Cantà

IL GRANDE SALOTTO VERDE
Alla partenza di questa biennale teatro che rinasce dopo tanto tempo è il teatro verde, nella sua bellezza antica avvolta di parco edeniano, è la Venezia che conta riunita qui con il suo charme e le sue tradizioni.
Lo spettacolo sotto questo punto di vista risulta perfetto: una passerella di canzoni inedite e conosciute, un carosello di "perle di saggezza"di autori da Brecht ad Apollinaire;
Moscato insomma non emoziona e non stupisce ma, quasi fossimo in un grande salotto, diletta anche e soprattutto grazie alla bravura dell'orchestra. (Anna B.)
ZIG-PENTAGRAMMA
Sul palcoscenico assisti al dispiegamento di microunità: paiono sconnesse, ognuna alla rincorsa dell'altra; ci sono i testi, inseguiti dal ritmo calibrato sullo "zig-pentagramma", una corsa attraverso i simboli evocati dal movimento delle mani, dalla postura del corpo nonché dalla scelta estetica di Moscato, che è attore all'inseguimento della regista e del cantante, egli stesso microunità slegata e contemporaneamente punto di fusione di parole e note, il tramite di un pessimismo che ti cementifica ascoltando i testi, creando un punto interrogativo con le sue movenze, per poi smaterializzarsi attraverso il respiro musicale. (Camilla C.)