Sguardi sul futuro
Conferenza in forma di set televisivo
"per rendere comprensibile ciò che è già
possibile"
CYBERSCOPE è un'occasione per mostrare in una
ricognizione circostanziata, con le testimonianze dei
protagonisti supportati da repertori audiovisivi e
multimediali, le diverse applicazioni in atto di queste
innovazioni tecnologiche che stanno riqualificando la
vita sociale e produttiva della Valle d'Aosta.
CYBERSCOPE è un momento d'incontro tra le
varie generazioni per condividere un'esperienza
informativa unica nel suo genere, concepita come una
trasmissione televisiva e una navigazione multimediale
insieme, tesa a formare un'idea di quel futuro da
realizzare attraverso la consapevolezza d'uso delle
nuove tecnologie della comunicazione messe a
disposizione.
CYBERSCOPE è una mappa dei diversi Campi
applicativi delle tecnologie in Valle d'Aosta. Una
mappa descritta con le parole e le immagini di coloro
che la stanno tracciando sul territorio sulla base sia
di sperimentazioni (l'utilizzo del satellite per la
connessione ad internet senza cavi in alta montagna) che
di applicazioni di nuova consuetudine : dai nuovi
servizi amministrativi alle esperienze educative alla
valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e
materiali
Cosa significa CYBERSCOPE "Cyber"
:Cibernetica "Scope", dall'inglese: campo,
area d'attenzione Il termine "cibernetica" viene
dalla parola greca kubernetes, 'pilota': 'l'arte di
pilotare' I naviganti di quei tempi antichi dovevano
essere coraggiosi e pieni di risorse: andare per mare
senza carte e senza strumenti di navigazione significava
essere costretti a sviluppare capacità di pensiero
indipendente. L'autosufficienza conferita ai piloti
ellenici dai loro viaggi andò probabilmente a ispirare
anche il carattere democratico della loro vita in
terraferma con la realizzazione della "polis", la città
intesa come embrione della società civile.
"Il futuro è già qui. Solo che è mal
distribuito" , suggerisce William Gibson. Quel
futuro tecnologico, fatto di sperimentazioni
cibernetiche ed automatismi più o meno meccanici, è già
apparso in Valle d'Aosta nel XIX secolo. E' arrivato
con l'invenzione di Innocenzo Manzetti di uno dei primi
robot che suonando un flauto anticipava il principio di
trasmissione elettromeccanica del suono, intuizione che
sta alla base del telefono. Il prototipo di "telegrafo
musicante" perfezionato poi dall'inventore aostano può
essere considerato come il primo telefono, inventato nel
1850, quindici anni prima di quello che consacrò Antonio
Meucci. A proposito del perché in una città alpina si
sia potuto sviluppare un'invenzione simile, va detto che
lo sviluppo della tecnologia d'allora si basava sulla
sperimentazione dell'energia elettrica prodotta in
quantità nei territori di montagna, per via della spinta
delle acque correnti. E questo riguarda un'idea di
futuro inscritta nel passato, d'accordo. E oggi?
Quale può essere l'aspetto da rilevare per una
peculiarità delle applicazioni tecnologiche nel presente
della Valle d'Aosta? La risposta è nella valutazione
dei motivi di fondo del miracolo tecnologico scandinavo:
del perché in quei territori del profondo nord
sottoposto al vero gelo si siano sviluppate le
tecnologie della comunicazione più che altrove, a
partire da quella mobile. L'esempio della finlandese
Nokia è sopra tutti. L'innovazione nel campo delle
tecnologie della comunicazione può quindi coniugarsi con
una delle realtà, come quella valdostana, che gode del
più alto tasso di qualità
tradizionale. Innovazione e tradizione possono
andare insieme e ancor di più potenziarsi, creando
forme originali di applicazione tecnologica per la
comunicazione funzionale alla realtà locale, risolvendo
sia i problemi orografici delle distanze tra le valli
alpine che quelli di un marketing del territorio che può
godere di nuove potenzialità di valorizzazione del bene
culturale ed ambientale..
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