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Autore: Oggetto: corsi di alta formazione al Politecnico di Milano
Chiara-chiara
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[*] Inviato il 10-3-2003 at 10:10


Sono entrata in ritardo al master Arte, spettacolo e comunicazione. Trovo interessante il rapporto tra l'arte e le nuove tecnologie, con le relative problematiche che ne possono scaturire. E' proprio vero che questo è il futuro dell'arte? Il virtuale, il digitale, l'interattività? La comunicazione mediata?Credo che ci si debba adeguare alle nuove forme di comunicazione, anche se fa un pò paura per l'ansia inevitabile che questo sistema rischia di produrre.
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sonia
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[*] Inviato il 10-3-2003 at 10:13
xxx


Non ho trovato lo spettacolo provocatorio; anzi credo che ci siano modi diversi per provocare il pubblico. L'iniziazzione della diciottene ai piaceri del sesso, schiavizzante più che liberatorio, chiude con un'analisi psicologica spiccia (sbarazzarsi della madre!), e anche rischiosa.
Ho trovato invece interessante l'uso delle immagini (anche se discutibili), il gioco della finzione creata attraverso le immagini che passano sullo shermo. Interessante l'uso del doppio piano d'azione: quello della scena (lo spazio tradizionale del teatro con gli attori), e quello delle immagini, dello schermo. Interessante il montaggio delle immagini riprese in tempo reale con quelle registrate. Il fatto che la finzione riesca fa riflettere molto su come il pubblico sia ormai abiutato a guardare più il video che non ciò che sta accadendo in quel momento, sulla scena; credo che la Fura giochi pareccchio su questa cosa; in questo modo mi spiego come riescano ad "irretire " il pubblico, che a momenti è spinto a credere che ciò che si vede sullo schermo stia accadendo veramente sul palco. Si potrebbe quindi dire che il video ha scalzato il palcoscenico?
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Azzi
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[*] Inviato il 10-3-2003 at 10:15


Ciao!Sono una decoratrice di interni e ho una Laurea in Scenografia.Ho scelto di frequentare questo corso per uscire dal mio isolamento che il mio lavoro spesso mi porta.Per entrare nel dibattito vorrei parlare delle mie impressioni sulla danza interattiva.Mi riferisco all'Aiep,non mi è piaciuto molto il loro lavoro nonostante ne riconosca la loro coerenza.Secondo me la vera interattività sta nella nostra mente.Noi abbiamo le vere potenzialità la tecnologia può fare solo da supporto.
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Azzi
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[*] Inviato il 10-3-2003 at 10:17


Ho scritto ma non riesco a comparire.
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elalu
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[*] Inviato il 10-3-2003 at 11:06
la fura e i collegamenti internet


Per quanto riguarda il collegamento internet.. proverò a mettere un pò di buona volontà in più.
Per quanto riguarda la Fura e la provocazione... provoca chi riesce ad emozionare,in senso positivo o negativo...
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wiligelmo
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[*] Inviato il 10-3-2003 at 15:30
piratemucicattack


vorrei segnalare questo url http://www.piratemusicattack.net/
eventi musicali...in divenire!
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carlo
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[*] Inviato il 11-3-2003 at 08:28
corpi, mondi elettronici, mutazione


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Originariamente scritto da sonia
Come il linguaggio del corpo nel danzatore o nell'attore può mantenere la sua potenza espressiva attraverso lo schermo ? Corpo o schermo?


ti ho risposto in classe commentando il concept-film che ho curato e di cui inserisco qui le note informative


La ricognizione teorica si basa su una mappatura video di quelle esperienze che nel campo della danza e della performance hanno interagito con la dimensione elettronica, dal video alla virtualità interattiva.
Sono tre le parole chiave su cui si articola il percorso teorico:
Corpi, nell’individuazione di una specificità coreografica (quella di Vidach/AIEP), una sperimentazione estrema del rapporto uomo-macchina (Stelarc) e una soluzione tecnologica che vede un corpo informare il computer per la modellizzazione del corpo come accade nei videogames;
Mondi elettronici, in un’analisi che va dalle prime sperimentazioni del videoteatro alle diverse applicazioni di realtà virtuale per centrare l’idea di danza in ambiente interattivo;
Mutazione, nel rilevamento di alcune esperienze che tracciano gli sviluppi potenziali del rapporto con i mondi digitali, dalle performance ludiche e radicali (Marcel.li Antunez Roca) alla vita artificiale dei cosiddetti “agenti intelligenti” dei Knowbotic Research, segnali di un futuro da interpretare non solo in termini tecnologici ma artistici e antropologici.

ed ecco la scaletta del video

Corpi:
La fisicità tradotta in forme e informazioni

>la danza che modella figure virtuali : Ariella Vidach “E-Motions” (2000), 2’

>I segnali elettrici dei muscoli si fanno input digitali: Stelarc “Heaven for every one” (1994), 1’

>L’atleta informa il software del videogame: Medialab “Motion del calciatore“ (1998), 30”



Mondi elettronici:
dalla scena immateriale alla realtà vituale e aumentata

> l’ambiente artificiale del cromakey: Falso Movimento, “Tango Glaciale” (1982)
> l’interazione tra corpi e monitor video: Corsetti-Studio Azzurro, “Prologo” (1985)

>la realtà artificiale: Myron Krueger, sistema Videoplace, “Critter” (1984)
>la realtà virtuale immersiva: sistema Provision (1992)
>hi-tech / hi-touch: “Contact Water”, Siggraph 2001

>l’azione nello scenario interattivo: Ariella Vidach, sistema Mandala System, “Exp”(1997)


Mutazione:
le metamorfosi del corpo in relazione al mondo digitale

>Cybermartire: Marcel lì Antunez Roca, “Epizoo” (1994)
> L’ibrido uomo-macchina: Stelarc, “Exoskeleton” (1999)
> L’infografia per la simulazione del corpo in azione: Thecla Schiphorst, “Life Forms” (1995)
> Balla con i virus, la vita artificiale degli agenti intelligenti: Knowbotick Research, Interscena (1997)


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carlo
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[*] Inviato il 11-3-2003 at 08:36
Interaction Interface Info Design


Quota:
Originariamente scritto da Pinci
Trovo che il discorso dell'interfaccia sia molto interessante. La facilità di varcare questa soglia è effettivamente la chiave per consentire un vasto accesso al digitale ... accesso non inteso con la semplice accezione di presenza ma di comprensione e apprendimento del contesto.
(...)
Ma l'interfaccia compare anche ad un livello inferiore, di tipo più concettuale: dando per scontati i supporti fisici e concentrandosi sulla maggiore spontaneità dell'utente.


si, l'interfaccia è una delle questioni cardine di tutta la questione

nella mia lezione su Interaction/Interface/Info Design
che comunque proseguirò perchè vi sono molti aspetti da sviluppare
ho usato delle schermate di cui inserisco qui le info
sono un pò stilizzate ma colmatele con i ragionamenti che ho fatto in classe

possono essere utili


• Interaction:
l'interazione uomo-macchina e tutto ciò che concerne il rapporto tra il nostro corpo e lo spazio-tempo digitale.
• Dall'uomo prospettico del Rinascimento al weareable, le interfacce indossabili d'inteconnessione globale.
• Dal punto di vista al punto di vita interattivo.

screen_video_IBM: wereable tech/gioielli


• Interface:
l'interfaccia che unisce/separa noi e le cose, facilitandone l'uso.
• Dall'interfaccia fisica dell'utensile all'interfaccia grafica dello schermo interattivo.
• Interfacce a codice (istruzioni e stringhe da compilare)
• Interfacce grafiche (affermazione dell'icona e del simbolico, compreso l'alfabeto)
• Interfacce immersive (invito ad entrare con lo sguardo dinamico all'interno dell'ambiente digitale)

• Esempio d'interfaccia immersiva: dalla fiction interattiva dei migliori computer-games ai capolavori apripista: Myst III.

screen_cd rom_Eve di Peter Gabriel

• Info:
il sistema reticolare delle informazioni e delle conoscenze nella "Società Cognitiva" (Delors, Libro Bianco della Comunità Euurpea, 1997).

L'approccio al sistema informativo passa dal paradigma temporale delle narrazioni a quello spaziale dell'architettura ipertestuale.

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carlo
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[*] Inviato il 11-3-2003 at 08:39
i presagi artaudiani della mutazione cyber


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Originariamente scritto da danydaure
Non ho ben capito il concetto di ciberperformance e dei suoi collegamenti con il teatro artuadiano.Mi piacerebbe avere delle chiarificazioni ed esempi concreti.Grazie, dany


ti rispondo con il link ad un ipertesto che ho realizzato tempo fa proprio su questo
http://www.teatron.org/dioniso/mutazione.html
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carlo
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[*] Inviato il 11-3-2003 at 08:50
iperlog


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Originariamente scritto da Nicoletta_Poli
Ciao a tutti! Ho trovato l'invito a questo "concorso" e ve lo invio!
Buona settimana
Nicoletta


http://www.progettoatelier.it/


brava nicoletta stai dando luogo ad una delle potenzialutà di questo forum:
rilanciare info funzionali (ad eventi, vitamine culturali) alla comunità d'apprendimento

su questa tua rilancio con un link
http://www.trovarsinrete.org/concorsosm.htm
un concorso che ho contribuito ad ideare
(in ngiuria c'è anche Derrick De Kerchkove!)

è sulla "scrittura mutante"
che non è un genere
è un modo ironico x intendere le tante forme di scrittura possibile... scrittura che cambia al tempo del digitale

... anche i vostri possibili "iperlog" (gli ipertesti tratti dal "diario/log" del vostro percorso formativo) potrebbero parteciparvi
a proposito vi linko qui 2 esempi
uno si riferisce ad un workshop fatto a Bolzano con insegnanti (e qualche studente)
http://www.emscuola.org/ems4/dst/index.htm
l'altro link si riferisce a 2 esperienze realizzate a Udine in un corso sulla formazione on line
questo è il forum-campo base
http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=117&page=5
questo è lo spazio web libero dove hanno
sviluppato i 2 piccoli ipertesti (realizzati al volo! in poche ore)
http://digilander.libero.it/noteudine/


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carlo
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[*] Inviato il 11-3-2003 at 08:57
Prendi il Corriere della Sera in questi giorni


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Originariamente scritto da Chiara-chiara
Sono entrata in ritardo al master Arte, spettacolo e comunicazione. Trovo interessante il rapporto tra l'arte e le nuove tecnologie, con le relative problematiche che ne possono scaturire. E' proprio vero che questo è il futuro dell'arte? Il virtuale, il digitale, l'interattività? La comunicazione mediata?Credo che ci si debba adeguare alle nuove forme di comunicazione, anche se fa un pò paura per l'ansia inevitabile che questo sistema rischia di produrre.


ti rispondo con un'intervista che m'hanno fatto qualche giorno fa e che uscirà sul Corriere della Sera (pagine milanesi) in questi giorni (monitorate!!!)

uscirà tagliata perchè avevano pochissimo spazio
qui almeno trovate qualche elemento che di fatto risponde anche alla domanda di cui sopra. una domanda delle domande

Detrattori e fanatici della tecnologia: chi ha ragione?



Dice Carlo Infante, esperto di nuovi media, editor di http://www.teatron.org e docente del corso post-laurea del Politecnico di Milano "Arte, spettacolo, comunicazione nella società dell’informazione"

"Si pensa che la tecnologia possa raffreddare l'arte? Probabile, ma perché, specularmente, non pensare che l’arte possa riscaldare i nuovi media tecnologici? In realtà la cosa più importante è che gli strumenti di comunicazione trasmettano il calore dell’interazione umana. Dentro internet c’è bisogno di nuove strategie relazionali e da sempre i sistemi dell’arte e dello spettacolo ne inventano".


Come si trasforma l'arte quando interviene la tecnologia?

"La trasformazione è radicale, è di mutazione che si tratta. Si pensi solo a come nei videogame, che da qualche mese hanno superato l’intero fatturato del cinema, arrivi un altro modo di narrare. Non accettare che un cyber-game possa narrare significa non riconoscere neanche che videoclip e spot abbiano inventato nuove forme di narrazione.
Si pensi, per altri versi, alle ambientazioni di Studio Azzurro: sta prendendo forma qualcosa che amo definire “drammaturgia dell’ interattività"



Quindi cambia il rapporto tra spettatore e opera?

"Sì, lo spettatore non è più passivo, ma sempre più attivo. Ha il potere di far accadere delle cose con un clic e arriva a far parte lui stesso dell'opera interattiva".



L'uso di mezzi tecnologici per esprimersi può favorire un nuovo interesse dei giovani nei confronti dell'arte?



Certo, anche perché è l’arte che deve accogliere all’interno della sua progettualità le nuove forme espressive dei giovani. Si pensi solo agli SMS, si tratta di libere espressioni di “scrittura mutante” su cui si stanno sviluppando ora degli osservatori e anche dei concorsi


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mirko
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[*] Inviato il 11-3-2003 at 09:28


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Originariamente scritto da sonia

Ho trovato invece interessante l'uso delle immagini (anche se discutibili), il gioco della finzione creata attraverso le immagini che passano sullo shermo.


concordo con te.
ho visto la fura a torino qualche mese fa, e anche io sono rimasto colpito piu' che altro dalla loro opera di consapevolizzazione dello spettatore

non attraverso la demolizione della bigotta morale sessuale a cui siamo abituati
(di provocatorio ci ho trovato sinceramente poco, sia nell'iniziazione della ragazza, che nelle immagini messe in scena)
ma attraverso lo svelarci "quel velo di maya" che la cultura dell'immagine ci ha messo davanti agli occhi, nascondendoci il vero

quanti di noi guardavano lo schermo anziche' il palco?

mi sembra che questo sia il merito della fura, e il sesso mi pare un semplice pretesto-indice, dal momento che e' (forse per poco) un'attivita' umana esclusivamente *performativa*

nel senso che non e' mediata, ma umano-umano
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IreNet
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[*] Inviato il 12-3-2003 at 12:22
Weblog dove il teatro cade nella Rete


Ciao a tutti, mi infiltro nella rete degli sguardi x segnalarvi 1 cosa molto interessante--> Giacomo Verde (http://www.verdegiac.org ) sta allestendo una performance con gli studenti dell' Accademia di Macerata su "Il Diritto al Delirio" di E. Galeano, chi vuole può seguire il diario di lavoro sul blog di Giacomo http://verdegiac.blogspot.com/
Irene (2° corso)
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IreNet
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[*] Inviato il 12-3-2003 at 12:41
Ancora la Fura (in breve)


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Originariamente scritto da zerouno
Ho visto la fura!...più strutturata,più consapevole,ma forse anche per questo,meno ruggente,meno selvaggia,più meditata e meglio delimitata nell'area della spettacolazione tradizionale fatta eccezione per alcuni notevoli spunti d'improvvisazione che come guizzi rapidi segnano fendenti precisi nella coscienza collettiva...


Anche x me è risultata "meno ruggente" per quanto riguarda il più meditata non saprei... e ke si sia meglio delimitata nell'area della spettacolarizzazione tradizionale mi mette tristezza ( proprio l'associazione Fura- spettacolarizzazione tradizionale!). Non mi è piaciuto XXX ma forse solo perkè ho fatto l'errore di confrontare quest'ultimo spettacolo con gli altri ke avevo visto in precedenza o kissà... mi piacerebbe sapere da loro come hanno concepito questo spettacolo...
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carlo
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[*] Inviato il 12-3-2003 at 23:46
lo spettacolo della conoscenza


apro una finestra sul rapporto funzionale tra multimedialità e beni culturali

in attach un testo articolo
e qui un abstract

Entrare in un Museo può essere concepito come partecipare ad uno "Spettacolo della Conoscenza".

Perché ciò accada va ricreata quella sinestesia che sta alla base della messinscena teatrale: la compresenza di linguaggi diversi, simultaneamente.

L'occhio e il cervello dello spettatore selezioneranno, ricreando, attraverso la dinamizzazione della propria percezione e del conseguente processo cognitivo di elaborazione delle informazioni raccolte, un proprio campo di rappresentazione, un Teatro della Memoria.

Questa linea di sviluppo è possibile se si vuole cercare di coniugare il principio che sta alla base di un Parco Tematico intelligente e divertente con quello di un Museo che accanto alla propria vocazione sacrosanta di conservazione contempli un percorso innervato di soluzioni interattive ad alto valore culturale.

Inscritte nel progetto museale possono quindi trovare luogo installazioni multimediali che "in presenza" vengono pilotate dallo stesso utente espandendo la pista tematica in oggetto.

Si apre, e si chiude qui, un riferimento ai cosiddetti Musei Virtuali che, dalle applicazioni affascinanti di Realtà Virtuale, ai prodotti editoriali in Cd-Rom fino al florilegio di siti internet (dalle funzioni meramente pubblicitarie di locandina elettronica ai portali ad alta tematizzazione), rischia di apparire solo come un mero gadget tecnologico per chi non sa coniugare cultura e comunicazione.



Allegato: Lo Spettacolo della Conoscenza.doc (49kB)
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morgana2
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[*] Inviato il 13-3-2003 at 10:33
Edumotion


Sono rimasto favorevolmente colpito dal concetto di Edutainment, tuttavia non bisogna dimenticare che l'apprendimento umano fa leva anche su una percezione sensoriale-emozionale, il gioco educa e diverte in quanto coinvolge non solo il cervello ma anche la sensibilità...
In modo provocatorio rilanciamo un EDUMOTION (Education + Emotion)...
Che cosa ne pensate?
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rocchino
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[*] Inviato il 13-3-2003 at 10:45


Sono fermo ancora alla prima domanda della lezione: che cos'è la cultura? Non sono così pazzo e sfacciato da tentare una risposta in pubblico ma credo che la perplessità che queste lezioni hanno generato dipende da preconcetti riguardo che cosa sia la cultura, la scrittura, la narrazione ecc...
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rocchino
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[*] Inviato il 13-3-2003 at 11:41


però è bello navigare e scrivere durante la lezione...forse mi sto ibridando (se lo sapessero a casa...). comunque questo è l'ind. di un'immagine dell'enciclopedia di Diderot e D'Alembert http://ibelgique.ifrance.com/violadagamba/Html/Encycl1.html
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carlo
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[*] Inviato il 13-3-2003 at 11:46
e-motion


Quota:
Originariamente scritto da morgana2
Sono rimasto favorevolmente colpito dal concetto di Edutainment, tuttavia non bisogna dimenticare che l'apprendimento umano fa leva anche su una percezione sensoriale-emozionale, il gioco educa e diverte in quanto coinvolge non solo il cervello ma anche la sensibilità...
In modo provocatorio rilanciamo un EDUMOTION (Education + Emotion)...
Che cosa ne pensate?


bel termine

tempo fa si lavorò anche sull'idea
di e-motion
( emozioni/movimenti elettronici)

ma poi arrivò una campagna pubblicitaria che s'impossessò dell'idea... bruciandola
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romina
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[*] Inviato il 13-3-2003 at 11:49


qualcuno me può parlare del utilizo del digitale nella terapia dei bambini...?
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tolomeo
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[*] Inviato il 13-3-2003 at 12:20
la fura: ???


un po' in ritardo esprimo la mia opinione sulla loro performance:
mi rammarico di non aver assistito ai precedenti spettacoli, ma l'impressione suscitata è quella di un contenuto forte con l'handicap di una comunicazione smorzata.
Corpi ostentati fino all'estremo che diventano trasparenti e quasi non danno più l'impressione di emergere dallo sfondo della provocazione. Un po' patetici a dir la verità...non si può arrivare a bucare lo schermo protettivo della morale comune semplicemente ponendo la questione dell'esser d'accordo o meno con l'educazione di Eugenia. Il contesto tradizionale non si adatta a questo tipo di teatro e la platea si è rivelata inevitabilmente un punto di vista qualsiasi su una storia di libertinismo sessuale. Neè più ne meno il buco della serratura per Tinto Brass. L'unico gancio empatico quello della scopofilia che trattiene in sè il nocciolo della questione: la censura dei sensi. Un invito alla masturbazione mi è sembrato, tutt'al più. E cosa c'è di più borghese della masturbazione?Un esperimento che non ha funzionato poi perchè non ha voluto e potuto scuotere sul motivo eversivo dell'opera, quello dell'assenza di rispetto verso la visione della vita borghese. Il proclama per la pace nel prologo sapeva tanto di "non prendete alla lettera quello che diremo" il che ha mantenuto il seguito della rappresentazione sul tema "Non fate la guerra fate l'amore"...un po' poco che ne dite? Io dico che la x non è più la lettera che connota trasgressione, avrei preferito uscire dal teatro con il dubbio empirico di "e se..." davvero vivessimo in una società senza regole??? Il vero disagio da trasmettere doveva essere il sentirsi "fuori" e non "contro" la loro rappresentazione del bene e del male. La vera adesione dovrebbe scaturire dal sentirsi "dentro" il circuito di passione e poesia dell'abbrivio tra il desiderio e il corpo. L'aspettativa saliva, la tensione scendeva...che delusione!
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teresa de feo
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[*] Inviato il 13-3-2003 at 12:49


Tutto molto interessante.Ma volevo muovere una questione.Si parla di intelligenza connettiva, di scrittura connettiva,di cose che si fondono per sintetizzarsi in forme nuove, di uno tessuto reticolare che mi sembra venga considerato un unico mega corpo...QUINDI non vi sembra che in questo calderone la voce individuale posso sciogliersi come dado knorr,diventare nota debole in questa partitura che può assomigliare più a rumore continuo che a scambio di idee palleggianti?
Premetto che sono una progressista,non voglio che si mantenga un ordine precostituito...ma mi piace invece che "una certa coscienza critica " sia indispensabile!Non dicotomiziamo è vero...ma non perdiamoci di vista!!!
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la_1
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[*] Inviato il 13-3-2003 at 20:51


allora...il ruolo dello spettatore, il suo posto in un gioco s-regolato (fura) o più regolato (celestini)
segnalo contributi interessanti all'indirizzo http://www.piccoloteatro.org/elementi
e chiedo altro.
chi non dà non prende, evidente no? bello e opportuno però ribadirlo oggi a lezione a proposito del visitatore dello Spettacolo della conoscenza e di ogni occasione culturale, qualsiasi cosa questo voglia dire.
Io a teatro vado quasi sempre senza difese anche se non sempre va a finire bene
per contro, l'emozione del museo c'è, ma sento quasi sempre di essere appunto solo un visitatore e non uno spettatore, tantomeno attore del dialogo creativo del Teatro della memoria.
il Teatro dello sguardo è per me, il Teatro della pancia; il Teatro è immersivo di per sè o non è. Anche da una poltrona in platea, di fronte a un Pirandello d'annata, a Teatro siamo tutte baccanti in potenza.
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mirko
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smile.gif Inviato il 14-3-2003 at 12:10


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Originariamente scritto da teresa de feo
Tutto molto interessante.Ma volevo muovere una questione.Si parla di intelligenza connettiva, di scrittura connettiva,di cose che si fondono per sintetizzarsi in forme nuove, di uno tessuto reticolare che mi sembra venga considerato un unico mega corpo...QUINDI non vi sembra che in questo calderone la voce individuale posso sciogliersi come dado knorr,diventare nota debole in questa partitura che può assomigliare più a rumore continuo che a scambio di idee palleggianti?
Premetto che sono una progressista,non voglio che si mantenga un ordine precostituito...ma mi piace invece che "una certa coscienza critica " sia indispensabile!Non dicotomiziamo è vero...ma non perdiamoci di vista!!!


al contrario :)
la rete e' un *ambiente sociale additivo*
(leggi qua: http://www.nousab.org/usac26.shtml )
che permette di mantenere vive le individualita' proprio interconnettendole fra loro...
immagina il mondo prima della rete e prima ancora della stampa.

i contatti fra le persone viaggiavano tramite una conoscenza personale, il passaparola, le voci che correvano da una bocca ad un orecchio e cosi' via

in termini di reti oggi si direbbe che i rapporti erano delle *linee dedicate*
(ovvero comunicazioni privilegiate tra 2 persone) *punto a punto* (da una pers. all'altra senza troppi giri)

se ci pensi la rete oggi porta a una situazione simile
ambienti come questo in cui siamo
riportano a collegarci con le singole persone, le singole menti
bypassando secoli di cultura mediata dalla stampa e dalla sua (a volte presunta) autorita'

siamo nell'epoca del secondo passaparola

le individualita' sono salvaguardate ed esaltate, io credo
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carlo
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[*] Inviato il 15-3-2003 at 16:52
microintervista sul Corriere della Sera


ecco il link all'intervista
http://www.corriere.it/vivimilano/arte_e_cultura/articoli/2003/03_M...


se qualcuno ha preso il quotidiano
può conservarne la pagina?
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