carlo
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Ripesco dal Forum di Trovarsinrete che fa le bizze
lo ripesco dalla mia e-mail
Premessa: per noi della 48ore (http://www.48ore.com) non ha senso perdere perché artisticamente non ha senso competere. Vogliamo però venire allo scoperto perché anche noi
abbiamo ravvisato alcune ingenuità nell’assegnazioni dei premi, che però comprendiamo come tipiche della prima fase di un concorso altamente
innovativo.
Faremo riferimento ad alcune osservazioni espresse durante le premiazioni, ma ci scusiamo fin da ora se abbiamo frainteso o travisato, capiteci, il
vino e la Raviora del Plin al sugo di brasato sono state una tentazione troppo forte in confronto ai panini plastificati da 3 euro dell’Autogrill.
Innanzitutto dalle premiazioni è uscito che la scrittura mutante è flash.
La tentazione è forte e sarebbe quella di consigliarvi di ridefinire il concorso con Net-art o Visual-art e spostarvi onestamente sulla grafica.
Giustifichereste l'azionismo del click di OUT OF TARGET, che mi scusino gli autori, ma l'unico giudizio critico che ispira è quello di "Ahh, figata. E
allora?" Inoltre è in buona parte in inglese…l'avranno dedicato a Miglioli. Citiamo Miglioli perché ha posto l'accento sul fatto che in Italia manchi
una cultura della Rete imputabile a una scarsa conoscenza dell'inglese (ha affermato che in Italia paghiamo lo scotto di vent'anni di Rock ascoltato
musicalmente, ma non compreso verbalmente). Dunque Miglioli conoscerà bene l'inglese, ma dovrebbe impegnarsi maggiormente anche con altre lingue e
scoprire che la net-art non nasce negli Stati Uniti
(http://www.heise.de/tp/deutsch/special/ku/6151/1.html) e soprattutto - qui colpo di picca a Infante - non si svolge solo negli Stati Uniti. Come
con la tv generalista, chi non indaga abbastanza, si accontenta della CNN. Gli Stati Uniti si sono impegnati soprattutto con la hyperfiction, in
questo hanno precorso i tempi, sono riusciti a creare un portale (
http://www.eastgate.com) e riescono (forse) a farlo sopravvivere. Il tanto osannato George Landow, checché se ne dica, porta avanti solo questo
tipo di sperimentazione - e guardacaso è azionista dell'Eastgate. Mark America ha avuto qualche spunto di originalità, bisogna ammetterlo, ma bisogna
pur ammettere che ha saputo attorniarsi di un team di ragazzoti universitari che programmano per lui. Inoltre - e mi rivolgo sempre a Miglioli -
sottolineare di essere un attivista della rete dal '93 e poi pronunciare una fesseria come "una volta in un newsgroup ho detto che Internet è come la
tv, e ne sono convinto", mi sembra alquanto grottesco. 1 - quale tv? Quella generalista? Quella satellitare? Quella in fibra ottica? Broadcasting o
narrowcasting? 2 - quale Internet? La terza, cioè quella attuale a detta di Carlini? Certo, se tutti auspicano flash - che avete oltremodo premiato -
la tv digitale (ma quella narrowcasting, non certo quella broad) si avvicinerà sempre più a Internet (i due convergeranno, si dice), ma questo è solo
una possibile evoluzione. E come la mettiamo con la couch view del televisore e la desk view dell’attuale computer?
Dell'opera Di là dal muro non abbiamo trovato la presentazione nel sito, non avremo cercato approfonditamente.
Zop è un esercizio di stile ripreso pedissequamente da Queneu. Perlomeno sfrutta le potenzialità della rete (ovvero il network di persone, quella che
Berners Lee definisce l'intersocialità), sebbene il tema sia un po' abusato. Forse alla giornalista dell'Espresso è parso tanto geniale, ma a noi è
stato proposto ogni 3X2 ai corsi di web writing e scrittura creativa (accanto alla Fallaci, a Calvino e a Carver). Critichiamo il concetto
d'innovazione espresso dalla giornalista, non l'idea degli autori.
Le poesie di Contento design ci sembrano in flash e non in Java come ha sottolineato Lughi durante la premiazione. Ho apprezzato il suo "Parole
online" per la sistematicità, ma penso che se scivola su queste banalità di programmazione, difetti non poco nell'analiticità .
Molti partecipanti del concorso hanno pensato che contassero più i contenuti della grafica, ma ANCHE alla premiazione non si è parlato dei contenuti.
Rischiate di ritrovarvi tra un paio d'anni ancora a discutere quale peso debba avere la scrittura, e se è letteratura (a proposito, nemmeno avete
parlato di letteratura o possibilità di letteratura) quando ci sono stati successi clamorosi e tutti italiani. Luther Blisset, al quale, al contrario
di quello che crede Infante, un professore universitario ha dedicato un corso e in maniera molto professionale (http://www.unipa.it/~mcometa/LC2001-2.htm). Luther Blisset e la Wu Ming Foundation sono stati fra gli esperimenti più importanti a livello
mondiale e sono a base di scrittura, semplice, senza tanti pupazzetti che ciondolano la testa.
E con letteratura non sono così ingenuo da pensare ai romanzi (il cui supporto cartaceo è insuperato e personalmente non mi interessa di superarlo),
ma penso alla lirica o alle forme avanguardiste della performance, della tertullia, dei manifesti (genere per eccellenza dei movimenti d’avanguardia
storici).
Avete speso delle buonissime parole sulla volontà di intercettare i fenomeni artistici della Rete (Carlo Infante, con la definizione di Web
Experience), sulla "avanguardia di massa" (Maragliano, sebbene il concetto di massa vada specificato perché è un concetto puramente storico che va di
volta in volta
attualizzato) e in seguito a tutto ciò avete premiato delle opere di pura grafica.
Mancava un programmatore nella giuria o comunque qualcuno che potesse giudicare il motore dei testi (quando c'era scrittura verbale, perché dal bando
di concorso si capiva che la centralità doveva essere data a questo sistema semiotico).
Ha ragione l’autore di Torinorama a ribadire come carattere fondante della "scrittura mutante" In internet, la peculiarità dell’essere in rete e
infatti la loro opera merita l’appellativo di net-writing o come qualche condizione net- (stampata, la loro opera verrebbe snaturata). Così come
quest'opera: Assoziation Blaster (http://a-blast.org) e questa 23:40
(http://www.dreiundzwanzigvierzig.de/cgi-bin/2340index.pl) , vincitori di un festival tedesco della letteratura digitale (a proposito, i primi a
livello nazionale signor Infante, se vogliamo parlare di net-literature e non di hyperfiction off-line).
Non ho nulla contro flash, senonché riflette solo l'ultima evoluzione GRAFICA del web e non corrisponde certo alle capacità di trasmissione delle
linee italiane (non avete tenuto conto del peso dei siti e della velocità media delle linee telefoniche italiane, cioè 33 kbps?). Non avete tenuto
conto del valore della divulgazione, sacrosanto per la cultura web?
Augusta, noi non saremmo allibiti per le critiche; sì, saremmo dapprima scossi, ma in seguito elettrizzati, perché le polemiche dimostrano quanto è
sentita la volontà di sperimentare e di far conoscere i propri discorsi. Non penserete che il concorso finisce con la premiazione? I suoi frutti
vengono dopo, soprattutto nel forum. Un concorso per scrittura mutante, deve necessariamente essere mutante. La fase post- è sicuramente la più
produttiva.
Ad ogni modo i miei più sinceri complimenti perché avete polarizzato l’attenzione attorno a un campo artistico sperimentale tutto da creare e
delimitare e non è poco esserci riusciti alla Fiera di Baricco.
P.S. Chi volesse sapere qualcosa in più sulla letteratura digitale, può farsi un giro qui: http://www.48ore.com/images/cam/letteraturadigitale.htm
Vostri 6 della 48
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carlo
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le scritture del visibile, un precedente...
Quota: | Originariamente scritto da carlo
lo ripesco dalla mia e-mail
Premessa: per noi della 48ore
(...)
e scoprire che la net-art non nasce negli Stati Uniti
(http://www.heise.de/tp/deutsch/special/ku/6151/1.html) e soprattutto - qui colpo di picca a Infante - non si svolge solo negli Stati Uniti.
<<<
che significa?
pensi che non conosca la genesi della
net-art?
di arte telematica (fax e "video-lento") si parla dai primi anni ottanta...
in tanti modi diversi
mi ricordo un'edizione alla Biennale di Venezia...
ma non mi fate fare il vecchio che da 4 giorni sono nonno...
ma non ho pudore
rilancio con un'informazione
nel 1988
nel festival "Scenari dell'Immateriale" che dirigevo a Narni
(dove l'anno prima avevo curato un progetto dal titolo "la scena interattiva"...
non ho sbagliato data
...anni ottanta...)
lanciai un concorso dal titolo Le Scritture del Visibile
era un concorso x storyboard che ha dato lo sprint ad una generazione di videomaker anche grazie alle opportunità produttive x la postproduzione che
trovai
che voglio dire?
è che tra le decine di storyboard raccolte
emergevano idee diversissime sul come concepire un progetto x il video
dai plastici alle sceneggiature con le polaroid attaccate
molti fumetti e alcuni quadri pittorici...
che voglio dire?
è che nel lanciare questo slogan di Scrittura Mutante
non mi sono sono neanche sognato di delimitare un genere
nella progettazione del concorso con Eugenio e Popi abbiamo mediato
cercando una misura equilibrata tra diverse opèzioni possibili
la mia posizione era la + distante dall'aspetto narrazionale alfabetico
ma in fondo sono quello che friggeva in attesa dei weblog
vorrei esagerare
esagero:
progetto diari di bordo on line dal 1997.... tanto x darvi elementi x comprendere che il mio sguardo è affinato alla molteplicità di esperienze che ho
seguito e promosso sul campo dalla prima ora...
qui chiudo se no mi sbrodolo troppo
ma
fatemelo dire
è in fondo umiltà
tanto x non reiterare 'sta solfa della critica alla giuria
e non mi venite a parlare di programmatori come selezionatori
lo sapete
la discriminante era culturale
si è autori (collettivi e connettivi, o con le competenze integrate)
così come si è spettatori-lettori-navigatori
con proprietà affini
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