per la novità del rapporto tra platea e palcoscenico. Dalla frequentazione di questo nuovo teatro è nato lo studio di Presotto, su un genere di drammaturgia che si presta al coinvolgimento del pubblico, che con la sua partecipazione diretta e spontanea diventa parte integrante dello spettacolo. Nell’esposizione delle singole storie si dipana il filo che traccia il percorso di un possibile lavoro dell’attore per mettere a punto una ricerca, che è la finalità dell’autore.







Barbara
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Onerom
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 12:20
Pronto.....!?


Leggendo questo forum si riesce a trovare di tutto T.V. teatro, cinema , musica ecc. Però credo di non aver letto niente su un mezzo tecnologico che da qualche anno è diventato per molta gente la cosa più importante al mondo, quasi a vivere in simbiosi; parlo del CELLULARE! Dalla seconda metà degli anni '90 il cellulare è divenuto uno status symbol, ma la sua successiva estrema diffusione, che in Italia raggiunge livelli da primato mondiale, ha provocato diversi stili di vita e quasi la spontanea insorgenza di una sorta di galateo dedicato. Ad esempio, è considerato maleducato avere suonerie di volume eccessivo, telefonare in modo tale che alle persone intorno riesca difficile sottrarsi all'involontario ascolto, far squillare (cioè non spegnere) il telefonino in luoghi di culto e pubblici esercizi o altri luoghi (teatro, cinema, ristorante, treno, aereo, autobus, metropolitana). Particolarmente fastidioso risulta ascoltare le suonerie per scegliere quella da impostare come predefinita. Secondo alcuni quando si chiama qualcuno sul telefono cellulare, è opportuno domandare se il momento sia propizio per iniziare una telefonata, poiché data la portatilità dell'oggetto, il ricevente potrebbe trovarsi in una situazione nella quale non gli sia agevole condividere una conversazione. Secondo altri, invece, dovrebbe essere cura del ricevente spegnere il terminale quando non desidera iniziare una conversazione. Ora mi chiedo, se la società d’oggi senza il CELLULARE saprebbe vivere?

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carlo
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 13:54
Gli statini li avete consegnati?


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Originariamente scritto da Onerom
Leggendo questo forum si riesce a trovare di tutto T.V. teatro, cinema , musica ecc. Però credo di non aver letto niente su un mezzo tecnologico che da qualche anno è diventato per molta gente la cosa più importante al mondo, quasi a vivere in simbiosi; parlo del CELLULARE! Dalla seconda metà degli anni '90 il cellulare è divenuto uno status symbol, ma la sua successiva estrema diffusione, che in Italia raggiunge livelli da primato mondiale, ha provocato diversi stili di vita e quasi la spontanea insorgenza di una sorta di galateo dedicato. Ad esempio, è considerato maleducato avere suonerie di volume eccessivo, telefonare in modo tale che alle persone intorno riesca difficile sottrarsi all'involontario ascolto, far squillare (cioè non spegnere) il telefonino in luoghi di culto e pubblici esercizi o altri luoghi (teatro, cinema, ristorante, treno, aereo, autobus, metropolitana). Particolarmente fastidioso risulta ascoltare le suonerie per scegliere quella da impostare come predefinita. Secondo alcuni quando si chiama qualcuno sul telefono cellulare, è opportuno domandare se il momento sia propizio per iniziare una telefonata, poiché data la portatilità dell'oggetto, il ricevente potrebbe trovarsi in una situazione nella quale non gli sia agevole condividere una conversazione. Secondo altri, invece, dovrebbe essere cura del ricevente spegnere il terminale quando non desidera iniziare una conversazione. Ora mi chiedo, se la società d’oggi senza il CELLULARE saprebbe vivere?


visto che devi fare l'esame...

RICORDO A TUTTI che l'uso di questo forum ora, un anno dopo, serve SOLO x l'esame di lunedì, ultima sessione

x il restio vi attendo nel forum nuovo

quindi:
ti chiedo...
e le smart mob?
e il concetto insito in quello di performing media?

scrivi
e stampa i tuoi interventi e portali all'esame
lunedi!
è previsto alle 11
ma forse iniziamo prima se quelli del III anno
son pochi.
Mi fate sapere quanti sarete?
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geppa84
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 15:38
Teatro: realtà o finzione?


Scusate il ritardo ma ho avuto grossi problemi nel collegarmi.Ma ora ce l'ho fatta.
Volevo aprire una discussione su un punto che secondo me, oltre ad essere fondamentale come base del teatro, ha forti legami con tecnologia e multimedialità.
Teatro: realtà o finzione?
Fingere la realtà o realizzare la finzione?
Sono concetti contorti che nella storia del teatro stesso si sono visti e rivisti in tutte le salse.
Sin dalla grecia, infatti, si cominciano a vedere i primi "trucchi";macchine rudimentali ma estremamente efficaci per raggiungere lo scopo: STUPIRE.
Questa semplice parola è stata la base dell' arte teatrale nel tempo.
Bisognava stupire lo spettatore.
Naturalmente fu provato di tutto, non solo per stupire lo spettatore ma sopratutto (questo poi) per renderlo PARTECIPE.
Si cominciava a stabilire un rapporto con lo spettatore.
Alla base di tutte le ricerche d' avanguardia nel teatro c'è proprio questa stimolazione EMPATICA dello spett-attore, che non deve solo guardare ma SENTIRE lo spettacolo.
In questo senso la tecnologia e la multimedialità sembrano essere di grande aiuto per rendere il teatro un mondo totale.Non trovate?



Fabio Giovine
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geppa84
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 17:27
Richiesta informazioni


Salve prof.
Mi scusi se le scrivo qui ma non riesco a mandarle una mail.
Io devo sostenere l' esame del 27.
Ho avuto enormi problemi con il collegamento ad internet( tramite telefonino) e sono riuscito ad intervenire nel forum solo oggi.
Cosa posso fare?

Fabio Giovine
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carlo
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 17:44
ragazzi lunedi alle 15,30 si va tutti alla ...


Quota:
Originariamente scritto da geppa84
Salve prof.
Mi scusi se le scrivo qui ma non riesco a mandarle una mail.
Io devo sostenere l' esame del 27.
Ho avuto enormi problemi con il collegamento ad internet( tramite telefonino) e sono riuscito ad intervenire nel forum solo oggi.
Cosa posso fare?

Fabio Giovine


1.i miei 2 libri li hai letti
2. hai colto dei concetti chiave pertinenti da sviluppare? (coglili oltre che nei libri nel forum)
3. rifletti sul Prometeo... segui il link
http://www.performingmedia.org/prometeo

e poi nel mio blog trovi altri punti che potrebberoi esserti utile x l'esame
http://www.performingmedia.org

segui i link
cerca una connessione!!!

ragazzi lunedi alle 15,30 si va tutti alla Biblioteca multimediale del Museo castromediamo x usare il web x bene...
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adriana
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[*] Inviato il 23-3-2006 at 18:03


salve a tutti,salve prof.
sono una studentess del terzo anno che dove affrontare l'esame del 27.mi sono iscritta poco tempo fa e mi dispiace perchè avrei voluto farlo prima,purtroppo però sono un pò imbranata e le nuove tecnologie tra cui internet mi mettono un pò in difficoltà...
comunque divisa tra internet point e sedi universitarie cerco di fare quello che posso!mi dispiace sopratutto di non poter partecipare così assiduamente alle discussioni e di non poter intervenire dando la mia opinione su argomenti così vasti e interessanti.
dispiacere a parte l'idea del forum mi piace!all'inizio ero un pò diffidente...non avevo una buona opinione delle nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione,ultimamente però mi sto avvicinando a questa nuova realtà (anche grazie al suo esame) e sto cambiando idea... è vero la tecnologia,la velocità della tecnologia ci dà l'impressione di essere scaraventati fuori dal mondo...niente più domande,solo tante risposte...forse è questo che spaventa me e tanti altri,forse è questo che non mi fa avvicinare al "nuovo mondo"...leggendo il suo libro ho trovato nuove proposte,nuove idee che mi stanno facendo uscire dalle MIE certezze per incontrarne altre. riempire l'informatica,le tecnologie di contenuto sociale?? è possibile!grazie a progetti,interventi ludico-creativi.far incontrare il multimediale e l'arte,il multimediale e il cinema,la musica,ecc...è una soluzione possibile,realizzabile... effettivamente superando i preconcetti,dando fiducia a questi nuovi mezzi e utilizzandoli in modo personale,creativo,"intelligente" i risultati potrebbero essere più che soddisfacenti...citando una frase molto significativa del suo libro:penso di esprimere a pieno la mia idea.
il tempo a mia disposizione sta finendo purtroppo,ma domattina tornerò qui sul forum ad esporre altre idee sul suo libro e sopratutto sull'argomento che vorrei approfondire all'esame:la via ludico-partecipativa alla cittadinanza digitale.
a presto!!!
adriana guglielmi
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