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Autore: Oggetto: 2004! Ipermedia e Teatro_ Uni.LECCE_STAMMS_II anno
Serena
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[*] Inviato il 18-3-2004 at 17:18


Incontro con Michele Sambin al
conservatorio:
Per tutti i ragazzi che non sono venuti, devo dire che si sono persi un incontro meraviglioso con questo personaggio Michele Sambin di cui, (scusate l'ignoranza), fino a questa mattina ignoravo l'esistenza. Il lavoro di Michele è la ricerca e la sperimentazione di nuovi modi di percepire i suoni, i colori, e le immagini cercando di amalgamare movimenti del corpo e suono con i sistemi digitali. Ci ha fatto vedere alcuni frammenti dei suoi spettacoli FRAMMENTAM venti anni di spettacoli Teatro-Musica, immagine e suono che passano attraverso il corpo... fantastico! Ah! ci è stato chisto di trovare un altro nome invece di Teatro-Musica...una ragazza ha proposto "IL MOVIMENTO DEL SUONO" perchè non "IL SUONO DEL MOVIMENTO"?
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Duilio
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[*] Inviato il 19-3-2004 at 11:56
"Più de la vita"


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Originariamente scritto da Serena
Incontro con Michele Sambin al
conservatorio:
Per tutti i ragazzi che non sono venuti, devo dire che si sono persi un incontro meraviglioso con questo personaggio Michele Sambin di cui, (scusate l'ignoranza), fino a questa mattina ignoravo l'esistenza. Il lavoro di Michele è la ricerca e la sperimentazione di nuovi modi di percepire i suoni, i colori, e le immagini cercando di amalgamare movimenti del corpo e suono con i sistemi digitali. Ci ha fatto vedere alcuni frammenti dei suoi spettacoli FRAMMENTAM venti anni di spettacoli Teatro-Musica, immagine e suono che passano attraverso il corpo... fantastico! Ah! ci è stato chisto di trovare un altro nome invece di Teatro-Musica...una ragazza ha proposto "IL MOVIMENTO DEL SUONO" perchè non "IL SUONO DEL MOVIMENTO"?

Chi, invece, non è venuto al convento degli agostiniani di Melpignano, per il seminario di ieri pomeriggio e ancor più per spettacolo "Più de la vita" (di Michele Sambin), ha perso veramente un'occasione unica di veder realizzato il percorso di ricerca e sperimentazione di quest'artista. Voce, suoni, tecnologie, strumenti e corpo si fondono creando un'atmosfera quasi surreale e garantendo emozioni a ripetizione. E' incredibile come una sola persona riesca a fare tutto ciò. Davvero un grande artista!!!




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Alexx
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[*] Inviato il 19-3-2004 at 12:11
Più de la vita


Lo spettacolo di ieri sera è stato eccezionale, anche se per poter capire qualcosa in più è utile leggere il libretto (molto efficace vista la traduzione a fronte). Un solo attore, cento voci.... inutile aggiungere altro, non si può descrivere uno spettacolo che andrebbe solo visto...o ascoltato? (o entrambi?). Darò un'occhiata al sito del TAM-teatromusica. Potrebbe linkarmi altri siti per avere informazioni su artisti che agiscono in modo così innovativo sul suono teatrale? Esistono altre sperimentazioni di nuove e creative fusioni tra movimento e suono?
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Fatina acida
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shocked.gif Inviato il 19-3-2004 at 19:54
Vorrei capire


Da quanto ho capito in questo forum non si segue un tema pre-definito,ognuno esegue interventi vari ed io mi sto perdendo in questo mare di informazioni. Aiutooooooooo!!!!!
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Tambouriner
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[*] Inviato il 20-3-2004 at 16:18
Contributi... acidi...!!!


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Originariamente scritto da Fatina acida
Da quanto ho capito in questo forum non si segue un tema pre-definito,ognuno esegue interventi vari ed io mi sto perdendo in questo mare di informazioni. Aiutooooooooo!!!!!

Evita di inacidirti cercando schemi pre-definiti che servono solo a inscatolare le cose senza esprimerne il contenuto più vero. Il tuo PUNTO DI VITA è il tuo faro in questo mare di informazioni...
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Gianna***
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thumbup.gif Inviato il 20-3-2004 at 17:19


C'ero anch'io al convento degli Agostiniani a Melpignano...Il workshop con Michele Sambin"la drammaturgia sonora dell'interattività" è stato davvero interessante,coinvolgente,ma soprattutto...STRANO!
"IL TEMPO CONSUMA LE IMMAGINI,IL TEMPO CONSUMA I SUONI".E' cominciato proprio così,con l'ascolto di queste parole,mentre Michele si muoveva,quasi dondolandosi,su una parete che rifletteva immagini che risalivano agli anni '70,quando il vhs ancora non esisteva e si lavorava con il sistema a bobina,con la pellicola.Abbiamo potuto ammirare anche se molto rapidamente,alcuni suoi lavori,compresi quelli di parecchi anni fa.
"Blud'acqua" ad es. del 1972,tratta di relazioni,di analogie tra parti di film in animazione,parti girate dal vero e musica,eseguita in tempo reale durante la proiezione del film.
"Spartito per violoncello"del 1974 è partito dall'idea di Michele di usare il monitor come spartito,l'immagine diventava uno stimolo per creare suoni."L'IMMAGINE NEL TEMPO E' MUSICA.E' SUFFICIENTE SAPERLA ASCOLTARE E TRADURLA".
In "Un suono a testa" ,di intensa suggestione,vengono messi in relazione volti umani e suoni;ad ogni volto corrisponde un suono.
Particolare ed ironico il video "La Tv parla con se stessa",degli anni '80,in cui viene messo in luce come la televisione,che ha finito per controllare il mondo,sia stata ed è gravemente malata.
"Frammentam"sono degli estratti della compagnia di Michele Sambin TAM Teatro Musica di Padova:sequenze di immagini forti,senza la presenza di parole,in cui ogni spettatore può dare una propria interpretazione.
"Da solo a molti":musica senza strumentisti,un video...MAGICO!Alcuni strumenti musicali iniziano ad animarsi autonomamente,non si capisce come facciano.Pian piano si illuminano e cominciano ad assumere una forma ben definita,sembrano viventi.La fase del mistero svanisce però nel momento in cui,agli occhi degli spettatori,appaiono lentamente gli strumentisti.
Questi sono solo alcuni dei tanti lavori del percorso di Michele Sambin.Il binomio IMMAGINE-SUONO è stato da sempre la costante della sua ricerca e di grande efficacia è il TEMPO:"IL TEMPO E' LA CERNIERA CHE TIENE UNITI IMMAGINE E SUONO...IL TEMPO E' LA SUPERFICIE SU CUI FAR CONVIVERE SINCRONIE,SEGNI SONORI E SEGNI VISIVI..."
Il workshop è culminato con la performance musicale "PIU' DE LA VITA",il nuovo spettacolo realizzato come assolo per voce,corpo e strumenti della Lettera di Ruuzante a Messere Marco Alvarotto.Michele è solo su una piccola pedana di legno con i suoi strumenti;musica e testo sono eseguiti insieme,a più voci;strati di parole in dialetto padovano...incomprensibili.Noi spettatori abbiamo avuto non poche difficoltà nella comprensione di questo linguaggio,ma credo che questo non sia stato l'elemento principale dell'intera performance .Bisognava "gustarsi" l'insieme:le parole-suono quasi onomatopeiche,il sonoro,le luci,l'intensa e chiara voce narrante...gli occhi di Michele,il suo sguardo,i movimenti del suo corpo e le mutevoli espressioni del suo volto...!
<<"PIU' DE LA VITA"... E' UN SOGNO,UN VIAGGIO ANIMATO DA VISIONI,UN AFFRESCO DI IMMAGINI GENERATO DA PAROLE CHE SONO SUONI E CHE DIVENTANO MUSICA CHE A SUA VOLTA EVOCA PAESAGGI,DI UN PASSATO CHE RIMANE SEMPRE PRESENTE...>>(M.Sambin)
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carlo
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[*] Inviato il 21-3-2004 at 21:36
il piano d'azione e di studio


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Originariamente scritto da Serena
Incontro con Michele Sambin al
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Per tutti i ragazzi che non sono venuti, devo dire che si sono persi un incontro meraviglioso con questo personaggio Michele Sambin di cui, (scusate l'ignoranza), fino a questa mattina ignoravo l'esistenza. Il lavoro di Michele è la ricerca e la sperimentazione di nuovi modi di percepire i suoni, i colori, e le immagini cercando di amalgamare movimenti del corpo e suono con i sistemi digitali. Ci ha fatto vedere alcuni frammenti dei suoi spettacoli FRAMMENTAM venti anni di spettacoli Teatro-Musica, immagine e suono che passano attraverso il corpo... fantastico! Ah! ci è stato chisto di trovare un altro nome invece di Teatro-Musica...una ragazza ha proposto "IL MOVIMENTO DEL SUONO" perchè non "IL SUONO DEL MOVIMENTO"?


ci siamo
state entrando dentro lo spirito di questo corso: il percorso attraverso esperienze ai confini...
tra teatro/suono/ipermedia

l'ideale sarebbe individuare delle linee di sviluppo teorico secondo i vostri interessi

quando ci rivedremo ad aprile (il 20)
e il 21 con l'incontro a Koreja con Cesare Ronconi del teatro della valdoca articoleremo meglio il piano d'azione e di studio
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Mimmo Capozzi
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[*] Inviato il 23-3-2004 at 08:33
...in riferimento all' "Edipo" di Murano (by Salvator)


riflettendo sulla tipologia di spettacolo, in cui lo spettatore -in quanto bendato- non vede nulla e sul suo divenire protagonista in uno scambio di sensazioni ed emozioni con la realtà e riflettendo sulle considerazioni del prof. riconducibili alle esperienze con ipovedenti atte a creare spazi teatrali da esplorare nel buio, mi sono chiesto: se in uno spettatore ad essere limitata o annullata è la percezione uditiva,nonostante il medesimo abbia completa facoltà visiva, come può carpire e catturare il suono del teatro? Può il corpo di un attore, può la rappresentazione scenica e le sue altalene statico- dinamiche, portare lo spettatore ad una percezione (anche protoformale) del suono?
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carlo
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[*] Inviato il 23-3-2004 at 08:47
ascoltiamo prima di nascere


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Originariamente scritto da Mimmo Capozzi
riflettendo sulla tipologia di spettacolo, in cui lo spettatore -in quanto bendato- non vede nulla e sul suo divenire protagonista in uno scambio di sensazioni ed emozioni con la realtà e riflettendo sulle considerazioni del prof. riconducibili alle esperienze con ipovedenti atte a creare spazi teatrali da esplorare nel buio, mi sono chiesto: se in uno spettatore ad essere limitata o annullata è la percezione uditiva,nonostante il medesimo abbia completa facoltà visiva, come può carpire e catturare il suono del teatro? Può il corpo di un attore, può la rappresentazione scenica e le sue altalene statico- dinamiche, portare lo spettatore ad una percezione (anche protoformale) del suono?


ottima considerazione
che apre
come alcuni si lamentano un'ulteriore finestra (ma ben venga)

a proposito non c'eri x sambin!
o sbaglio?
così salvador...

tornmiamo al punto xkè mi preme
xkè proprio ieri parlando con degli operatori sociali sull'integrazione a Torino ho messo a fuoco x la prima volta come i sordo-muti siano tra i portatori di handicap
i + sofferenti

avevo appena fatto un percorso esperienziale (molto semplice, in un tenmdone montato in piazza x la festa del volontariato...) guidato da un cieco
e bendato me l'ero cavata abbastanza bene

parlando poi con un amico m'ha fatto notare come invece i sordi vivano una condizione di maggiore handicap

è vero
è un vuoto vero

l'ascolto è il primo dei sensi

ascoltiamo,
lo ripeto (l'ho detto al Conservatorio)
ancora prima di nascere

orientarsi nel mondo senza ascolto
è un vero problema

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musicaos_lucianopagano
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[*] Inviato il 24-3-2004 at 08:36
a proposito del vuoto


Carlo ha aperto un possibile filone di discussione che dovrebbe farci pensare (filosofi e scrittori e studenti e operatori) sull'effettiva potenzialità di comunicazione che l'arte mette a disposizione.
La ricezione dell'arte da parte di chi non può sentire, non può vedere. Credo che esista una legge, ad esempio, che presuppone l'ideazione da parte dei webmaster, dei propri portali anche per portatori di handicap. Nelle mie navigazioni sui siti dei comuni della provincia mi sono imbattuto in quello del comunce di Tricase, che è l'unico a disporre di questa opzione. Ho anche trovato un sito che vende libri e insieme a questi fornisce il file in TXT, per permettere ai non vedenti di stamparlo con le macchine braille. Il resto è un abisso. Durante lo spettacolo di Sambin ho chiuso per un quarto d'ora gli occhi, ma non posso immaginare che cosa voglia dire averli sempre chiusi. La stesas cosa per l'udito, anche se condizioni di questo genere saranno sempre inafferrabili a chi dispone, da sempre, di tutti i sensi, e magari li utilizza in maniera sopita, al di sotto della propria soglia. La comunicazione e i nuovi media nell'arte possono raggiungere un punto d'incontro. E' probabile che Carlo conosca già situazioni che si muovono in questa direzione. A voi, a presto.
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Mimmo Capozzi
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[*] Inviato il 26-3-2004 at 09:48
grazie Gianna


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Originariamente scritto da Gianna***
C'ero anch'io al convento degli Agostiniani a Melpignano...Il workshop con Michele Sambin"la drammaturgia sonora dell'interattività" è stato davvero interessante,coinvolgente,ma soprattutto...STRANO!
"IL TEMPO CONSUMA LE IMMAGINI,IL TEMPO CONSUMA I SUONI".E' cominciato proprio così,con l'ascolto di queste parole,mentre Michele si muoveva,quasi dondolandosi,su una parete che rifletteva immagini che risalivano agli anni '70,quando il vhs ancora non esisteva e si lavorava con il sistema a bobina,con la pellicola.Abbiamo potuto ammirare anche se molto rapidamente,alcuni suoi lavori,compresi quelli di parecchi anni fa.
"Blud'acqua" ad es. del 1972,tratta di relazioni,di analogie tra parti di film in animazione,parti girate dal vero e musica,eseguita in tempo reale durante la proiezione del film.
"Spartito per violoncello"del 1974 è partito dall'idea di Michele di usare il monitor come spartito,l'immagine diventava uno stimolo per creare suoni."L'IMMAGINE NEL TEMPO E' MUSICA.E' SUFFICIENTE SAPERLA ASCOLTARE E TRADURLA".
In "Un suono a testa" ,di intensa suggestione,vengono messi in relazione volti umani e suoni;ad ogni volto corrisponde un suono.
Particolare ed ironico il video "La Tv parla con se stessa",degli anni '80,in cui viene messo in luce come la televisione,che ha finito per controllare il mondo,sia stata ed è gravemente malata.
"Frammentam"sono degli estratti della compagnia di Michele Sambin TAM Teatro Musica di Padova:sequenze di immagini forti,senza la presenza di parole,in cui ogni spettatore può dare una propria interpretazione.
"Da solo a molti":musica senza strumentisti,un video...MAGICO!Alcuni strumenti musicali iniziano ad animarsi autonomamente,non si capisce come facciano.Pian piano si illuminano e cominciano ad assumere una forma ben definita,sembrano viventi.La fase del mistero svanisce però nel momento in cui,agli occhi degli spettatori,appaiono lentamente gli strumentisti.
Questi sono solo alcuni dei tanti lavori del percorso di Michele Sambin.Il binomio IMMAGINE-SUONO è stato da sempre la costante della sua ricerca e di grande efficacia è il TEMPO:"IL TEMPO E' LA CERNIERA CHE TIENE UNITI IMMAGINE E SUONO...IL TEMPO E' LA SUPERFICIE SU CUI FAR CONVIVERE SINCRONIE,SEGNI SONORI E SEGNI VISIVI..."
Il workshop è culminato con la performance musicale "PIU' DE LA VITA",il nuovo spettacolo realizzato come assolo per voce,corpo e strumenti della Lettera di Ruuzante a Messere Marco Alvarotto.Michele è solo su una piccola pedana di legno con i suoi strumenti;musica e testo sono eseguiti insieme,a più voci;strati di parole in dialetto padovano...incomprensibili.Noi spettatori abbiamo avuto non poche difficoltà nella comprensione di questo linguaggio,ma credo che questo non sia stato l'elemento principale dell'intera performance .Bisognava "gustarsi" l'insieme:le parole-suono quasi onomatopeiche,il sonoro,le luci,l'intensa e chiara voce narrante...gli occhi di Michele,il suo sguardo,i movimenti del suo corpo e le mutevoli espressioni del suo volto...!
<<"PIU' DE LA VITA"... E' UN SOGNO,UN VIAGGIO ANIMATO DA VISIONI,UN AFFRESCO DI IMMAGINI GENERATO DA PAROLE CHE SONO SUONI E CHE DIVENTANO MUSICA CHE A SUA VOLTA EVOCA PAESAGGI,DI UN PASSATO CHE RIMANE SEMPRE PRESENTE...>>(M.Sambin)


purtroppo sono stato impossibilitato a partecipare e sicuramente ho perso un'ottima occasione...ma la tua resocontazione, puntuale e suggestiva, mi ha fatto sentire un pò meno assente.
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AngelaP
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[*] Inviato il 27-3-2004 at 23:45


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Originariamente scritto da Mimmo Capozzi
riflettendo sulla tipologia di spettacolo, in cui lo spettatore -in quanto bendato- non vede nulla e sul suo divenire protagonista in uno scambio di sensazioni ed emozioni con la realtà e riflettendo sulle considerazioni del prof. riconducibili alle esperienze con ipovedenti atte a creare spazi teatrali da esplorare nel buio, mi sono chiesto: se in uno spettatore ad essere limitata o annullata è la percezione uditiva,nonostante il medesimo abbia completa facoltà visiva, come può carpire e catturare il suono del teatro? Può il corpo di un attore, può la rappresentazione scenica e le sue altalene statico- dinamiche, portare lo spettatore ad una percezione (anche protoformale) del suono?



Non penso che un sordo possa percepire il suono perchè non sa che cosa sia; è come se chiedessi ad una persona che non ha mai assaggiato una torta di dire se è dolce o salata. Credo però che i sordi, i ciechi e qualsiasi persona portatrice di handicap sviluppi un modo diverso di percepire le cose, a mio avviso più profondo perchè concentrano la loro attenzione solo su di una cosa, ad esempio il suono, dandogli spazio al 100% e non al 50% come noi divideremmo tra suono e vista per esempio. Con questo non voglio dire che sono più avantaggiati, per carità non mi permetterei mai, però forse se ognuno di noi potesse essere un giorno cieco, un giorno sordo ecc... sicuramente saprebbe capire e affrontare la vita molto meglio di chiunque altro.
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Mimmo Capozzi
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[*] Inviato il 30-3-2004 at 09:21
proviamo?!


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riflettendo sulla tipologia di spettacolo, in cui lo spettatore -in quanto bendato- non vede nulla e sul suo divenire protagonista in uno scambio di sensazioni ed emozioni con la realtà e riflettendo sulle considerazioni del prof. riconducibili alle esperienze con ipovedenti atte a creare spazi teatrali da esplorare nel buio, mi sono chiesto: se in uno spettatore ad essere limitata o annullata è la percezione uditiva,nonostante il medesimo abbia completa facoltà visiva, come può carpire e catturare il suono del teatro? Può il corpo di un attore, può la rappresentazione scenica e le sue altalene statico- dinamiche, portare lo spettatore ad una percezione (anche protoformale) del suono?



Non penso che un sordo possa percepire il suono perchè non sa che cosa sia; è come se chiedessi ad una persona che non ha mai assaggiato una torta di dire se è dolce o salata. Credo però che i sordi, i ciechi e qualsiasi persona portatrice di handicap sviluppi un modo diverso di percepire le cose, a mio avviso più profondo perchè concentrano la loro attenzione solo su di una cosa, ad esempio il suono, dandogli spazio al 100% e non al 50% come noi divideremmo tra suono e vista per esempio. Con questo non voglio dire che sono più avantaggiati, per carità non mi permetterei mai, però forse se ognuno di noi potesse essere un giorno cieco, un giorno sordo ecc... sicuramente saprebbe capire e affrontare la vita molto meglio di chiunque altro.


ottimo spunto...perché non costituiamo un gruppo che possa proporsi come spettatore, ora sordo, ora cieco, di uno stesso spettacolo...e poi raccogliamo le nostre sensazioni qui nel forum?
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carlo
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[*] Inviato il 30-3-2004 at 09:30
le altre percezioni


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riflettendo sulla tipologia di spettacolo, in cui lo spettatore -in quanto bendato- non vede nulla e sul suo divenire protagonista in uno scambio di sensazioni ed emozioni con la realtà e riflettendo sulle considerazioni del prof. riconducibili alle esperienze con ipovedenti atte a creare spazi teatrali da esplorare nel buio, mi sono chiesto: se in uno spettatore ad essere limitata o annullata è la percezione uditiva,nonostante il medesimo abbia completa facoltà visiva, come può carpire e catturare il suono del teatro? Può il corpo di un attore, può la rappresentazione scenica e le sue altalene statico- dinamiche, portare lo spettatore ad una percezione (anche protoformale) del suono?



Non penso che un sordo possa percepire il suono perchè non sa che cosa sia; è come se chiedessi ad una persona che non ha mai assaggiato una torta di dire se è dolce o salata. Credo però che i sordi, i ciechi e qualsiasi persona portatrice di handicap sviluppi un modo diverso di percepire le cose, a mio avviso più profondo perchè concentrano la loro attenzione solo su di una cosa, ad esempio il suono, dandogli spazio al 100% e non al 50% come noi divideremmo tra suono e vista per esempio. Con questo non voglio dire che sono più avantaggiati, per carità non mi permetterei mai, però forse se ognuno di noi potesse essere un giorno cieco, un giorno sordo ecc... sicuramente saprebbe capire e affrontare la vita molto meglio di chiunque altro.


ottimo spunto...perché non costituiamo un gruppo che possa proporsi come spettatore, ora sordo, ora cieco, di uno stesso spettacolo...e poi raccogliamo le nostre sensazioni qui nel forum?


geniale
mimmo

propongo che l'esperimento parta con lo spettacolo del Teatro della Valdoca

proprio con loro è successa una cosa strana
arrivai tardi e decisi di rimanere fuori dalla porta ad ascoltare tutto lo spettacolo
ne parlo qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=197&page=1


ragazzi
ragioniamo su questa idea
ho delle proposte
e voi?


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musicaos_lucianopagano
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[*] Inviato il 31-3-2004 at 16:55


giusta anzi ottima la proposta di elaborare uno spettacolo che contempli le difficoltà di uno spettatore sordo, cieco o muto. Una volta elaborato, uno spettacolo simile, genererebbe le stesse considerazioni di partenza al contrario, ovvero, uno spettacolo del genere quali sensazioni desterebbe in una persona priva di handicap? E' probabile che uno spettacolo riuscito risulterebbe comprensibile ad entrambi. Nell'elaborazione di uno spettacolo simile bisognerebbe tener conto di quanto si ha intenzione di spingersi avanti su questo percorso. Faccio un esempio: in uno spettacolo che viene progettato per un pubblico di non udenti si deve coinvolgere l'attore in un percorso che stimoli il corpo nella sua interezza (passare tra gli spettatori, suono surround, interazione).
Queste premesse comportano (necessarie) competenze che un attore dovrebbe mettere in conto nella sua formazione. Ma cosa succede se un sordo legge un libro? O cosa succede se un non vedente ascolta uno spettacolo di Sambin, o Dario Fo? E' importante allo stesso tempo salvaguardare l'interezza dell'espressione artistica, e, soprattutto, sfruttare all'osso i nuovi media. Esistono festival dedicati a questi argomenti. Ci sentiamo
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stefanelli cristina
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[*] Inviato il 31-3-2004 at 22:19


Il supporto digitale ha donato ubiquita'al sapere; quale tipo di intelligenza collettiva sta nascendo????????????????
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carlo
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[*] Inviato il 31-3-2004 at 23:32
l'intelligenza connettiva


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Originariamente scritto da stefanelli cristina
Il supporto digitale ha donato ubiquita'al sapere; quale tipo di intelligenza collettiva sta nascendo????????????????


mi piace + che altro pensare
ad una intelligenza connettiva
(termine che ho appreso da Derrick De Kerckhove, l'erede di McLuhan, con cui ho spesso collaborato)

significa utilizzare la rete x mettere in relazione le diverse intelligenze potenziando la qualità dello scambio

un consiglio

usa il motore di ricerca
clicca qui
http://www.google.it

e abituati ad interrogarlo
con questi nuovi termini

e il nome di derrick...
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time rocker
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[*] Inviato il 1-4-2004 at 09:28


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Originariamente scritto da musicaos_lucianopagano
giusta anzi ottima la proposta di elaborare uno spettacolo che contempli le difficoltà di uno spettatore sordo, cieco o muto. Una volta elaborato, uno spettacolo simile, genererebbe le stesse considerazioni di partenza al contrario, ovvero, uno spettacolo del genere quali sensazioni desterebbe in una persona priva di handicap? E' probabile che uno spettacolo riuscito risulterebbe comprensibile ad entrambi. Nell'elaborazione di uno spettacolo simile bisognerebbe tener conto di quanto si ha intenzione di spingersi avanti su questo percorso. Faccio un esempio: in uno spettacolo che viene progettato per un pubblico di non udenti si deve coinvolgere l'attore in un percorso che stimoli il corpo nella sua interezza (passare tra gli spettatori, suono surround, interazione).
Queste premesse comportano (necessarie) competenze che un attore dovrebbe mettere in conto nella sua formazione. Ma cosa succede se un sordo legge un libro? O cosa succede se un non vedente ascolta uno spettacolo di Sambin, o Dario Fo? E' importante allo stesso tempo salvaguardare l'interezza dell'espressione artistica, e, soprattutto, sfruttare all'osso i nuovi media. Esistono festival dedicati a questi argomenti. Ci sentiamo


Potrò essere ripetitivo, ma è proprio quello che succede con l'ascolto del disco The Raven di Lou Reed: un doppio album fatto di teatralizzazioni di novelle e poemi di Edgar Allan Poe - letto e recitato da signori attori del calibro di Willem Dafoe e Steve Buscemi - in cui ascoltiamo e basta la messinscena: Lou inserisce dei suoni e delle musiche di fondo per farci comprendere meglio l'accaduto, ma tutto il resto è lasciato alla nostra immaginazione: a conti fatti, The Raven è uno spettacolo teatrale (?) che non è mai andato in scena - POEtry, lo spettacolo che diede il via all'idea del disco, era solo una serie di readings da Poe fatti dallo stesso Reed, che nel disco non recita - e che non è stato scritto pensato realizzato per andarci, per essere visto, ma solo per essere ascoltato (ecco il senso della frase di Reed nella prefazione al libro che raccoglie i testi dell'operazione: "questo è uno spettacolo fatto per essere ascoltato mentalmente").
Uno spettacolo per non vedenti, o piuttosto uno spettacolo che obbliga gli spettatori/ascoltatori a non vedere, facendo a meno del senso della vista.
E con delle canzoni micidiali, tra l'altro (ma questo è un altro discorso).

sergio

P.S.: per chi volesse farsi un'idea della cosa, nel nuovo live di lou uscito la settimana scorsa, "animal serenade", all'improvviso nel bel mezzo di un concerto rock l'artista si mette a recitare - e a cantare, e a improvvisare - "il corvo" di poe sopra un tappeto di feedback di chitarra elettrica, mentre un maestro giapponese esegue sul palco esercizi di tai-chi. Quando l'Exploding Plastic Inevitable ti rimane dentro il cuore...


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time rocker
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[*] Inviato il 1-4-2004 at 09:36


...mentre la versione in studio (quella che c'è sull'album) del poemetto "the raven", recitata da Willem Dafoe, è stata lo spunto per una video-opera dell'artista Dario Picciau, intitolata "the raven - net version", e che potete vedere qui:

http://www.loureed.org/new/features/dario/index.html
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Mimmo Capozzi
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[*] Inviato il 1-4-2004 at 09:49


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Originariamente scritto da musicaos_lucianopagano
giusta anzi ottima la proposta di elaborare uno spettacolo che contempli le difficoltà di uno spettatore sordo, cieco o muto. Una volta elaborato, uno spettacolo simile, genererebbe le stesse considerazioni di partenza al contrario, ovvero, uno spettacolo del genere quali sensazioni desterebbe in una persona priva di handicap? E' probabile che uno spettacolo riuscito risulterebbe comprensibile ad entrambi. Nell'elaborazione di uno spettacolo simile bisognerebbe tener conto di quanto si ha intenzione di spingersi avanti su questo percorso. Faccio un esempio: in uno spettacolo che viene progettato per un pubblico di non udenti si deve coinvolgere l'attore in un percorso che stimoli il corpo nella sua interezza (passare tra gli spettatori, suono surround, interazione).
Queste premesse comportano (necessarie) competenze che un attore dovrebbe mettere in conto nella sua formazione. Ma cosa succede se un sordo legge un libro? O cosa succede se un non vedente ascolta uno spettacolo di Sambin, o Dario Fo? E' importante allo stesso tempo salvaguardare l'interezza dell'espressione artistica, e, soprattutto, sfruttare all'osso i nuovi media. Esistono festival dedicati a questi argomenti. Ci sentiamo


trovo esatte e puntuali le tue riflessioni, ma la mia idea era quella di 'incontrare' spettacoli comuni e non progettati per i diversamente abili, di modo che l'esperienza ci porti ad una duplice considerazione: una pura registrazione di sensazioni e percezioni (quasi come dato artistico-scientifico) ed una constatazione del disagio dell'handicap di turno.
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Mimmo Capozzi
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[*] Inviato il 1-4-2004 at 09:54


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Originariamente scritto da carlo
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Originariamente scritto da Mimmo Capozzi
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Originariamente scritto da AngelaP
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Originariamente scritto da Mimmo Capozzi
riflettendo sulla tipologia di spettacolo, in cui lo spettatore -in quanto bendato- non vede nulla e sul suo divenire protagonista in uno scambio di sensazioni ed emozioni con la realtà e riflettendo sulle considerazioni del prof. riconducibili alle esperienze con ipovedenti atte a creare spazi teatrali da esplorare nel buio, mi sono chiesto: se in uno spettatore ad essere limitata o annullata è la percezione uditiva,nonostante il medesimo abbia completa facoltà visiva, come può carpire e catturare il suono del teatro? Può il corpo di un attore, può la rappresentazione scenica e le sue altalene statico- dinamiche, portare lo spettatore ad una percezione (anche protoformale) del suono?



Non penso che un sordo possa percepire il suono perchè non sa che cosa sia; è come se chiedessi ad una persona che non ha mai assaggiato una torta di dire se è dolce o salata. Credo però che i sordi, i ciechi e qualsiasi persona portatrice di handicap sviluppi un modo diverso di percepire le cose, a mio avviso più profondo perchè concentrano la loro attenzione solo su di una cosa, ad esempio il suono, dandogli spazio al 100% e non al 50% come noi divideremmo tra suono e vista per esempio. Con questo non voglio dire che sono più avantaggiati, per carità non mi permetterei mai, però forse se ognuno di noi potesse essere un giorno cieco, un giorno sordo ecc... sicuramente saprebbe capire e affrontare la vita molto meglio di chiunque altro.


ottimo spunto...perché non costituiamo un gruppo che possa proporsi come spettatore, ora sordo, ora cieco, di uno stesso spettacolo...e poi raccogliamo le nostre sensazioni qui nel forum?


geniale
mimmo

propongo che l'esperimento parta con lo spettacolo del Teatro della Valdoca

proprio con loro è successa una cosa strana
arrivai tardi e decisi di rimanere fuori dalla porta ad ascoltare tutto lo spettacolo
ne parlo qui
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=197&page=1


ragazzi
ragioniamo su questa idea
ho delle proposte
e voi?

ci organizziamo direttamente il 20 aprile per le modalità dell'esperimento da svolgere con lo spettacolo del Teatro della Valdoca ? o ha delle direttive ?

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[*] Inviato il 2-4-2004 at 14:14


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Originariamente scritto da time rocker
...mentre la versione in studio (quella che c'è sull'album) del poemetto "the raven", recitata da Willem Dafoe, è stata lo spunto per una video-opera dell'artista Dario Picciau, intitolata "the raven - net version", e che potete vedere qui:

http://www.loureed.org/new/features/dario/index.html



... a questo punto avrei una proposta da fare: perchè non ascoltiamo "The Raven" durante le prossime lezioni? idea alquanto concreta,visto che il cd è a tua disposizione... speriamo che questa proposta non cada nel vuoto...
clara
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Gianna***
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[*] Inviato il 3-4-2004 at 16:11


E' vero.Un sordo,se non ha un residuo uditivo minimo,non riesce a percepire alcun suono,non sa cosa esso sia . Ha invece una facoltà visiva sviluppata al massimo ed un'incredibile accentuata espressione facciale grazie alla quale possiamo percepire tanto.Dico questo perchè ,in qualche modo ,sono a contatto con dei non udenti.Sto imparando la LIS facendo anche pratica diretta con loro.Mi entusiasma molto.E' un altro modo di comunicare,diversissimo dal nostro ovviamente:si "segna", si usa il labiale e,come ho detto prima,si enfatizzano le espressioni del volto,...ci si trasmettono tante sensazioni ed emozioni.
Professore,mi sono chiesta se questo modo di comunicare,di interagire,può essere considerato in qualche modo "teatro"(forse non mi sono espressa bene) !Vorrei sapere inoltre se è a conoscenza di attività,spettacoli,eventi culturali "per e con"non udenti.
Mimmo la tua proposta mi piace,sono con te!
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Mimmo Capozzi
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[*] Inviato il 5-4-2004 at 07:33


ok. noto con piacere che l'idea è stata accolta favorevolmente...non resta che raccogliere tutti i suggerimenti possibili e portare avanti il nostro progetto.
cominciamo a fare la lista degli interessati inviando un messaggio in cui sia scritto "ci sono".

Chelsea girl ti consiglio di portarlo il cd alla prossima lezione...sia il prof. che i ragazzi avranno di che essere entusiasti
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time rocker
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biggrin.gif Inviato il 5-4-2004 at 13:30


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Originariamente scritto da Mimmo Capozzi
Chelsea girl ti consiglio di portarlo il cd alla prossima lezione...sia il prof. che i ragazzi avranno di che essere entusiasti


wow wow wow mimmo!!!!!!! amico del GRANDE ROCK!!!!!!!!!!

anche lou ti applaude:

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