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Autore: Oggetto: seminario su Performing Media x Epidemie
carlo
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[*] Inviato il 12-11-2003 at 01:27
seminario su Performing Media x Epidemie


Seminario su
Performing Media
L’azione e lo sguardo teatrale in ambiente multimediale
ricognizioni video, web e ipermediali su Media e Performing Arts
a cura di Carlo Infante

1. Edutainment. L’interattività tra teatro e ipermedia
Ricognizione sugli scenari dell’avanzamento tecnologico in relazione ai processi dell’apprendimento e all’evoluzione dei linguaggi scenici nell’animazione teatrale con i nuovi media.
L’edutainment (educational + entertainment) si basa sul principio ludico dello sguardo dinamico proprio della percezione teatrale e alcune pratiche di gioco multimediale in ambito educativo.

2. Le scene in rete
Internet e i nuovi modi di fare informazione e formazione teatrale.
Una ricognizione sulle diverse esperienze in campo che stanno sondando le potenzialità comunicative della rete telematica, oltre gli aspetti performativi e di ricerca spettacolare.
L'informazione e la formazione teatrale s'intrecciano fortemente in una nuova strategia culturale di promozione del teatro e dei suoi spettatori, rivolgendosi fondamentalmente a quella nuova generazione che si sta ambientando nella Società dell’Informazione di cui Internet è l’espressione emblematica.

3. I teatri della memoria
La memoria scenica e l’ipermedia. La dinamica non-lineare nella ricostruzione multimediale di un’esperienza scenica ( propriamente sinestesica nell’integrazione di più linguaggi) permette, secondo le potenzialità ipertestuali la ricombinazione degli elementi di un teatro fondato sulla multisensorialità: dall’aspetto letterario delle drammaturgie scritte a quelle visive delle specificità scenografiche, dalla fisicità dell’attore all’immaterialità delle risoluzioni audiovisive.

4. Corpi e mondi elettronici
Un analisi delle possibili relazioni tra corpo e multimedia.
Il principio della percezione condivisa sulla quale si fonda l’idea stessa di teatro si misura con altri spazi-tempo come quelli espressi dagli ambienti digitali. (vedi nota dettagliata)

5. Il laboratorio d'arte dello spettatore
Dalla consapevolezza della funzione dello spettatore, come "autore di memoria e di senso", in grado di colmare con il proprio “sguardo partecipativo” l'opera teatrale, alla pratica telematica che può tradurre
questo pensiero teatrale in azione di comunicazione.
Le nuove sensibilità della “scrittura connettiva”, la pratica delle scrittura on line, rappresentano una significativa esperienza per espandere la condivisione, nell’espressione di una comunicazione soggettiva e interrelazionale che si attesta a di qua della funzione critica e analitica dello spettacolo.

Il seminario si basa sull’utilizzo di un forum telematico da parte degli studenti.
Si potrà contare sulla funzione tutoriale on line del docente che animerà "a distanza" il forum stesso su http://www.teatron.org/forum anche in una fase successiva all’intervento.
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carlo
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 08:29
di cosa è fatto un teatro?


rilancio la domanda che è circolata ieri
e che ha fatto emergere un bel po' di idee

mettetele qua
attivando
magari quel processo di ricombinazione delle idee
quello scaturito dalla discussione
dalla connettività in classe a quella in rete

a proposito ecco un link
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=183

qui trovi un pò di risposte alla stessa domanda
lanciata dal teatro delle Ariette qualche settimana fa
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carlo
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:00
il cantiere orlando


anno fa con ETI e Biennale
insieme alle Albe abbiamo dato vita a questo ambiente web
un diario di bordo on line

dategli un'occhiata
http://www.teatron.org/cantiereorlando/intro.html

è l'impronta di un'esperienza che vi riguarda

c'è anche la Non Scuola...
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emre b.
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wink.gif Inviato il 18-11-2003 at 09:09


per me il teatro è prima di tutto carne...
( bruciata, ben cotta, al sangue o finta).

Vero? Finto?
Risponde Fernando Pessoa..

Il poeta è un fingitore
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

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Sarapo
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:12


Teatro fatto di mistero, con l'attore che prima di tutto sperimenta su se stesso.
Fare dentro di se il giro del padrone di casa... Farsi ponte fra l'atavico che regna in ognuno di noi senza tempo e senza spazio e il Fuori temporale e spaziale.*-
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Balsamo/Arterio/Lelio
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:12


è biologico, investe i sensi, avvolge dentro, trafigge le carni... non aver paura di impastare le mani nella propria merda!
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bruna
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:14


teatro carne
corpo
ek-stasi
possessione
universalità dell'essere
luogo di vita vissuta
più vita della vita reale
in atto
che muta la vita in opera
stravolgimento del quotidiano
elettricità
peste dell'anima
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durante verduzzi
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:18


è dove ci si può ancora permettere di mostrare l'ombra, ciò che sta dietro, che vibra...che sposta...che è vita.
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Hélène
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:20


Forse il teatro non é una visione del mondo,ma la presentazione incarnata di un mondo... il mondo di un opera, il mondo di un poeta, il mondo di un personaggio, di una problematica, di una realtà, di un sogno, di un'utopia...

Focus su un mondo o creazione di un mondo?
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carlo
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:23
la simulazione fisica di uno spazio mentale


Quota:
Originariamente scritto da emre b.
per me il teatro è prima di tutto carne...
( bruciata, ben cotta, al sangue o finta).


Vero? Finto?
Risponde Fernando Pessoa..

Il poeta è un fingitore
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.



<<<
bellissima citazione

ma attenti che
la parola finzione delle volte manda fuori pista

io
x quanto mi riguarda
preferisco simulazione
il teatro come:
simulazione fisica di uno spazio mentale

e
x riagganciarmi al percorso video e multimediale della lezione di ieri
rilancerei il tema proiettandolo sul virtuale che x me rappresenta
la simulazione mentale di uno spazio fisico


trovo una sottile contiguità tra teatro e virtualità

anche se la discriminante è
e sono d'accordo con te su questo
la carne

ma il teatro non è solo carne
e il teatro delle ombre?
studio azzurro?
i pupi siciliani?
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lo zio
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:25
di cosa è fatto il teatro


per fare teatro ci vogliono almeno due persone, una che guarda e l'altra in "palcoscenico". il teatro è fatto solo di persone perchè è un mezzo che non usa mezzi ma soltanto la magia di sè stesso : la convenzione teatro che mette in scena i migliori riassunti della vita ed è esso stesso la vita perchè gli attori non sono morti in scena!
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AlessandroC.
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:25
Stiamo cercando di capire di cosa è fatto un teatro...


Ribadisco, assumendone tutte le responsabilità, il concetto esposto ieri durante la lezione: il teatro DOVREBBE essere "verità", commistione di rapporti umani e disumani.
Carne, ossa, neuroni amorevolmente lanciati contro un pubblico.
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rosencranz
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:28


il teatro è condi-visione...
...visioni...
un incontro di due esseri in uno strano luogo....
luogo in cui due sguardi diversi colgono le stesse cose...
...tutto parte da uno...che fa da filtro da lente d'ingrandimento...lente deformante...e arriva ad un altro che a sua volta rielabora e filtra...il teatro ha a che fare con la visione....visioni scaturite a partire dalle viscere della terra fino alle polveri del cielo...passando per gli uomini!
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palmira
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:30


di cosa è fatto un teatro,di cosa è fatto,un teatro è fatto di un gioco,deve essere una pericolosa messa in gioco di sè stessi,del proprio sguardo sulla realtà.

è la possibilità di rendere estroversa la propria impellenza,è il "non posso fare a meno di",è un terreno fertile in partenza...
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carlo
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:31


Quota:
Originariamente scritto da AlessandroC.
Ribadisco, assumendone tutte le responsabilità, il concetto esposto ieri durante la lezione: il teatro DOVREBBE essere verità,

<<<
ti ricordi?
ne abbiamo parlato...
verità delle volte è troppo grossa come parola

non è meglio
autenticità?
<<<

commistione di rapporti umani e disumani.
Carne, ossa, neuroni amorevolmente lanciati contro un pubblico.


<<<
mi fai pensare ad un TIR con i freni incasinati...
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salvatore agretti
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:32


penso al teatro come ad un luogo in cui il possibile non ha confini, in cui i limiti non esistono, dove il reale abbreccia l'irreale, un luogo in cui i sogni prendono corpo e vita, luogo in cui i due mondi del sangue e della ragione danzano, mescolandosi continuamente. Teatro come delirio di onnipotenza
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gianni
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:33


comunicazione
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spina
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:37
teatro.....booo


Che cos'è per me il teatro:
un gioco
un incubo
una sorpresa
una magia

continuamente scoprire di essere così fragili,così piccoli,così tanti.
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AlessandroC.
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:40


Quota:
Originariamente scritto da carlo
[<<<
mi fai pensare ad un TIR con i freni incasinati...


E' facile che un TIR esca fuori strada....l'importante è restarci....e magari continuare il percorso su strada sterrata.
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emre b.
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 09:46
il virtuale può essere una scorciatoia?


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(...)su pessoa..

bellissima citazione )

ma attenti che
la parola finzione delle volte manda fuori pista

io
x quanto mi riguarda
preferisco simulazione
il teatro come:
simulazione fisica di uno spazio mentale

e
x riagganciarmi al percorso video e multimediale della lezione di ieri
rilancerei il tema proiettandolo sul virtuale che x me rappresenta
la simulazione mentale di uno spazio fisico


trovo una sottile contiguità tra teatro e virtualità

anche se la discriminante è
e sono d'accordo con te su questo
la carne

ma il teatro non è solo carne
e il teatro delle ombre?
studio azzurro?
i pupi siciliani?


<<<
simulazione e non finzione..
simulazione fisica di uno spazio mentale..
ok
ma per carne intendo corpo e pure "idea"
incarnata, come un pupo, o anche un'ombra..

la proiezione sul virtuale mi sembra interessante in particolare in rapporto
al vero tema scottante (mi sembra) del forum, che rilancio a voi;

qual'è la distanza fra il teatro e la società,
o meglio quali sono gli spazi fra il teatro e
la società (e l'individuo) che il virtuale può riempire?
cioè, potrebbe il teatro grazie al virtuale
entrare con molta più decisione nella vita di tutti?
la connettività...strada utile o illusione?



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salvatore agretti
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 10:07




kathakali.jpg - 26kB
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AlessandroC.
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 10:12


Ben detto, Salvatore!
Probabilmente il teatro non ha bisogno di essere definito, ma solo di essere vissuto nei suoi stati di grazia.
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salvatore agretti
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shocked.gif Inviato il 18-11-2003 at 10:18


a me piacerebbe approfondire il discorso sulla propriocettività...
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durante verduzzi
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 10:23


Anch'io come Agretti vorrei approfondire il discorso sulla propriocettività,corpo campo magnetico, elettrico.
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carlo
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[*] Inviato il 18-11-2003 at 10:25
umano troppo umano


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Originariamente scritto da AlessandroC.
Ben detto, Salvatore!
Probabilmente il teatro non ha bisogno di essere definito, ma solo di essere vissuto nei suoi stati di grazia.

okokok
se ora partiamo con il ragionamento che la vita non si definisce ma la si vive
c'impantaniamo

d'accordo sul fatto che le definizioni
de/finiscono
limitano
ma in un gioco
una palestra di comunicazione on line come questa
occorrono delle regole
poi magari le superiamo

serviva + che altro ad esplorare (da parte vostra) le vostre domande di teatro
il vs desiderio

a questo punto dopo aver raccolto la prima tornata dei vs interventi
lancio
visto che
qui
nella mediateca del s.biagio
abbiamo solo 4 Pc a disposizione e mentre alcuni sono connessi gli altri possono riorganizzarsi le idee

lancio
dicevo
altre 2 indicazioni
scrivetemi a proposito della mia lezione e del piano di ricognizione con i vari punti da sviluppare che trovate anche qui, in apertura del forum
quali v'incuriosiscono di +
quali vorreste approfondire
magari nella prossima lezione che dovrebbe essere il 20.02

e poi
lasciatemi un po' del vostro sguardo dell'anteprima del teatro della Valdoca ieri sera
concentratevi sui dettagli
non servono descrizioni complessivi e tantomeno giudizi

rilasciate sguardi a chi come me non l'ha visto
io però l'ho ascoltato
fuori
alla finestra...
stranissimo
stoico, ha detto bene il bluesman

ehi si dice bluesman
no rockman o jazzman

il blues è umano
troppo umano


un teatro dell'ascolto
intimo e solitario
concentrato sulla voce profonda
atavica
infernale
di gabry
che è la tom waits della notte romagnola
desolata
incalzata
da un uomo-blues che la sa lunga
lacerata
da una bambina che lancia grida lancinanti
voce che guida il mio ascolto
random
senza ancore visive
ma soddisfatto di questo concerto malato

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