carlo
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sguardi diffusi. Spazio del libero confronto, al di fuori dei progetti organizzati
La Rete degli Sguardi è un progetto diffuso di forum attivati su diversi server, in relazione a contesti diversi, spettacoli o festival.
Nel menu "percorsi" di teatron puoi trovarne diversi
http://www.teatron.org/menu/menu.html
e anche qui
http://webtool.html.it/servizi2/forum/newtopic.asp?forumid=13940
ogni discussione aperta, in questo forum attivo sul server di teatron.org
(con un software a nostra disposizione)
si riferisce a progetti specifici d'intervento.
In questa discussione possono trovare luogo invece i confronti più disparati, al di fuori cioè di progetti organizzati.
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Cristiano Mario Sabbatini
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A proposito di attach word e di Microsoft
Sulla Conoscenza di Retroguardia ovvero sulla mancata conquista di una conoscenza non parziale
C'e poco da essere entusiasti di questa levata di scudi.C'è il rischio di scambiare un'azione ininfluente e conservatrice in una giusta battaglia di
contrapposizione all'establishment tecnologico. Proprio quello che il potere in genere vuole: far muovere i suoi antagonisti su terreni che a loro
sembrano destabilizzarlo ma che invece neppure lo scalfiscono. Questa è una sottile dinamica che il potere nelle democrazie tecnologicamente avanzate
predilige per mantenere le sue posizioni e conservarsi immutato. Costringere i suoi antagonisti a giocare di retroguardia facendoli credere di stare a
combattere per qualcosa invece di effettivo e fortemente auspicabile. Analizziamo un caso concreto di questa dinamica. Da molte persone in Rete ho
sentito affermare che bisogna opporsi in tutte le maniere al tentativo di Microsoft di soppiantare Java. Motivazioni del tipo: non imparerò un altro
di linguaggio di programmazione solo perchè a Bill Gates fà piacere oppure è un tentativo per buttarci fuori dalla Rete e marginalizzare da Internet
parte delle istanze di comunicazione tecnologica veramente libera e autogestita che di Java hanno fatto il loro protocollo di comunicazione. Una vera
e propria levata di scudi. Bene premesso che tutte queste motivazioni sono abbastanza fondate per quanto riguarda le intenzioni da parte di Microsoft
e che effettivamente attraverso questo tentativo di soppiantare Java con altri active server languages si cerca di imporre di fatto il proprio modello
di sviluppo nella Rete c'è tuttavia da precisare che effettivamente Java è un linguaggio viziato da una serie di inadeguatezze rispetto alle esigenze
di sviluppo della rete che vanno sempre più spingendosi verso una maggiore potenza delle connessioni finalizzata alla massima compenetrazione tra dati
audio, video e alla velocità con cui questi dati devono arrivare infine fruibili all'utente. Orbene c'è da precisare che Java a parte il merito della
sua portabilità non si può certo dire che sia il massimo per rappresentare adeguatamente in termini di applicazioni le linee di sviluppo tendenziale
della Rete che abbiamo appena evidenziato. A questo fine non mi sembra ci siano dubbi circa il fatto che linguaggi tipo il Perl o l'Asp siano più
adatti, flessibili e veloci. Il fatto stesso che non abbiano bisogno di Virtual Machine per girare su piattaforma mi pare un dato incontrovertibile
circa il loro sempre maggiore utilizzo per realizzare applicazioni sui server. Detto ciò in questa strenua difesa del Java chi è consevatore e non al
passo con i tempi noi o Microsoft? Senz'altro noi. E' inutile difendere qualsiasi posizione che si sà superata. Si rischia di fare la fine degli esuli
russi che dopo la Rivoluzione d'Ottobre si riunivano nei clubs letterari di mezza europa rivangando il bel tempo che fu (vedere Nabokov 'il Dono').
Proprio quello che vuole il potere. Farci combattere delle battaglie che hanno come tema del conflitto qualcosa di completamente inoffensivo per esso.
Scusatemi se mi ripeto quasi ossessivamente. Tra l'altro la questione del Java si Java no, di per sè, non sarebbe neanche da menzionare, tanto è
anodina, se non ci desse l'occasione per riflettere sullo stato delle cose e su come si può affrontare con maggiore potere di critica e conoscenza un
problema, questo si veramente cruciale, per il futuro della Rete e della libertà di espressione e cioè: invece di combattere guerre di retroguardia
come contrapporsi efficacemente allo strapotere esercitato da Microsoft e dal potere tecnologico in generale che giocando sottilmente
sull'obsolescenza di una conoscenza parziale fa si che la maggior parte delle istanze di autogestione in rete venga rimarginalizzata ogni qual volta
raggiunge un certo grado di coesione e partecipazione attiva nella diffusione e costruzione di conoscenza? Bella domanda eh? Anche perchè quello che
sta avvenendo con Java si potrebbe ripetere ogni qual volta l'establishment lo riterrebbe funzionale ai suoi scopi e noi lì ogni volta a ricominciare
daccapo oppure a levare scudi inutilmente. Senbra che non ci siano vie d'uscita e che i poteri forti specialmente riguardo alla gestione della
conoscenza debbano sempre avere la meglio. Abbiano sempre la facoltà di dire l'ultima parola e di farci giocare di retroguardia nonostante i facili
entusiasmi che ci prendono come ci pare possibile che non sia così. Cosa sbagliamo da parte nostra per ritrovarci sempre più o meno allo stesso punto
di partenza? E' possibile intravedere una possibile via d'uscita da questo circolo vizioso? Dobbiamo rassegnarci? Cosa c'è che non va in tutti gli
sforzi che abbiamo fatto per stare al passo con i tempi e l'evoluzione tecnologica?
Mi pare ora il caso di dire qualche parola su cosa c'è alla base di questo fenomeno di riappropriazione e esercizio libero della conoscenza che ci ha
visti tutti più o meno partecipi, nella Rete soprattutto, in questi anni. Un movimento spontaneo che ha lasciato sperare a milioni di persone che
forse c'era una possibilità di cambiamento vero nell'assegnazione dei ruoli all'interno della società e nella circolazione delle idee. Qualcuno ha
parlato di Nuovo Rinascimento tecnologico e di quant'altro. Dunque alla base di tutto questo c'è da una parte il lavoro duro applicativo di persone
che faticosamente si sono appropriate di almeno un linguaggio di programmazione al di fuori di ogni accademismo e confidando soltanto sulla loro
curiosità e tenacia alimentata dalla voglia di capire, partecipare a quanto di nuovo si capiva stava nascendo: questa è veramente una pietra miliare
di questa storia, la parte sicuramente più bella e entusiasmante. Dall'altra il rovescio della medaglia c'è parte delle stesse persone che una volta
capito il meccanismo e impossessatesi in qualche maniera di ciò che gli occorreva ha pensato che questa acquisizione di conoscenza fosse, diciamo cosi
di carattere assoluto, non una conoscenza di transito ma quasi uno status da difendere, a denti stretti, un pò come in grande scala fa il potere;
hanno perso per così dire tutta la bontà della premessa coltivando l'utopia di possedere qualcosa di non parziale, di definitivo qualcosa che, magari
soltanto nel loro microcosmo, gli avrebbe garantito il pregio e il rispetto sociale della piccola crew di cui facevano parte. In parole povere hanno
interroto gli studi, per narcisismo hanno creduto che la loro conoscenza fosse rivendicabile comunque, dimenticando che la conoscenza non può mai
essere acquisita definitivamente, che va alimentata, lasciata crescere giorno per giorno e che non c'è spazio nella sua lievitazione effettiva per
nessun tipo di narcisismo, neppure quello tecnologico. Mi rendo conto di questo ogni qual volta che parlando con un individuo appartenente a questa
crew sento una certa supponenza nel suo discorso. magari solo per aver conosciuto un linguaggio o peggio ancora solo per aver trovato la maniera di
aggirare un sistema di limitazioni su qualche server o su un canale chat. E' veramente brutto sentirli quando capita, sono le stesse persone che
faticosamente hanno appresso quel poco che sanno, sono gli stessi che hanno reso possibile tutto questo: eppure oggi una parte di loro sta li a
smanettare o a levare scudi conformistici invece di domandarsi come proseguire in quel duro lavoro che come gli ha permesso di sapere quel poco può
ancora alimentare le loro, le nostre speranze di continuare a pensare che sia possibile contrapporsi in maniera autonoma allo strapotere dei potenti e
di quanti vogliono fare della rete un mercatino o un mercatone globale di merci e non di democrazia. C'è da deporre gli scudi e continuare a studiare
e ad aquisire conoscenza sempre meno parziale per tentare di riuscire a far giocare l'establishment di retroguardia, per riuscire cioè a vanificare in
un batter d'occhio ogni tentativo di sussunzione e/o di rimarginalizzazione tecnologica che opera ai danni di chi non vuole smettere di parlare di
tecnologia e libertà di espressione e fare di questo connubio il proprio vessillo di lotta. Bisogna raggiungere un grado di conoscenza collettivo
capace di vanificare in poco tempo ogni attacco di questo tipo, ogni cambiamento di linguaggio fatto apposta per rimarginalizzare chi non vuole
sottostare alle leggi di mercato: se mettono al bando Java noi impareremo in poco tempo il suo sostituto e il sostituto del sostituto e cosi
discorrendo. Anzi organizzandoci in network planetari cercheremo di anticiparli...ma non corriamo troppo cerchiamo da buoni e umili scolaretti di
capire almeno di che tipo di studio e di basi abbiamo bisogno per operare collettivamente questo salto di qualità capace di non farci più combattere
di retroguardia cioè per l'obsolescenza tecnologica. Vediamo se è possibile per il momento almeno mettere in evidenza alcune linee di tendenza su cui
basare uno studio che possa farci acquisire in maniera duratura quel tipo di flessibilità mentale che occorre per non essere legati ad un solo
linguaggio di programmazione e a un solo modo di concepire applicazioni informatiche. E' ovvio che la strada che passa per l'acquisizione di più
linguaggi di programmazione possibili oltre che scontatamente percorribile è importante per farci conoscere diversi ambienti logici e altrettanti modi
per eseguire in maniera simbolica diversa una funzione o una applicazione. Ma c'è una strada pure alquanto differente da questa, la quale, se ci porta
un pò fuori mano rispetto alla base empirica di imparare linguaggi formali direttamente sul campo applicativo, altresì ci rende possibile quel tipo di
conoscenza strettamente legata al fatto di imparare un linguaggio di programmazione in davvero poco tempo. Azz se c'è da studiare ragazzi...ma ne vale
la pena, è l'unico passaporto in grado di farci proseguire questo viaggio nel mondo che volevamo costruire, un mondo dove la nostra parola e la nostra
proposta vale davvero quanto quella di Bill Gates e dove a tutti quindi è data la possibilità di fare o dire qualcosa di più o meno intelligente.
Ai quanti di noi sono rimasti al sudore della fronte, al duro e isolato lavoro di studio non sarà difficile capire la necessità di operare ancora su
questo fronte per andare avanti. A coloro che invece si sono lasciati un pò andare lungo questa strada mi si permetta umilmente di provare a spiegare
che ad esempio capire la Diagonale di Cantor (nulla a che vedere con le diagonali del gioco del calcio eh) e il Teorema n.5 di Godel alla lunga da più
risultati che riuscire a crearsi una backdoor nella workstation del rivale in amore di turno; che impossessarsi del sistema di notazione della
Tipogenetica, (che simula il processo con il quale un filamento di DNA costituito di amminoacidi riesce attraverso gli enzimi a marcare tutti i
processi cellulari presenti nel nostro corpo), oltre a farci capire infine il significato del titolo del film GATTACA, riesce molto più decisivo, ai
fini di ottenere una certa familiarità con i sistemi formali complessi, ad esempio di una applicazione tesa ad ottenere una navigazione anonima oppure
quella sviluppabile per crashare qualcuno come lo si incontra su un canale; oppure, che sò, invece di fare a gara a chi è più svelto a sniffare la
posta elettronica dello/a spasimante o dell'antipatico/a della situazione (sto menzionando i peccati più venali eh) provate a (o trovate anche il
tempo per) conoscere attraverso la AT (aritmetica tipografica) come riuscire a rappresentare tipograficamente (attraverso valori simbolici) quasiasi
teorema, enunciato o funzione della matematica propriamente detta e viceversa: è il migliore esercizio per aprire la propria mente alla scelta del
miglior linguaggio di programmazione per una qualsiasi applicazione complessa che vi potrebbe capitare di dover realizzare e soprattutto per imparare
in tempi brevissimi a familiarizzare anche con i linguaggi che non conoscete; e ancora non disdegnate a priori lo studio della matematica Zen
ovverossia dei Cicli Ulteriori e qualche bella partita a scacchi oppure l'analisi delle sue regole tra una sniffatina e l'altra di conversazioni e
posta elettronica, non è un caso che tutti i maggiori studiosi del Mit (quali Marvin Minsky e Douglas Hofstadter per tutti) abbiano affrontato anche
da questi punti di vista argomenti come l'autorefenza e la ricorsività necessaria a sviluppare linguaggi informatici finalizzati alla ricerca sull'IA
(vedere la struttura e la simbologia di linguaggi come lo SHRDLU o dell'ILP) oppure argomenti come la struttura e il funzionamento della mente umana
(date un occhiata alla Società della Mente di Minsky). Insomma c'è da riconfigurare un pò lo spettro dei nostri interessi di ricerca per ottenere un
tipo di conoscenza che non sia più talmente parziale da metterci fuori gioco ad ogni salto tecnologico. E' meno difficile di quanto possa ritenersi
realizzare questa wannabezzazione del mondo. E' una linea di tendenza che (insieme a quella, da non tradire mai, di GPLellare tutto quanto in nostro
sapere) una volta innescata si muove direttamente verso la ricomposizione tra la lavoro intellettuale e lavoro manuale, è l'unica conquista che può
dare un senso alla scolarizzazione di massa che ormai non può essere contenuta nel modello di mansioni parcellizzato che questa società ci propone. Il
mio sogno, la mia utopia è immaginare almeno un miliardo di persone su questo pianeta che nonostante la licenza media o il diploma abbiano il tipo di
conoscenza di cui abbiamo appena parlato. Allora ci sarebbe da divertirsi, vorrei vedere i vari Bill Gates & company chi mettono tutto il giorno a
fare i siti web per i commercianti, voglio vedere a chi le affibbiano le vari patenti per i computer, si sarebbe divertente davvero vedere tutto
questo. Non so se una conoscenza di questo tipo, non parcellizzata, così diffusa e che non ha bisogno di avalli accademici, possa realizzarsi e in che
tempi ma di una cosa sono sicuro, è sulla conquista di questo tipo di conoscenza che si giocherà la partita tra noi e loro, tra chi vuole attraverso
la detenzione esclusiva della conoscenza tenere per sè tutto il resto e tra chi attraverso la sua massificazione vuole ridistuibire di concerto anche
tutti gli altri tipi di risorse disponibili sul pianeta, tra chi vuole un mondo globalizzato solo per le merci e chi lo vuole globalizzato soprattutto
per la pari partecipazione di tutti alla sua evoluzione.
La lotta sarà dura per affermare il nostro diritto alla conoscenza ricomposta, in bocca al lupo a tutti noi...e crepi il lupo ovviamente... tutta
Microsoft.. e sistemi affini. ¥ À
´ ´ 0 " 2ƒ ð ÿÿ S u l l a C o n o s c e n z a _d i_ r e t r o g u a r d i a
þÿÿÿ
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carlo
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La densità del problema
Già il problema del monopolio windows e di word in particolare è denso di per sè
e poi il tuo intervento è densissimo
me lo sono dovuto stampare
su schermo è micidiale leggere un testo così fitto
nel frattempo inserisco qui il link a ciò che avevo scritto a proposito del dominio di word-windows
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=19
e poi magari riprendiamo qui
in questo forum il confronto
ciao e grazie della riflessione
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ste
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E' difficile guardare da soli
Ciao Carlo,
come hai potuto notare dal mio indirizzo di posta sono una ragazza della tua mailing-list, precisamente Stefania del liceo scientifico di Aosta;
ci siamo conosciuti l'anno scorso con Acido Fenico e Il re Ubu, della rassegna dello Scenario Sensibile di Gialli.
Ti scrivo per due ragioni, la prima per farti qualche domanda di chiarimento su uno spettacolo a cui ho assisitito qualche giorno fa, la seconda di
scuola.
Fiordalisi, teatro-danza di Raffaella Giordano. Non ci ho capito niente, lo so che lo scopo di questi spettacoli non è capire, forse però percepire
qualcosa che chi l'ha messo in scena vuole trasmettere al pubblico sì. E io nulla, anche se lei era bravissima.Era molto più bello l'anno scorso
quando poi potevamo vederci a scuola ed elaborare con te quello che avevamo provato, ciò che ci era piaciuto e ciò che ci aveva fatto schifo. Ora io
sono abbonata alla rassegna di Gialli, ma troppo spesso vedo gli spettacoli, e quasi sempre mi piacciono, ma mi manca qualcosa per renderli completi,
un po' di analisi. Credo che tu sappia bene a cosa mi riferisco, visto che è il tuo lavoro.
La seconda ragione della mia mail, molto più importante, è chiederti un consiglio per un compito che dovrò svolgere a scuola. La consegna è grosso
modo di applicare delle variazione (rinnovamenti, ammodernamenti, anche totali stravolgimenti) ben motivati alla commedia di Goldoni "La locandiera".
L'idea è molto provocante, ma ho paura di perdermi senza riuscire ad esprimere realmente qualcosa di buono. Ti va di mettermi sulla buona strada,
magari facendomi notare un particolare, un personaggio, una strategia che potrei adoperare? Sai, è difficile sentirsi commediografi dall'oggi al
domani.
Confido nel tuo aiuto e anche nella tua velocità perché la scadenza è molto vicina....se riuscissi a rispondermi per domani pomeriggio mi faresti un
favore enorme!
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carlo
Amministratore
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Quota: | Originariamente scritto da ste
Ciao Carlo,
come hai potuto notare dal mio indirizzo di posta sono una ragazza della tua mailing-list, precisamente Stefania del liceo scientifico di Aosta;
ci siamo conosciuti l'anno scorso con Acido Fenico e Il re Ubu, della rassegna dello Scenario Sensibile di Gialli.
>>>ricordo bene
abbiamo fatto un ottimo lavoro
grazie anche all'entusiasmo trasmesso da quei due spettacoli
abbiamo portato dentro il web l'impronta di un'esperienza reale, basato sul lavoro/gioco dei nostri sguardi tradotti in pensieri
Ti scrivo per due ragioni, la prima per farti qualche domanda di chiarimento su uno spettacolo a cui ho assisitito qualche giorno fa, la seconda di
scuola.
Fiordalisi, teatro-danza di Raffaella Giordano. Non ci ho capito niente, lo so che lo scopo di questi spettacoli non è capire, forse però percepire
qualcosa che chi l'ha messo in scena vuole trasmettere al pubblico sì. E io nulla, anche se lei era bravissima.
>>> sai... non tutto il teatro è "esogeno" cioè che va verso fuori, verso di noi spettatori,
ce n'è molto "endogeno", autoreferenziale
non ho visto quello spettacolo, conosco il lavoro della Giordano, che stimo molto, ma che al contempo tende spesso verso il secondo...
Era molto più bello l'anno scorso quando poi potevamo vederci a scuola ed elaborare con te quello che avevamo provato, ciò che ci era piaciuto e ciò
che ci aveva fatto schifo. Ora io sono abbonata alla rassegna di Gialli, ma troppo spesso vedo gli spettacoli, e quasi sempre mi piacciono, ma mi
manca qualcosa per renderli completi, un po' di analisi. Credo che tu sappia bene a cosa mi riferisco, visto che è il tuo lavoro.
>>> sarebbe piaciuto anche a me continuare
amo pensare le esperienze positive che si accrescono
ma qualcuno non ci ha creduto
proprio ora che il nodo arriva al pettine (ovvero la partecipazione attiva dei giovani spettatori teatrali attraverso la rete)
dai un'occhiata al lavoro che ho fatto ad Ivrea
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=22
La seconda ragione della mia mail, molto più importante, è chiederti un consiglio per un compito che dovrò svolgere a scuola. La consegna è grosso
modo di applicare delle variazione (rinnovamenti, ammodernamenti, anche totali stravolgimenti) ben motivati alla commedia di Goldoni "La locandiera".
L'idea è molto provocante, ma ho paura di perdermi senza riuscire ad esprimere realmente qualcosa di buono. Ti va di mettermi sulla buona strada,
magari facendomi notare un particolare, un personaggio, una strategia che potrei adoperare? Sai, è difficile sentirsi commediografi dall'oggi al
domani.
Confido nel tuo aiuto e anche nella tua velocità perché la scadenza è molto vicina....se riuscissi a rispondermi per domani pomeriggio mi faresti un
favore enorme!
>>>ti lancio un'idea/immagine
pensa la locandiera da sola sul palco
e una parete con tante finestre chiuse con portelloni (anche di cartone dipinto)
gli altri personaggi possono apparire in quelle finestre
e magari qualcuno anche in video (con una telecamerina collegata al televisore... almeno 2...)
concepire cioè la locandiera nel suo gioco
di campionamento dei diversi caratteri maschili
che li colleziona
li tiene appesi al chiodo
li seduce, con il cibo e con il corpo, ma non si concede...
mi sembra una lettura postmoderna del repertorio goldoniana che potrebbe intrigare anche i tuoi insegnanti...
fammi sapere
perchè non ne fai un progetto web per il concorso lanciato da
http://www.inteatro.it/ade
?
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