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[quote][i]Originariamente scritto da antog[/i] [quote][i]Originariamente scritto da paul frank[/i] Riparlando di Netattivismo,mi piacerebbe sapere, se anche in Italia, questo movimento sia presente. Come ben sappiamo, nel nostro paese, sia la televisione di Stato, sia la televisione privata, si trovano sullo stesso schieramento. Queste manipolano le reti, in quanto esiste la censura che ostacola qualsiasi trasmissione della realta'. Mentre, grazie al Netattivismo, si smascherano le verita' e si fa si' che le notizie non siano manipolate a piacimento dei media. Quindi penso che, sia importante contribuire attivamente a diffondere la verita', sia essa buona o cattiva. Vorrei saperne di piu' a riguardo... [/quote] Mai come in questi ultimi mesi, le tensioni sociali innescate dalla pervasività dell'innovazione tecnologica stanno assumendo l'aspetto di un vero e proprio scontro. Da un lato del ring, troviamo il cosiddetto "ordine costituito", rappresentato dalle forze governative e dalle grandi major del software e della musica; dall'altro, il folto sottobosco di sviluppatori, navigatori, cittadini, persone comuni che viene spesso definito come "popolo della rete". Sul tavolo del contendere c'è il futuro della diffusione della conoscenza, che i primi vorrebbero regolamentare attraverso leggi sempre più restrittive per aumentare il controllo sociale e il fatturato imprenditoriale, e che i secondi vorrebbero invece mantenere nella sfera del pubblico dominio. Sull'evoluzione e sulle caratteristiche di questa intricata vicenda globale, Apogeo manda in libreria in questi giorni PopWar. Il NetAttivismo contro l'Ordine Costituito, un'interessante analisi che porta la firma di Stefano Gulmanelli e Arianna Dagnino. Nelle 150 pagine del libro, gli autori disegnano una perfetta panoramica del NetAttivismo, innovativa forma di impegno e protesta sociale realizzata attraverso l'impiego delle nuove tecnologie. Ecco quindi un primo pregio del testo, che è quello di anteporre le idee e le parole del popolo della rete a quelle degli stereotipati studiosi che vengono generalmente citati. Ne viene fuori una ragnatela densa e frastagliata di tecnologie, passioni e intelligenze connesse che cerca di lottare e di trovare una terza via rispetto alle tendenze neo-protezioniste che la politica americana, con il varo del Digital Millennium Copyright Act, sta imponendo al mondo intero e in primis all'Unione Europea. Difficile capire quale potrebbe essere l'esito di questo paradossale scontro politico. Mentre tutti sperano in una soluzione che tuteli sia gli interessi industriali in gioco sia quelli degli utenti consumatori, si staglia sullo sfondo il rischio di una radicalizzazione delle posizioni contrapposte: a un ulteriore irrigidimento normativo, corrisponderebbe una ghettizzazione dei NetAttivisti che continuerebbero a svolgere le loro anarchiche attività di ricerca e di informazione in circuiti volutamente blindati agli estranei (esistono già software di file sharing che agiscono scondo queste modalità). [/quote] Ciao Antog, ti ringrazio per la segnalazione del libro, anche se ne ero gia' a conoscenza in quanto, ho gia' letto gli articoli e l'introduzione del libro. Comunque per quel che riguarda l'argomento, anche io spero in una soluzione che tuteli tutti noi, dagli interessi capitalistici; inoltre, spero che i Netattivisti si rivolgano a gruppi sociali non solo marginali( social forum, no-global), ma che la loro indagine sia ampliata anche verso le forze governative.
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